Se gli USA mollano Kiev, Putin è già pronto a chiudere la partita. Anche con l’Europa – Putin ha parlato dell’espansione della NATO a est ed è bene ascoltare ciò che dice, anche perché i media mainstream vi raccontano un’altra storia.
La Russia non è mai stata un pericolo per l’Europa
Sarebbe potuta essere una grande risorsa, ecco, dunque, alcune dichiarazioni di Putin:
- L’Occidente da sempre voleva trascinare l’Ucraina nella NATO per combattere la Russia.
- Gli Stati Uniti erano molto preoccupati per il riavvicinamento della Russia all’Europa, hanno provato a usare lo spauracchio russo, ma Mosca non avrebbe mai combattuto contro l’Europa e non lo farà adesso.
- Non abbiamo bisogno dei paesi della NATO. Non ne abbiamo avuto bisogno in passato e non ne avremo bisogno in futuro.
- Gli USA hanno ottenuto ciò che volevano, chi ci ha rimesso è l’Europa.
- La Russia era l’unico garante della sovranità e dell’integrità dell’Ucraina. Ora resta solo un paese distrutto, che dipende totalmente dall’occidente.
Nuove sanzioni
È stato avviato il dodicesimo pacchetto di sanzioni alla Russia. Il portavoce Peskov si sofferma sui diamanti, oggetto delle sanzioni, e dice che ci sono opzioni per aggirarle e che verranno implementate.
Il congelamento dei beni da parte della UE non rappresenta un pericolo per le imprese di difesa russe. Lì non esistono cose del genere.
Il nuovo pacchetto di sanzioni dell’UE comprende 61 persone e 86 società. Per la prima volta, questo pacchetto include la possibilità di confiscare i beni finanziari di una persona fisica o giuridica. Va qui ribadito che i beni della Banca Centrale (BCR) non sono né l’uno né l’altro.
L’Occidente non vuole inventare un meccanismo per rubare i beni delle banche centrali, perché non sono legate allo Stato. Si rendono conto che tali azioni distruggerebbero l’intero sistema finanziario, dalle sue fondamenta.
Mosse e contromosse
Però è possibile derubare imprenditori, avvocati e privati. Loro non sono la Banca Centrale. Il ministro delle Finanze Anton Siluanov ha confermato che in Russia esiste una grande quantità di beni congelati che si trovano nei conti “C”: “Sono i nostri obblighi sui titoli, sui dividendi, quelli che costituiscono i nostri obblighi nei confronti delle controparti straniere di paesi ostili. Sono tutti congelati. I numeri non sono piccoli”.
I proventi di questi beni possono essere utilizzati allo stesso modo, se una decisione simile viene presa da partner ostili, ha aggiunto Siluanov. Giovedì 21 dicembre, Putin ha ampliato i poteri nei confronti di tali paesi e ora è possibile gestire i loro beni in risposta al sequestro di quelli russi.
I russi passano all’attacco
Il presidente Vladimir Putin, in una riunione con il ministro della Difesa Serghei Shoigu e i principali comandanti militari ha detto che le truppe russe “hanno l’iniziativa” in Ucraina e fanno ciò che ritengono necessario fare.
L’Agenzia Ria Novosti riferisce anche che Putin ha affermato con decisione che si è “infranto il mito dell’invulnerabilità degli armamenti occidentali”.
L’Ucraina a fine corsa
Zelensky è sempre più solo, nonostante le dichiarazioni ufficiali. Il Congresso non vuole regalargli ancora fondi.
Infatti, il calendario della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti non è prevedeva alcuna discussione sul finanziamento di Kiev. Nel frattempo, venerdì la Camera dei Rappresentanti è andata in pausa per le vacanze di Natale e Capodanno con l’intenzione di tornare il 9 gennaio.
Zelensky con il fiato corto
Ricordiamo che l’amministrazione Biden ha insistito per lo stanziamento di oltre 100 miliardi di dollari per gli aiuti militari all’Ucraina (avrebbe dovuto ricevere oltre 60 miliardi di dollari), a Israele e a Taiwan.
