Non è dato di sapere quanto il carrozzone UE rimarrà ancora in piedi, perché i segnali della sua agonia si moltiplicano giorno dopo giorno, nonostante la fede apparentemente incrollabile delle élites dominanti e dei media mainstream. Fa da contraltare l’edificanda America di Trump, che per molti aspetti non può essere il nostro riferimento, ma che ha però il merito di aver portato su molti temi della politica mondiale massicce e benefiche dosi di buon senso, confermando quanto siano gravemente autolesionistiche le politiche di Bruxelles. Vediamo, in estrema sintesi, quali sono le ultime novità sui temi che rappresentano le direttrici di un suicidio annunciato.
1 – Green
La follia del Green Deal è ormai innegabile e lo conferma la retromarcia delle Case automobilistiche sui veicoli elettrici, con un ritorno agli investimenti sui motori a benzina e persino sui tanto -ingiustamente – bistrattati diesel. Oltre alle batoste ricevute dal mercato, con crolli delle vendite e chiusure di stabilimenti, c’è stato il contributo dello tsunami Trump, che ha regalato all’industria dell’auto statunitense e, di riflesso, mondiale, un salutare bagno di realismo. Ma, si sa, a Bruxelles hanno la testa dura e si guardano bene dal riconoscere di aver imboccato una direzione sbagliata, che è già costata danni spaventosi al settore e all’occupazione.
Così, lo scorso 5 marzo, L’Unione Europea ha presentato il piano per il rilancio dell’industria europea dell’auto che prevede un rinvio di tre anni delle salatissime multe per le emissioni di CO2, anziché la loro soppressione e l’anticipazione al 2025 della revisione al Regolamento sulle emissioni, che comprende il famigerato bando del 2035 per i motori endotermici. Si prospetta una certa tolleranza per bio carburanti e gli e-fuel, pur persistendo la spinta verso i motori elettrici. Insomma, pannicelli caldi mentre l’industria sta già sprofondando.
Per non parlare delle eco follie che hanno colpito l’agroalimentare del continente, con restituzione di terreni agricoli alla “biodiversità”, ampia destinazione di suolo a parchi eolici e fotovoltaici, multe sulle flatulenze delle mucche, regolamenti sulle dimensioni delle vongole, l’imminente accordo UE/India che si prospetta come la pietra tombale su diverse nostre produzioni, come quella del riso, e mille altre misure da camicia di forza. E poi c’è anche l’incubo delle case green, con un salasso stimato dal Codacons tra i 35 mila e i 60 mila euro ad abitazione…
2 – Woke
Il suicidio di questa caricatura deforme di Europa è iniziato sin dal varo della sua Costituzione, in cui non venne inserito alcun riferimento alle radici cristiane. Fu una scelta che andava contro la Storia e contro la realtà, voluta dai gruppi laicisti del Parlamento Europeo, salutata da osceni festeggiamenti di Pannella e dei radicali. Una sorta di dichiarazione woke ante litteram. Da allora l’atteggiamento dell’UE è stato quello di presentarsi come una realtà non semplicemente senza Dio ma contro Dio.
E quindi porte aperte prima alla propaganda gender e poi a quella, più ampia, woke, con minacce e condanne agli Stati, tra cui l’Ungheria, che non si piegano ad accettare misure come quella dell’educazione gender nelle scuole, con tanto di insegnanti Drag Queen. Tra le ultime perle di questa politica, un manuale ufficiale di 61 pagine rivolto ai legislatori UE, che tende alla progressiva eliminazione di parole come “uomo”, “marito”, “moglie” e addirittura “nome di battesimo” dal linguaggio istituzionale e giuridico in favore di una terminologia cosiddetta “inclusiva”, “gender neutral”. Trump, intanto, interpretando benissimo la stanchezza dei cittadini verso queste pagliacciate, ha messo bene in chiaro che i sessi sono solo 2…
3 – Guerra
Sono bastati pochi giorni di presidenza Trump per dare una svolta vigorosa verso la pace in Ucraina, lasciando sbigottiti i governanti europei che, per tre anni, hanno saputo solo ragionare in termini di armamenti – e tanti soldi – all’Ucraina e di sanzioni alla Russia. E per rimarcare bene la loro inettitudine e la loro irrilevanza, Trump ha fatto come se nemmeno esistessero, dialogando prima con Mosca e dopo con un umiliato Zelensky, ignorando i ras di Bruxelles. Questi, spiazzati dal decisionismo del Tycoon, per dimostrare al mondo di esistere ancora, si sono messi a organizzare vertici come se avessimo orde di cosacchi per le strade del continente, coinvolgendo anche paesi extra UE come il Regno Unito, la Turchia e il Canada.
