Zelensky e la NATO dimenticano di dirci qualcosa – Probabilmente ogni guerra, almeno dall’inizio del ‘900, è stata piena di menzogne rispondenti all’interesse di una delle fazioni in combattimento, ma viene da domandarsi quanto può essere cambiato con l’interconnessione globale ancora più spinta.
Nel senso di chiedersi se l’informazione ha aumentato la sua quota di menzogne per contrastare l’impossibilità di bloccare la totalità della controinformazione interna.
La guerra in Ucraina ha generato una babele ideologica incredibile
Da una parte c’è Putin che santifica Stalin indiscusso e nefasto autore negli anni ’30 di una carestia programmata contro i contadini ucraini che non volevano assoggettarsi alle disposizioni del marxismo in materia di abolizione della proprietà privata nel settore agricolo.
Ben inteso, non fu una lotta solo con i contadini ucraini, perché lo stesso avvenne in enormi aree agricole della Russia, ma i discendenti di quei contadini ucraini se la ricordano ancora oggi perché causò milioni di morti per denutrizione. Le stime degli storici variano tra i 4 milioni e i 10 milioni di morti.
Di tutti i vari misfatti dello stalinismo la Russia ha chiesto scusa solo ai polacchi per i 22.000 ufficiali fucilati nelle fosse di Katyn, poi basta. Invece mai nessuna richiesta di scuse verso gli ucraini. Sempre Putin inneggia oggi nel ricordo di Stalin che liberò l’Europa dal nazismo, senza precisare che Stalin si alleò con Hitler concordando un’invasione congiunta della Polonia e allo stesso tempo lo tradì accordandosi con gli anglo-americani con i quali preparò furtivamente la guerra alla Germania almeno sei mesi prima dell’attacco tedesco; quando prima spostò di nascosto le fabbriche e le centrali elettriche verso gli Urali e poi iniziò a ricevere aiuti bellici dagli Usa.
Sarebbe mai scoppiata la Seconda Guerra mondiale se Stalin non avesse tradito la Germania? Di fatto oggi Stalin viene fatto passare per il liberatore dell’Europa anche se molti polacchi e molti ucraini non sono d’accordo.
Dall’altra parte c’è la commistione ideologica legata a vari reparti dell’esercito ucraino dove basta attaccarsi una mostrina con dei simboli runici per farsi credere nazionalsocialisti. Mentre i nazionalsocialisti erano l’opposto del pensiero unico liberal invece accettato da quei reparti ucraini. Quei nazisti aspiravano appunto al socialismo e a una nuova meritocrazia che sostituisse la meritocrazia liberale, invece oggi agognata sempre dai suddetti reparti ucraini.
In sostanza, i nazionalsocialisti veri avrebbero addirittura debellato i finti nazisti ucraini, che qualcuno ha giustamente definito come i nazisti dell’Illinois del noto film The Blue Brothers.
Azzerando la babele ideologica, l’Ucraina di oggi era divisa in due fazioni politiche?
Per capire quanto sta succedendo si deve per forza guardare internamente alle varie fazioni ucraine di oggi, perché in Ucraina non la pensano tutti allo stesso modo.
Tradizionalmente, indipendentemente dalla popolazione russofona, l’Ucraina si divideva tra partiti filoamericani e partiti filorussi. Si può quasi immaginare a una spaccatura a metà che ondeggiava un po’ più di qua e un po’ più di là, a seconda del momento.
Di fatto, nel 2014 governava una coalizione filorussa regolarmente eletta, deposta con delle aggressive dimostrazioni di piazza a Kiev dei filoamericani. I quali, per altro, avevano già governato poco tempo prima.
Quindi, per capire bene, si deve innanzitutto considerare la grande quota di filorussi presente nella società ucraina.
Come si muovevano i russofoni nelle loro aree geografiche?
Adesso, si torni per un momento ai russofoni veri e propri, ovvero quei cittadini essenzialmente collocabili in Crimea e nel Donbass, e si cerchi di capire come si muovevano.
Un italiano può capire bene come si muovevano i russofoni perché esiste una situazione analoga in Alto Adige con la popolazione di lingua tedesca. Ovvero i russofoni ucraini del Donbass e della Crimea puntavano a un’autonomia tanto quanto gli altoatesini nostrani. Fatalmente, la richiesta di autonomia era più molle quando governavano i filorussi, più rigida quando governavano i filoamericani.
