Zona opaca – Le elezioni incombono e la gara della disinformazione, combattuta a colpi di trucchi, inganni e bugie, si fa appassionante. Chi la vince? Se Report – su Rai Tre, nel solco della vecchia Telekabul di Curzi – tuttora eccelle nella disinformatia di sovietica memoria attraverso la diretta diffusione di menzogne – l’ultimo caso, in ordine di tempo, lo sgangherato ma non meno calunnioso scoop sulla pretesa responsabilità di Delle Chiaie nella strage di Capaci – c’è chi, invece, infioretta la sua falsa propaganda con un sapiente, suggestivo e sorridente gioco di accostamenti, omissioni e distorsioni; è il caso di Zona Bianca dell’ineffabile conduttore Giuseppe Brindisi, vero superfavorito di questa appassionante contesa.
Il suo ultimo capolavoro: la puntata del 18 agosto col servizio sui partiti “no vax”, una vera sit-com recitata da attori caratteristi, ognuno con un ruolo ben definito.
Ci stava il saggio e lo stravagante, il masaniello e il pentito, lo scienziato vero e quello pazzo, e a far loro compagnia un abbaiante cagnolino da salotto, tutti a seguire il copione con un ben preciso fil rouge e che ha portato a un’altrettanto precisa conclusione, in chiave sillogistica: “I partiti antisistema sono novax – i novax sono matti e inaffidabili – i partiti antisistema sono matti e inaffidabili”.
Lo stravagante, il masaniello e lo scienziato pazzo da una parte, il saggio, il pentito e lo scienziato vero dall’altra a svolgere in realtà la stessa funzione, in un gioco delle parti – volontariamente o no che sia accettato dagli apparenti contestatori cambia poco; coglionaggine e mala fede in questo senso si equivalgono – che dovrebbe incantare solo i fessi ma che ha una sua incidenza in una società di teledipendenti smarriti e inconsapevoli.
A chiudere il cerchio della mistificazione in salsa moderata, un meschino inganno. Tra i partiti sbrigativamente definiti “novax” compariva anche “Italexit “di Paragone, intervistato all’inizio della puntata, senza che Brindisi il saggio gli ponesse neppure una domanda su quella definizione che, vigliaccamente, alle spalle, gli affibbiava un’ora dopo, con la silente compiacenza degli altri attori di quello show indecente e squallido.