Un martire bianco non deve fare notizia – Las Vegas, un bianco di 17 anni, Jonathan Lewis, viene linciato selvaggiamente nella sua scuola, la Rancho High School, da un branco di studenti neri.
Portato in ospedale non riesce a sopravvivere e muore per le ferite ricevute.
La morte risale a martedì scorso anche se la notizia si è diffusa solo nei giorni seguenti.
La sua colpa: essere intervenuto in difesa di un altro amico aggredito e che stava per essere derubato dai neri.
Sappiamo bene cosa segue all’uccisione di un afroamericano da parte della polizia negli Stati Uniti: manifestazioni, violenze, devastazioni giustificate dai media scandalizzati e dalla cultura liberal oggi dominante.
Il silenzio dell’opinione pubblica USA
La criminalizzazione dei bianchi è oggi una delle costanti del condizionamento mediatico operato dal Sistema.
Quando invece il crimine è commesso ai danni dei bianchi l’intera narrativa cambia e se non si possono giustificare in alcun modo le aggressioni da parte dei neri si preferisce tacere e ignorare o almeno sminuire gli eventi.
Questa aggressione bestiale ne è un esempio: poca copertura mediatica, nessuna polemica sociale, nessun vittimismo strappalacrime, imbarazzo nelle forze dell’ordine che non hanno ancora operato nessuno arresto benché ci siano scene filmate almeno della fase finale dell’aggressione e i criminali siano tutti compagni della stessa scuola.
Presto anche da noi?
Un’aggressione emblematica della situazione di tante scuole e di tanti quartieri americani, oggi, ma che presto potrebbe verificarsi anche da noi, in Italia e in tutta l’Europa occidentale, con i bianchi colpevolizzati in partenza e isolati e circondati da branchi ostili di colore.
In Francia e Gran Bretagna in particolare è quello che si sta delineando.
In Italia non tarderà a lungo se non si mette subito un freno all’ invasione. In quanto a Jonathan, coraggiosamente intervenuto in nome della giustizia e dell’amicizia, non possiamo che onorarlo con le parole del Vangelo: “Non esiste amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici”.
Marzio Gozzoli