Vegetarianesimo, veganesimo: le scelte impossibili
Ci sono categorie di persone che solo qualche tempo fa – non molto tempo fa – sarebbero state considerate animali da zoo o treni a scartamento ridotto; gente che i nostri bisnonni avrebbe guardato come si guarda un gatto zoppo, e che oggi si sente in diritto di dar lezione, di scrivere libri, di dettar regole.
È il caso dei vegani e dei vegetariani.
Non è qui il luogo dove discutere della bontà della loro dieta per la salute del corpo; è però qui il luogo dove ribadire finalmente una verità negletta: se l’umanità fosse stata da sempre vegana o vegetariana si sarebbe estinta; ancor prima dell’estinzione la maggior parte del pianeta sarebbe rimasto disabitato; se la maggior parte dell’umanità oggi divenisse vegana o vegetariana enormi aree del pianeta dovrebbero essere abbandonate e l’impatto ambientale sarebbe devastante.
Cinque ere glaciali
Gli esseri umani sono sopravvissuti ad almeno cinque ere glaciali: vi lascio pensare a cosa sarebbe accaduto se avessero disdegnato carne e pesce!
“Ugo caro, oggi, per me insalatina, un chilo di fragole, due porzioni di legumi, bacche e risotto. Non dimenticare il pane!”
“Wilma dolcissima, ma qui è tutta una distesa di ghiaccio e ancora non sappiamo cosa sia l’agricoltura…con che lo faccio il pane???Io ti porto un bel pezzo di carne…che ne dici?”
“Ma per carità Ugo, sei un cannibale! Retrogrado, insensibile, mostro! Gli animali hanno un’anima, sono essere senzienti, come puoi pensare di mangiarli…”
Al che Ugo avrebbe preso la clava!
Eppure, non è di difficile comprensione: Wilma non avrebbe mai fatto richieste del genere perché non abitava ai Parioli (ricco quartiere romano), non frequentava Si Natura e aveva la necessità di sopravvivere in un ambiente ferocemente ostile.
Zone climatiche
Il nostro pianeta produce spontaneamente rara frutta e solo in ristrettissime zone climatiche (che per migliaia di anni sono state o troppo calde o troppo fredde), poca verdura, bacche stagionali ed un numero insufficiente di legumi spontanei.
L’agricoltura è comparsa due minuti orsono nella storia dell’evoluzione e pensare che per millenni gli umani si sarebbero potuti nutrire solo di quel che dava spontaneamente la terra non fa onore all’intelligenza né di chi ci crede né di chi propone di crederlo.
Come avrebbero potuto sopravvivere gli uomini dell’Europa del Nord? Immaginate quanta frutta e verdura avevano a disposizione i Vichinghi e i loro predecessori!
Per chi non avesse consumato proteine animali, dalla Germania in su (per rimanere in Europa), tutti i territori sarebbero stati impraticabili. Immaginate gli Scandinavi vegetariani, gli islandesi vegani! E, di grazia, come si sarebbero dovuti coprire costoro se non con le pelli di animali? Immaginate gli Inuit che non mangiano pesce, gli indiani d’America che non cacciano i bisonti!
Immaginate cosa avrebbero potuto mangiare i vegani della Siberia, della Mongolia, dell’Australia centrale, di tutte le zone montuose del mondo, dell’estremo sud e dell’estremo Nord del continente americano, ma anche delle sue zone più temperate, comunque ancora oggi inospitali! Immaginate gli spostamenti in mare, le navigazioni fluviali senza mangiare pesce, la colonizzazione delle isole da parte di popoli vegani!
Mediterraneo accogliente
Persino nella zona del Mediterraneo, tra le più accoglienti al mondo, persino oggi, senza agricoltura sarebbe impensabile sopravvivere con una dieta vegetariana/vegana, ma lo sarebbe anche con l’ausilio di un’agricoltura sostenibile! Certo è affascinante vedere il vecchio eremita che trascorre le giornate tra i boschi del Trentino alla ricerca di bacche e radici, suo unico nutrimento. Immaginate cosa accadrebbe se quei boschi dovessero nutrire migliaia di persone!
Le proteine animali sono talmente rilevanti che persino i popoli dell’Amazzonia, di numero ridottissimo, con la foresta pluviale più grande al mondo ed una biodiversità vegetale eccezionale, non vi rinunciano, anzi, le piccole guerre tribali scoppiano ancor oggi per assicurarsi il bottino di caccia.
Sfruttamento insostenibile
L’idea di far sopravvivere l’umanità convincendola a rinunciare alla carne e al pesce significherebbe dover produrre quantità ingenti di vegetali, ma questo risultato, se anche realizzabile, lo sarebbe attraverso un insostenibile sfruttamento della terra; la iperproduttività richiesta anche oggi alle nostre coltivazioni la si ottiene solo mediante l’avvelenamento dei terreni e l’uccisione di ogni forma di vita che possa intaccare le piante (si pensi ai cinghiali e a tutta la fauna selvatica pericolosa per gli orti, si pensi ai piccoli roditori e agli insetti … paradossale, eh?… più vegetariani ci saranno al mondo maggiore sarà la quantità degli animali uccisi dai coltivatori).
Qualora si riuscisse a produrre frutta e verdura in quantità sufficiente, quali sarebbero i costi anche ambientali per il trasporto (immaginate quanto capillare!), perché le popolazioni che vivono nei tanti luoghi dove la produzione di piante è impossibile, possano divenire vegetariani o vegani? La frutta, la verdura, i legumi prodotti in maniera tanto forzata che qualità avrebbero? Sarebbero in grado di sostenere una popolazione privata totalmente delle proteine animali?
Non so dire se l’assenza di queste proteine sia un bene per la salute, ma so che in passato il vegetarianesimo ed il veganesimo avrebbero sterminato l’umanità; oggi distruggerebbero l’ambiente!
di Irma Trombetta
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