Avevano organizzazioni militari segrete sul tipo quelle dell’Ira irlandese o dell’ETA basca? Probabile, ma erano ancora lontane da un attivismo militare di quel tipo.
Come si muovevano i filoamericani?
Avevano iniziato a uccidere migliaia di russofoni (vedi il rapporto dell’Onu al riguardo) sospettati di attivismo autonomista, con una recrudescenza a partire dal 2014. Si ricorderà in proposito l’assalto alla sede del sindacato russofono di Odessa che causò decine di morti tra i russofoni. Ecco, quello fu come un segnale per una serie di massacri simili successivi.
Durante queste uccisioni si tennero le elezioni che portarono al potere Zelensky, il quale ricevette un voto ampio del 73% perché, quale russofono, fece credere che avrebbe lavorato per la pacificazione interna. E invece fu un inganno perché i massacri di russofoni continuarono come prima.
A questo punto i filoamericani iniziarono a temere un intervento di Putin. Se noi italiani sapessimo che stanno massacrando delle comunità di italiani fuori dall’Italia, non ci augureremmo un intervento dei nostri soldati?
Temendo ciò, gli ucraini filoamericani pensarono bene di chiedere l’entrata nella Nato per proteggersi e, nel 2021 effettuarono tre esercitazioni insieme alla Nato in scenari di guerra.
Con Trump non gli era mai stata consentita l’adesione alla Nato ma dopo era arrivato Biden (e il figlio di Biden) e le speranze furono alimentate. Nel mentre Trump denunciava senza successo gli oscuri rapporti di denaro ucraino proprio verso il figlio di Biden.
Inizia la guerra, che fine fanno i filorussi?
In questo capoverso non si sta parlando dei russofoni del Donbass o della Crimea, si parla dei filorussi di Kiev.
Si sa che Zelensky mette immediatamente fuori legge i partiti filorussi, ma che fine hanno fatto tutti gli attivisti di quei partiti?
Nessuno ne accenna mai tra tutti i media filo Nato.
Si dica subito che, in un mondo pieno di telefonini, potrebbero e dovrebbero essere considerati come delle potenziali spie del nemico. È un attimo segnalare all’esercito russo le posizioni dell’esercito ucraino.
Chi c’è allora nelle fosse comuni mostrate superficialmente da Zelensky?
Secondo Zelensky le fosse comuni sono piene di civili ucraini, già, ma di quale fazione? Il famoso missile tirato sulla stazione di Kramatorsk risultò un missile lanciato dagli ucraini e ciò fu contestato da Zelensky. Ma quello che non si poté contestare è che i civili presenti nella stazione erano dei filorussi che stavano evacuando dalle zone di guerra.
E i civili morti mostrati a Bucha? Di sicuro i cinque giustiziati in una cantina mostravano le fascette dei filorussi.
Ancora, è inequivocabile il lungo video sui dintorni dell’acciaieria di Mariupol dove si erano arroccati quelli del reggimento Azov: i loro cecchini avevano ucciso tutti i filorussi dei dintorni.
E l’esercito russo, non li ammazza i civili?
Sarebbe più stano perché dovrebbe distinguere i filoamericani dai filorussi loro amici e, in ciò, avrebbe maggiori difficoltà rispetto a Kiev dove il ministero degli Interni li aveva schedati da tempo. Ecco perché i russi non avanzano mai a rullo se ci sono dei civili nelle vicinanze.
Enemy Aliens o fosse comuni?
Con la Prima Guerra mondiale gli anglosassoni inaugurarono la figura degli enemy aliens, ovvero dei nemici interni che dovevano essere messi in condizione di non nuocere e la procedura fu riconfermata con la Seconda Guerra mondiale.
Così tedeschi, giapponesi e italiani che vivevano, ad esempio, negli Usa, furono internati nei campi di concentramento anche se erano già cittadini americani.
Non dubitiamo che Zelensky abbia considerato dei nemici interni i filorussi, ovvero metà della popolazione ucraina, ma, visto che non ci sono campi di concentramento dove sono internati. Ci può far sapere come li ha neutralizzati e che fine hanno fatto?
Carlo Maria Persano