Una nazione di Mostri! Dobbiamo sorprenderci? * – Violenze ed omicidi anche per futili ragioni, stupri ripetuti di bambine, droga che scorre a fiumi, femminicidi quotidiani, criminalità impunita che signoreggia su territori completamente sottratti al controllo dello Stato … Ed è appena la punta dell’iceberg! Quanto non vediamo e non sappiamo! Quanto non riceve “l’onore” di apparire sul palcoscenico mediatico eppure produce sofferenza, umiliazione, degrado in masse crescenti, soprattutto giovanili?
Si scatenano allora le diagnosi e le terapie degli stregoni massmediatici, politici e “culturali”.
Più repressione! Più forze dell’ordine! Pene più severe! Più scuola e lotta all’evasione dell’obbligo! Educazione sessuale in classe (e chi la farebbe? Con quale impostazione antropologica?)! Più sport! Tutte soluzioni palliative, parzialmente efficaci, se non addirittura controproducenti.
Esilarante la soluzione al problema pornografico: lo vietiamo ai minorenni e tutto è a posto. Non sorprende che quest’ultimo ritrovato trovi il plauso di un santone e produttore del porno, che vedrebbe così sdoganato la sua … attività lavorativa. È una soluzione che sottintende la malvagità del porno per i minori, mentre per “adulti maturi”, “responsabili” … sarebbe meglio degli integratori alimentari! Stranisce che persone più avvedute, ministri compresi, non colgano la malizia della proposta. Si vuole ignorare che cultura, media e spettacolo sono totalmente pornificati e di questo lurido processo sono tutti vittime, adulti e minori, maschi e femmine.
Per chi osi denunciare tale fogna è pronta la gogna mediatica, ma nonostante ciò preme ricordare con chiarezza:
Primo
La prima agenzia educativa è la famiglia, a cui seguono scuola e chiesa. Non si educa la persona al sesso, ma all’essere persona nella sua integralità. Svincolare il sesso dal resto dell’essere, lo rende fine a se stesso, e ciò è contrario alla natura e alla dignità umana; diventa pansessualismo. L’attrazione sessuale in rapporto all’altro (non un altro qualunque!) è manifestazione dell’affettività, dell’amore all’altro nella sua integralità. Se così non è, si tratta di pura genitalità, trainata dal piacere e dall’istinto riproduttivo della specie, che rende l’uomo pari alle bestie. Non tutte; le aquile, i cigni e i lupi conoscono anche fedeltà, continenza e vedovanza. L’uomo, inoltre, perché essere libero e intelligente, può scendere anche ad un livello più basso di quello animale, quello della perversione.
Secondo
Come un ragno operoso l’uomo (occidentale in particolare) nel corso dei secoli ha costruito una tela di cultura, di istituzioni, di bellezza, attenta alla salvaguardia della sua dignità e pronta a sostenere i bisogni dei più deboli. Quell’uomo ha spazzato via la schiavitù, l’aborto, lo sfruttamento dell’altro (soprattutto dell’altra e dei minori), dando vita ad una civiltà rispettosa della natura umana e conforme al disegno divino. Qualche secolo fa il ragno, mirando la bellezza di ciò che aveva costruito, notò un filo che andava verso l’alto e lo trovò inutile. Lo recise. E pezzo dopo pezzo la costruzione crollò. Così avvenne ed avviene per la nostra civiltà che taglia ogni legame con il trascendente, e che si popola sempre più di mostri, lasciandoci sorpresi e stupefatti.
Terzo
Il problema di fondo è quindi la crisi della civiltà e la soluzione ci veniva indicata più di un secolo fa dal grande pontefice San Pio X: “… bisogna ricordarlo energicamente in questi tempi di anarchia sociale e intellettuale, in cui ciascuno si atteggia a dottore e legislatore -, non si costruirà la città diversamente da come Dio l’ha costruita; non si edificherà la società, se la Chiesa non ne getta le basi e non ne dirige i lavori; no, la civiltà non è più da inventare, né la città nuova da costruire sulle nuvole. Essa è esistita, essa esiste; è la civiltà cristiana, è la civiltà cattolica. Si tratta unicamente d’instaurarla e di restaurarla senza sosta sui suoi fondamenti naturali e divini contro gli attacchi sempre rinascenti della malsana utopia, della rivolta e dell’empietà: “omnia instaurare in Christo” (Notre charge apostolique, 25.8.1910). Come sarebbe opportuno che la Chiesa nella sua interezza prendesse atto di questa enorme verità e si adoperasse in tal senso! È su questa sfida che l’uomo occidentale e l’Europa si giocano il proprio futuro. Prendiamone atto finché siamo in tempo.
di Diego Torre
*Articolo del 7 settembre 2023 tratto dal sito “Il cammino dei tre sentieri”