Il risultato di tanta ammuina è il piano Rearm Europe della von der Leyen, approvato dal Parlamento Europeo. Con il voto anche dei Verdi, esclusi quelli italiani, che evidentemente non sanno che la guerra è l’attività umana in assoluto più inquinante e che i carrarmati elettrici sono solo quelli per i bambini fino a 12 anni… L’ossessione bellicista avrà un costo per i cittadini europei di 800 miliardi di euro. La follia di pensare ad un esercito europeo quando un’Europa non c’è, equivale a quella di dare un bazooka ad un malato in coma profondo.
Al di là della cifra mostruosa, quando si centellinano i soldi da destinare a sanità, istruzione, stato sociale, non si comprende come saranno gestite queste fantomatiche forze armate e quanto tempo richiederà la loro istituzione. Oggi ci sono 27 eserciti nazionali con armamenti estremamente disomogenei tra loro. Mentre assistiamo ai deliri guerrafondai di Macron, che sogna di vendicare la disfatta di Napoleone e marciare su Mosca, Trump sta cercando la pace a ritmi forzati in Arabia Saudita, ben lontano da Bruxelles…
4 – Democrazia? Solo di facciata
Uno dei principali scopi delle future forze armate UE dovrebbe essere, oltre a quello ovvio di difesa delle popolazioni e dei territori, anche quello della tutela dei tanto strombazzati “valori” dell’Unione blustellata. Tra questi cosiddetti valori vi sarebbe, nemmeno a dirlo, la democrazia. Ma il condizionale è d’obbligo, perché, soprattutto negli ultimi tempi, abbiamo piuttosto assistito ad un’impennata della censura e della repressione, e soprattutto, a un sovrano disprezzo per la volontà degli elettori.
Dalla conferma di Ursula in barba ai risultati delle ultime elezioni europee, agli atteggiamenti minacciosi e intimidatori verso i possibili successi di Lepen in Francia e dell’AFD in Germania, fino all’ultimo, clamoroso, annullamento del voto in Romania e successiva estromissione di Georgescu dalle elezioni presidenziali. E poi una censura sempre più soffocante verso il pensiero critico: Visione TV ha visto chiudere il proprio conto corrente su Banca Intesa, dopo che Massimiliano Coccia, marito della vice presidente del Parlamento Europeo Pina Picierno, in un articolo su Linkiesta aveva dichiarato che dovevano essere chiusi i conti correnti delle “associazioni filo putiniane”.
La Picierno, a sua volta, su X scrive:” Caro Antonio Tajani, cara Giorgia Meloni, la rete dei propagandisti al servizio del Cremlino va fermata: vi ho già sollecitati ad agire sul caso dell’emittente russa Rossya 1, uno dei media sospesi nell’Ue, che ha trasmesso dal nostro Paese servizi legati all’invasione dell’Ucraina. Ora scopriamo che si tentenna anche su questo. Torno a chiedere con forza, lo farò anche formalmente, un intervento immediato del Governo italiano che è colpevolmente silenzioso e assente.” Sono evidentemente toni da regime. E, d’altra parte, a cosa serve la volontà popolare se poi viene completamente disattesa, a cosa serve la democrazia quando non gli elettori ma le lobby determinano le scelte della politica?
5 – Scandali e corruzione
Le lobby, appunto. Ce ne sono circa 30 mila regolarmente registrate a Bruxelles, con la pia illusione che possano essere regolamentate e controllate. Niente di più sbagliato. Lo testimoniano gli scandali dello Pfizer gate con protagonista la solita Ursula, del Qatar gate, fino ai recentissimi arresti di lobbisti al servizio del colosso cinese Huawei, con l’accusa di aver corrotto parlamentari europei per favorire gli interessi dell’azienda nella UE. Ma guarda un po’ che cosa strana… ed è solo quello che è venuto alla luce.
Questa è solo una breve sintesi, si potrebbero scrivere interi volumi su come questa UE stia distruggendo l’Europa. Da quando esiste siamo meno liberi e più poveri. Per come si è costituita, per come funziona, per i torbidi interessi che la animano, la UE può essere definita intrinsecamente perversa, riprendendo le parole di Pio XI a proposito del comunismo. Non è riformabile, non è recuperabile. Si può solo auspicare che crolli il prima possibile e, su quelle macerie, chissà tra quanti anni, costruire una nuova realtà continentale, una Europa nazione, un’Europa dei popoli, saldamente ancorata alle sue radici più autentiche, forte di valori eterni, capace di garantire benessere e sviluppo ai suoi cittadini e tornare a essere riferimento nel mondo. La nostra generazione probabilmente non vedrà questa Europa sognata negli anni giovanili. Ma forse vivrà abbastanza da assistere alla caduta dell’entità mostruosa che ne occupa il posto.
Raffaele Amato
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