Un italiano in Donbass, intervista ad Andrea Palmeri – Il nostro connazionale Andrea Palmeri vive da anni in Russia e da sempre promuove progetti di solidarietà per le popolazioni colpite dalla guerra nelle repubbliche di Donetsk e Lugansk.
Andrea oltre che essere impegnato nel sociale si prodiga anche in un lavoro di divulgazione della reale situazione delle popolazioni che vivono a ridosso della linea del fronte e tante volte ha documentato le atrocità commesse dal regime ucraino ai danni delle genti russe delle due province separatiste.
Siamo riusciti a raggiungerlo per una breve chiacchierata.
Domanda 1.
Lo stato italiano supporta fortemente l’Ucraina e ha sempre votato a favore delle sanzioni alla Russia.
Storicamente i rapporti tra Russia e Italia sono sempre stati molto buoni con un fitto scambio non solo economico ma anche culturale e umano. Dopo oltre 2 anni di guerra come sono visti gli italiani e l’Italia in Russia?
R. Purtroppo, l’Italia contro i propri interessi supporta l’Ucraina. E ciò è scontato perché siamo un paese privo di sovranità. Guarda magari i russi sono delusi dal governo italiano, dal governo Lega, Meloni si aspettavano un comportamento diverso, ma chi si occupa di politica capisce che non è l’Italia a decidere, ma gli USA. E in ogni caso i russi amano l’Italia, siamo la nazione europea che più amano, per questo un pò ci sono rimasti male dalla russofobia degli ultimi due anni.
Domanda 2.
Chi vive in Donbass che aspettative ha per il futuro? La guerra prima o poi finirà e dopo il referendum del 2022 le repubbliche che hanno chiesto l’indipendenza o l’annessione alla Russia che cosa possono aspettarsi dal presidente Putin e dalla comunità internazionale?
R. Il Donbass ormai è Russia. Nessuno si immagina nemmeno che questi territori tornino all’Ucraina. La popolazione ha sempre voluto l’annessione alla Russia, perché non riconoscono il governo ucraino dopo il golpe del 2014. E dopo tutto quello che è successo in questi dieci anni un ritorno di questi territori all’Ucraina è assolutamente impensabile. C’è ancora tanto da fare, se in alcune zone è iniziata la ricostruzione, in altre località delle due repubbliche ancora piovono le bombe; quindi, ancora parlare di ricostruzione è presto. Dalla comunità internazionale il popolo del Donbass non si aspetta niente, se non che rispettino la scelta fatta. Qui la gente vuole la pace e una vita normale.
Domanda 3.
È chiaro che la guerra in Ucraina è sostenuta fortemente dagli USA e che è servita innanzitutto per creare una cesura insanabile tra l’Europa occidentale e la Russia.Il pericolo per le amministrazioni americane è sempre stata la saldatura, se non politica almeno economica, dell’industria europea con le risorse naturali russo-asiatiche. Le elezioni USA sono alle porte, credi che una vittoria di Trump potrebbe cambiare questo approccio?
R. A volere questa guerra sono senza dubbio i mondialisti, io le chiamo le forze globaliste. Forze che controllano gli Stati Uniti e l’Europa in quanto colonia USA. Se per gli USA questa guerra è quantomeno conveniente, per l’Europa è una tragedia. Ovvio che qualsiasi amministrazione americana, vede un rapporto collaborativo tra Federazione Russa ed Europa come il fumo negli occhi. Agli occhi degli USA gli europei sono sudditi e non alleati. Una cosiddetta Eurasia sarebbe dal punto di vista economico per noi europei un toccasana, logico che gli americani non possono permetterlo. La vittoria di Trump probabilmente porterà ad un minore impegno statunitense, ma a quel punto aumenterà l’impegno della UE. I tecnocrati hanno puntato tutto sulla vittoria sulla Russia e non possono fare passi indietro. In Europa nessuno crede ad una guerra su larga scala, eppure tutti i passi vanno in quella direzione. L’unico effetto che potrebbe dare una vittoria di Trump sarebbe una rinascita delle istanze sovraniste in Europa. Nessuno si aspetti che a salvare l’Italia o l’Europa siano i russi o gli americani. Dovete farlo da soli. Ma soprattutto qualsiasi forza politica che si consideri sovranista e che vuole fare gli interessi della patria, non può che auspicare una completa vittoria della Russia. Non solo perché da un punto di vista valoriale la Russia di Putin ci è più vicina, ma perché ristabilire normali rapporti con la Russia è l’unico modo per l’Europa di salvarsi e tornare a crescere economicamente. Ma soprattutto la vittoria della Russia porterà alla crisi della UE dei tecnocrati ed è questo che ogni patriota deve aspirare. Chi non ha capito questo, non ha davvero capito nulla.
Domanda 4.
Sei attivo nel sociale e sponsorizzi molti eventi a favore delle popolazioni colpite dal conflitto. Ci racconti cosa fate?
R. Al momento per la legge italiana io sono un latitante. La mia condanna è stato un obbrobrio giudiziario ed una condanna politica, non solo perché non ero un mercenario od un reclutatore e negli atti processuali è emerso chiaramente, ma perché nemmeno dovevano processarmi in contumacia. Vista la mia situazione ho chiuso l’associazione con cui facevo volontariato nel 2018. Ma essendo in Russia un cittadino libero e rispettato, il mio lavoro nel sociale continua. Nella Repubblica di Lugansk gestisco il centro di cultura italiana e tra le cose che facciamo c’è l’aiuto a bambini ed anziani colpiti dalla guerra. È un modo per far capire alla gente del Donbass che gli italiani sono loro amici. In tutti questi abbiamo aiutato migliaia di persone e lo posso rivendicare con orgoglio. Di conseguenza collaboro con il governo russo e le amministrazioni locali e spesso incontro gli italiani che vengono da queste parti con missioni umanitarie. È bello vedere che nonostante tutte le difficoltà ci sono italiani che fanno sentire la loro vicinanza a popoli colpiti dalla guerra. Una guerra che qui non è cominciata nel 2022 ma nel 2014.
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