Vannacci, Salis, atleti azzurri, treni arcobaleno e risse in aula: come i liberal stanno avvelenando il confronto
All’indomani delle elezioni, il mondo antifascista e progressista (termini ormai legati indissolubilmente) mostra tutta la sua follia.
Vediamo invocare il carcere a vita per il generale Vannacci, secondo la giustizia militare imputabile per istigazione all’odio razziale.
Chi ha letto il libro o sentito i suoi discorsi, ovviamente a mente aperta e senza pregiudizi, non può aver trovato odio da nessuna parte, a meno che il termine non venga stravolto nel suo significato e riassociato alla semplice contrarietà alle migrazioni e alle mescolanze, siano esse forzate e naturali.
Chi invoca le manette per Vannacci le tiene in tasca per la Salis
Allo stesso tempo, si festeggia la molto probabile immunità della Salis, sotto processo in Ungheria per violenza e morosa in Patria per occupazioni abusive. La solita giustizia antifascista, che perdona gli atti recanti, danno ma non il minimo discostarsi dalla religione partigiana.
Vediamo l’ennesimo teatrino in parlamento dove la sinistra si riscopre patriottica e sventola il tricolore contro una riforma dibattuta in aula, quella stessa sinistra che sputa sul Tricolore peggio della Lega Nord ai tempi d’oro, associandolo al solo nazionalismo (e al fascismo), all’intolleranza, alla discriminazione, propendendo più per bandiere arcobaleno o europee.
Questo in barba alla tanto osannata costituzione più bella del mondo, dove l’articolo 12 viene troppo spesso ignorato, mentre la XII disposizione viene studiata a memoria e riadattata all’uso.
La canea attorno agli atleti azzurri
Vediamo celebrare atleti con cittadinanza italiana che hanno il colore della pelle diverso da quello standard, definiti italiani autentici quando agli italiani bianchi viene imposto l’oblio della propria etnia e della propria cultura per sciogliersi nel popolo europeo.
Vediamo treni colorati come l’arcobaleno, dove però la sicurezza dei viaggiatori continua ad essere minacciata da piccoli e grandi criminali, sovente stranieri e per questo intoccabili per non rischiare di essere tacciati di razzismo.
Vediamo alcune categorie di lavoratori protestare contro un governo che li ha imbrogliati e la sinistra farsene portavoce, dopo averli accusati di essere analfabeti funzionali che non dovrebbero votare se non per suffragare le proposte progressiste.
Vediamo ex pacifisti invocare l’intervento armato contro la Russia, dopo aver riposto i gessetti colorati con cui imbrattavano le strade quando l’Europa era davvero attaccata.
I liberali stanno distruggendo questo paese
Vediamo, ma non vorremmo vedere. Non vogliamo vedere come l’antifascismo ha ridotto la nostra grande Nazione, non vogliamo vedere come abbia creato uno Stato che fa acqua e che viene nuovamente affogato quando prova a fare qualcosa di sensato, non vogliamo vedere come costruirà il futuro dei nostri figli.
Insomma, non vogliamo più l’antifascismo, non vogliamo più il progressismo, non vogliamo più l’europeismo. E lo diciamo non perché ci riconosciamo in questa o quella ideologia, ma semplicemente perché nonostante tutto amiamo questa bella Italia, un po’ acciaccata, un po’ ricurva, ma sempre la più bella.
Lorenzo Gentile
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