Colloquio tra Mattia detto Lola, attivista LGBTQplus e un sacerdote del 900 DC, tale don Severino Anicio
Don S.A.:” Prego accomodatevi, cavalier Mattia!”
M/L:” Mi scusi, ma non sono cavaliere”
Don S.A: ”Siete dunque di rango inferiore?”
M/L: ”No, non è questo il punto…è che non mi sento maschio e mi piacerebbe lei mi appellasse “madonna Lola”…ai miei tempi diremmo “signora”!”
Don S.A: “Ahahahahah, vi piacciono le burle, messere! “Messere” si confà ai vostri desideri?”
M/L:” No, guardi, sono serissima ed ora anche offesa. Pretendo lei mi consideri donna”
Don S.A: ”Ma della donna a voi mancano sia le fattezze che gli organi…immagino!”
M: ”Il sentirmi tale mi fa esser tale e spero lei rispetti questa mia scelta! D’altronde non è lei che poco fa spiegava sant’Agostino…”Dio fece buone tutte le cose”. Io sono stata creata così da Dio…un maschio che si sente femmina. Come creatura di Dio anche io sono “buona” ”
Don S.A: ”Credo voi abbiate frainteso! Dio ha creato tutto buono, ma la creatura, buona rimane, quando non tradisce il fine per il quale fu creata il quale fine (anch’esso buono) le impone di rispettare il suo posto, ordinato, nel mondo”
M/L: “Io sono stata creata così ed il fine della mia mascolinità (che è tutta femminilissima!) è amare un altro uomo. Chi dice che il fine per il quale il mio corpo fu voluto sia quello di amare una donna? ”
Don S.A: ” E’ il corpo stesso, i suoi organi, la sua reale natura (non quella deviata che voi prendete per buona), la sua oggettività che suggerisce la verità: i vostri organi sono voluti da Dio per il piacere, ma il piacere non è il fine ultimo. La procreazione lo è. La procreazione avviene nell’incontro con una donna per il quale il vostro corpo è stato “costruito”. Se voi “usate” il vostro corpo per amare un maschio lo deviate dallo scopo originario (l’unico scopo buono) e irrimediabilmente lo “usate” per uno scopo contrario… ed uno scopo contrario ad uno scopo buono, è uno scopo cattivo.”
M/L: “Nel Vangelo mi pare si parli di amore…esiste dunque una classifica dell’amore lecito e dell’illecito. E chi decide tutto ciò? Chi dice che ciò che io sento non è la mia vera natura?”
Don S.A: “Voi sentite male…direi malissimo! Avete una percezione distorta cioè malata. Probabilmente non ne avete colpa. L’avrete quando l’asseconderete. Esiste certamente un amore buono ed uno cattivo…l’amore dell’adultera era amore, ma non buono! La vostra vera natura, come vi ho già detto, è scritta nel vostro corpo, il quale è creato da Dio che la decise e la ordinò ad un fine preciso. La vera natura di una forca è smuovere la paglia: la sua forma lo detta; quella della vanga è dissodare: la sua forma lo impone. Voi pretendete che la vanga smuova la paglia e la forca dissodi la terra…sareste un contadino pessimo e se credete di essere un ottimo uomo fingendovi donna e agendo come tale incorrerete nel medesimo errore”
M/L: “ Nel mio mondo io sono libera di esprimermi come voglio…pure di fare la vanga malgrado sia nata forca…noi la chiamiamo libertà!”
Don S.A: “ Messere (e non pretendiate che io creda ciò che non è vero e che vi chiami madonna!), senza che vi sia d’offesa: io la vostra la chiamo stoltezza! Se un certo fiume nasce per arrivare al mare e voi lo deviate laddove non dovreste, credete che prima o poi giungeranno inondazione e devastazione! Ponete molta attenzione a ciò che fate!”
M/L: “Io credo, caro il mio don, che nulla deve toccare la mia libertà. Soprattutto la mia libertà di essere ciò che voglio. E’ una conquista che abbiamo ottenuto di recente.”
Don S.A:” Voi avete conquistato la libertà di fingere d’essere ciò che non siete e mai sarete? E’ una gran brutta libertà!”
M/L: “E quale sarebbe la libertà per voi medioevali?”
Don S.A: “Essere pienamente ciò per cui Dio ci ha creati!”
M/L: “Schiavi dei desideri di Dio, dunque!”
Don S:A: “Figli obbedienti di un Dio che, in quanto tale, crea il buono, lo finalizza al bene e lo rende immortale, divinizzandolo.”
M/L: “Io obbedisco a me stessa!”
Don S.A: “Obbedite a Chi vi ama più di quanto voi vi amiate! Aderire al progetto di Dio che è perfetta libertà sarà la vostra libertà…
vado via…sono in ritardo per i vespri…”
M/L: “Addio!”
Don S.A:” Lo spero…ma ricordate, Messere, che per arrivare a Dio, il viaggio comincia qua!”
di Irma Trombetta
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