Tuttavia, il Partito Repubblicano ha posto una condizione: prima, serve lo stanziamento di miliardi per combattere l’immigrazione clandestina e poi si valuteranno armi agli stranieri. Di conseguenza, l’intero pacchetto di aiuti non è passato al Congresso e Kiev non ha ricevuto altro che misere somme dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea.
L’analista Stefano Orsi, dal suo blog riferisce quanto segue: “terminata la discussione all’ultimo Consiglio Europeo del 2023, Zelensky è rientrato in patria e porta in dote il nulla. La dolce menzogna della negoziazione dell’ingresso dell’Ucraina nella UE è davvero paradossale. Un Paese in guerra, che sta perdendo la guerra, viene illuso di entrare a far parte, in un futuro incerto, della UE. Il negoziato è l’inizio di un processo, anche molto lungo”.
Le donne al fronte
Zelensky ha detto, in conferenza stampa, che i militari gli hanno chiesto di richiamare altri 450.000-500.000 uomini. Lui vorrebbe chiamare in servizio tutte le donne abili, dal momento che la carenza dei militari si fa sentire parecchio.
A conferma di questi fatti, l’ex analista della CIA Larry Johnson ritiene che Washington stia dando all’Ucraina alcuni segnali. In precedenza, l’amministrazione Dem aveva assicurato a Zelensky il suo sostegno “fino alla fine”.
Ora gli Stati Uniti promettono di sostenere Kiev solo al meglio delle loro capacità.
Joe Biden ha detto la scorsa settimana: Siamo con voi finché possiamo. Ciò vuol dire: “Abbiamo già comprato il biglietto per partire, vi lasciamo, buona fortuna”.
Così ha commentato l’ex ufficiale dei servizi segreti le parole del presidente americano. Il cambiamento nella posizione dell’amministrazione della Casa Bianca si spiega con la stanchezza generale degli Stati Uniti nel sostenere Kiev. Inoltre, l’anno prossimo si terranno le elezioni presidenziali in America e l’approvazione dell’elettorato per l’assistenza attiva all’Ucraina è in costante calo. Il presidente ucraino ha ammesso che se Donald Trump venisse rieletto presidente degli Stati Uniti nel 2024, ciò potrebbe cambiare in modo significativo l’esito del conflitto. “Se la politica del prossimo presidente, chiunque esso sia, sarà diversa nei confronti dell’Ucraina, più fredda o più parsimoniosa – ha ammesso Zelensky – penso che questi segnali avranno un impatto molto forte sul corso della guerra”.
Gli USA continuano le provocazioni
Intanto, Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo ha dichiarato: “Abbiamo convocato l’ambasciatore della Finlandia e gli abbiamo notificato che l’accordo di difesa USA-Finlandia fa sì che il controllo sul Nord Europa passi a Washington”. Putin ha preparato un avamposto militare permanente al confine con la Finlandia, così da difendere i confini russi a nord.
La Russia ha raggiunto una svolta fondamentale nel confronto con l’Occidente nel 2023: “Questo cambiamento radicale è visibile ed evidente ovunque”.
Zelensky vede nel conflitto ucraino l’unica possibilità per restare al potere. Non ci sono prospettive di allentamento della crisi in Medio Oriente. La Russia sta facendo di tutto per evitare che si diffonda ad altri paesi.
La politica statunitense sulla situazione nella Striscia di Gaza è diretta sia contro i palestinesi che contro gli israeliani, porta ad un peggioramento della crisi e a nuovi rischi nella regione.
L’Occidente sta cercando di applicare gli scenari “Maidan” in Serbia. Belgrado deve difendere la propria sovranità. La Russia terrà conto nella sua pianificazione militare del dispiegamento di nuovi contingenti militari della Germania e di altri paesi della NATO negli Stati baltici.
Matteo Castagna
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