Woke, la grande cancellazione e la grande sostituzione (I)
E’ tempo di analizzare la velenosa ideologia woke come elemento centrale del Nuovo Ordine Mondiale globalista, liberista, americano centrico. I sedicenti risvegliati esprimono al massimo grado l’intersezione teorizzata da Kimberle Crenshaw, femminista radicale nera, tra le varie anime della cultura del vittimismo o- come preferiscono dire i suoi araldi- la “scoperta” della sovrapposizione di diverse identità sociali e delle relative discriminazioni, oppressioni, dominazioni poste in atto dal criminale collettivo trans generazionale, il Maschio Bianco Eterosessuale “eteronormativo”.
Uno degli elementi decisivi è la dittatura feroce del presente: un esempio, l’ultimo in ordine di tempo, sono le nuove vetrate della cattedrale parigina di Notre Dame, gravemente danneggiata alcuni anni fa. Il restauro non è avvenuto nel rispetto del valore artistico, identitario, spirituale e nazionale del monumento, già sostituito nell’immaginario popolare dalla Tour Eiffel, simbolo del positivismo ottocentesco. La nuove vetrate- uno dei momenti più alti dell’arte medievale- devono rappresentare, secondo gli ispiratori ( non contrastati dalla neo Chiesa globalista) la “Francia di oggi”. Nessuna spiegazione, nessuna motivazione: il presente è legge a se stesso. Disegni astratti senza simboli religiosi al posto della complessa narrazione spirituale sublimata nell’arte delle vecchie, venerande vetrate. Il relativismo e il rancore anticristiano (e antinazionale) all’interno del tempio cattolico più iconico di Francia. La grande capitolazione al servizio della cancellazione.
La ( anti) cultura woke rappresenta insieme la sostituzione generale dei valori, dei principi, del linguaggio, del senso comune, della popolazione europea e occidentale, l’ode ai totem del progresso- il nuovo è sempre migliore del vecchio- e del presente- il passato è il buio barbarico rischiarato dall’accecante modernità ( “ al modo odierno”) . Evidente il debito con il marxismo nella sua declinazione occidentale, dalla Scuola di Francoforte all’orrendo Foucault, dallo strutturalismo sino ai decostruttori (il “mal francese”).
Altrettanto profonda è la relazione con la prima cancellazione, la rivoluzione del 1789 nella forma giacobina, il cui fosco simbolo è la ghigliottina e il cui eroe è Robespierre, presto vittima delle sue stesse follie. Giacobinismo più marxismo depurato dal collettivismo, più nichilismo nutrito da una capziosa interpretazione di Nietzsche, più l’ odio contro la civiltà e le genti europee distillato da opere come I dannati della terra di Frantz Fanon, che partiva però da una legittima rivolta anticoloniale.
Innanzitutto, va rilevato che il “wokismo” è una religione rovesciata. Come ogni fede rivelata, non può che pronunciare scomuniche contro i non credenti. In quanto ideologia palingenetica animata da un isterico moralismo invertito, giustifica la violenza che esercita con la necessità di fare piazza pulita di tutto ciò che si oppone al suo trionfo, coincidente con il progresso, la giustizia, l’uguaglianza, tranne quella economica, vietata dal liberismo che ne è l’ufficiale pagatore. Bertolt Brecht, militante comunista, così legittimava la violenza rivoluzionaria: “anche l’ira per l’ingiustizia fa la voce più roca. Noi ahimè che volemmo preparare la terra all’amicizia non potemmo essere amichevoli.”
Ogni ideologia, avverte Carl Schmitt, è teologia secolarizzata. Dunque, i teorici della tolleranza non possono essere tolleranti con i nemici (disumanizzati nel male, dunque degni di distruzione, altra scoperta di Schmitt) poiché l’approccio legalista prolunga situazioni di ingiustizia, impedendo il trionfo finale dei diritti umani e l’instaurazione definitiva della pace . “Chi non capisce la religione non capisce la politica”, scrive lo spagnolo Dalmacio Negro, sulle orme del connazionale Donoso Cortés. Soprattutto non è in grado di comprendere le ideologie operanti nel nostro tempo e la loro funzione pseudo-religiosa.
La parodia blasfema dell’Ultima Cena nella rappresentazione delle Olimpiadi ha rivelato la vera natura dell’ideologia risvegliata che ci ha invaso sino a soffocarci. Il wokismo è una parodia grottesca del cristianesimo, alimentata dall’invidia. In questo senso è l’ultima stazione della civiltà europea, quella terminale. A partire dal termine con cui vuol essere identificato: sveglio, anzi risvegliato dopo un lungo sonno. Aggettivo mutuato dal gergo dei ghetti neri americani, che rimanda involontariamente ( non certo per i teorici woke) alla Lettera di San Paolo agli Efesini, in cui l’apostolo delle genti invoca: svegliati, tu che dormi [5, 14].
In precedenza, in un passaggio di capitale importanza, scriveva: egli [Cristo] è la nostra pace: lui che ha fatto di due popoli uno, abbattendo nel suo corpo di carne il muro che li separava: l’odio. Ha abolito la legge con i suoi comandamenti e decreti, per creare, dai due, in se stesso, un solo uomo nuovo, facendo la pace. Ha riconciliato i due con Dio, unendoli in un solo corpo mediante la croce, mettendo a morte, in lui, l’odio. È venuto ad annunciare la pace: pace a voi che siete lontani, pace anche a coloro che sono vicini. Così tutti e due possiamo accostarci al Padre per mezzo di lui nello stesso Spirito [2, 14-18].
Suggestioni che spiegano la facilità con cui quel che resta di un cristianesimo depurato dalla trascendenza (!!!) accoglie con favore la cancellazione woke. Senza il marxismo – la religione secolare per eccellenza per un secolo e mezzo- non si comprende il mondo dei risvegliati. Eliminati i riferimenti paolini a Dio, allo Spirito Santo e a Cristo, resta l’appello ad abbattere il muro di separazione; abolire la “legge” con i suoi comandamenti e regole; uccidere l’odio. Con l’abolizione del Muro, della Legge e dell’Odio, arriverà uno stato di pace e emergerà un uomo nuovo, l’Uguale, l’Unico.
Questa è la descrizione più sintetica dell’ideologia woke. Se il marxismo può essere visto come una versione senza Dio del messianismo ebraico, il Wokismo è la scimmia del cristianesimo paolino senza Cristo.
E come il cristianesimo è emerso dal giudaismo, ma con esso ha rotto per diventare una fede diversa, il wokismo è nato dal marxismo ma si è tramutato in qualcos’altro, un’ideologia tuttavia incomprensibile senza il passaggio neo marxista, poiché ne è la radice, ma entrambi indecifrabili senza riferimenti ebraici e cristiani. In breve, il woke è una parodia atea del cristianesimo espresso da Paolo nella Lettera agli Efesini.
Analizziamo le tre grandi affermazioni comuni, a cominciare dall’intenzione di “abbattere il muro” che divide le persone. Non è forzato pensare che nella simbolica abolizione del “muro” di separazione tra ebrei e gentili dell’epistola paolina, sia implicita la soppressione di ogni muro o confine che ha diviso i popoli della terra. Questa, del resto, è la cifra a-teologica del pontificato di Bergoglio.
Insieme all’eliminazione dei confini tra le nazioni, vengono abolite le categorie di vicino e lontano. Ogni essere umano è nostro prossimo, senza distinzioni di sorta. Nessuna nazionalità, razza o cultura. Superate le distinzioni religiose. Quindi è immorale preoccuparsi più dei vicini” che dei lontani.
Con tali presupposti, qualsiasi forma di preferenza comunitaria o di amore che dia priorità a ciò che è personale e vicino, come l’amore per la famiglia o la patria, la lingua o la medesima tradizione spirituale, deve essere considerata malsana, una fobia, una malattia. Di conseguenza va eliminata con ogni mezzo. Oltre ai muri che separano le nazioni, un altro muro divide l’umanità in due, stabilito dalla biologia, accolto nella Genesi biblica, quello tra maschi e femmine. Anche questo confine deve essere abbattuto affinché l’uomo possa diventare ( o credersi) donna e la donna uomo.
O meglio, che si proceda verso l’Unico, l’androgino, il trans. Chi nega questa sorta di convertibilità, intercambiabilità o scelta individuale dei sessi è un nemico; peggio, un malato fobico. Di qui l’invenzione continua di neologismi insensati (omofobia, transfobia, omo-bi-transfobia). Alla fine, resta l’ultimo muro da rimuovere, quello che separa l’uomo da Dio. Ogni distinzione e separazione tra l’umano e il divino, il sacro e il profano, il Cielo e la Terra è cancellata in quanto falsa. L’uomo è Dio e Dio è l’uomo. Il trionfo dell’homo deus. Chi lo nega è il nemico.
Con l’abrogazione della Legge, delle sue regole e mandati, viene simbolicamente soppressa l’idea di un mondo configurato da un ordine sacro preesistente, indisponibile alla volontà dell’uomo. Impossibile, poiché il primo comandamento della nuova religione è “io voglio, quindi posso”.
Il mondo di ieri è soprattutto, per i risvegliati, un evo oscuro strutturato attorno alle categorie di paternità e gerarchia. Non si può ammettere nulla che implichi priorità o superiorità, poiché contraddice l’idea suprema di un’umanità emancipata, l’idea di assoluta equivalenza tra gli uomini. L’ abolizione della Legge- di cui Michel Foucault fu il massimo banditore – implica soprattutto la cancellazione dell’idea insopportabile di peccato. E più specificamente di peccato originale, la propensione al male insita nella natura umana. Le sciocchezze russoviane sul “buon selvaggio” sono penetrate in profondità nell’immaginario occidentale, anche dei cristiani.
Una volta abolita la Legge, il peccato cessa di esistere. E con esso scompaiono tutte le idee di sacrificio ed espiazione, così come di culto e adorazione. Si dissolve il concetto, risalente all’antichità greca, di limite, la frontiera che vieta ciò che è empio.
Infine, l’abolizione dell’odio. Quale odio? Per l’ideologia woke, odiatori sono coloro che perseverano nella convinzione che muri, confini, limiti, costumi ricevuti, siano buoni e necessari. Sono uomini e donne carichi di odio coloro che esercitano la carità prioritariamente nei confronti del prossimo rispetto al lontano; e ovviamente odia chi ritiene che esista una differenza insormontabile- biologicamente definita- tra i sessi, o che esista una legge naturale che distingue tra atti oggettivamente buoni ed oggettivamente cattivi.
Nella pseudo-religione woke, chi si oppone all’ abbattimento dei muri e all’abrogazione della legge naturale, odia. Quindi va punito esemplarmente dopo averlo ridotto al silenzio. Per il loro odio diventano odiosi, pensano i risvegliati: eretici da rieducare oppure abbattere. La cancellazione sradica il delicato alberello delle libertà. “Avere un’opinione propria, essere un individuo e non un avanzo di individuo farlocco, di scarto, di quelli che sanno distinguersi grazie al vestito, la macchina, il look, gli hobby, eccetera, costituisce la definizione stessa di eresia. La libertà di pensiero è stata sempre una malattia. Oggi possiamo dirci completamente guariti. Chi non declama il catechismo collettivo è additato come pazzo” (Ph.Muray) .
Roberto PECCHIOLI
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