Tre risposte a Giovanna Mezzogiorno – Giovanna Mezzogiorno in una lunga intervista rilasciata al Corriere della Sera non risparmia l’ennesima catechesi sugli italiani razzisti e conservatori che a suo dire non accetterebbero di buon grado lo strapotere delle comunità LGBT perché ancora ancorati ad un retaggio Cattolico oscurantista.
“Ho una sorella, Marina, di 15 anni più giovane. Ora vive anche lei in Italia ed è la mia migliore amica. Ci vediamo spesso, conosce i miei bambini. È figlia di una donna americana che ebbe una relazione con mio padre negli Usa a fine anni 80(…). Bene, la mamma di mia sorella è bisessuale, si chiama Donna.
Poco dopo la sua nascita ha vissuto in coppia per tantissimi anni con Jane, che io ho conosciuto. Dunque mia sorella è stata educata e formata da una coppia gay(…).
Tutto ciò che riguarda il mondo dell’infanzia mi lascia senza parole e andrebbe rivisto. Non solo per dare la possibilità a coppie omosessuali di avere e adottare figli con gli stessi identici diritti delle coppie eterosessuali. Trovo anche scandalosa la fatica che devono fare le coppie eterosessuali per adottare. In un mondo con milioni di bambini che hanno un bisogno incredibile di famiglia. Ci sono coppie che si arrendono a queste difficoltà. Folle, uno scandalo mondiale”.
Cosa le piace invece dell’Italia? “La gente è empatica, è un Paese in cui ancora gentilezza ed educazione hanno un valore (…) Nella maggioranza della popolazione siamo un Paese chiuso, sì. Conservatore e… la dico la parola? Purtroppo, va detta: un pochino razzista. nell’atteggiamento verso l’omosessualità, verso chi la pensa diversamente, verso chi è lontano dalla cultura tradizionale cattolica”.
L’Italia è davvero un Paese razzista verso chi è lontano dalla cultura tradizionale cattolica?
Una maestra di 58 anni per aver fatto recitare un’Ave Maria con i bambini di terza elementare l’ultimo giorno di scuola prima delle vacanze di Natale, è stata sospesa 20 giorni dall’insegnamento, con tanto di decurtazione dello stipendio.
Una misura considerata da tutti, anche da chi la critica per quell’Ave Maria nella classe di una scuola pubblica, sproporzionata.
L’Italia è un paese un po’ razzista verso l’omosessualità?
Il parlamento lo scorso anno ha sventato per un soffio il ddl Zan nonostante ad essere aumentati, soprattutto durante il periodo della pandemia (si parla di dati triplicati), non siano stati affatto gli episodi di omofobia, bifobia, transfobia ma quelli di pedofilia e pedopornografia.
Inoltre, ci sono piazze gremite con tanto di personaggi politici in prima fila per la tutela dei figli delle famiglie omosessuali, nati anche con la pratica abominevole dell’utero in affitto, ma cala un assordante silenzio su ingiustizie disumane come, ad esempio, il caso Bibbiano dove vennero spezzate piccole vite e distrutte intere famiglie.
L’Italia è un Paese conservatore e razzista verso chi la pensa diversamente?
Eppure, il festival di Sanremo, il festival della musica italiana, ogni anno, puntualmente, si presenta con gli stessi temi e artisti, stranamente tutti con la stessa linea di pensiero transfemminista.
Dallo spettacolo grottesco tra Rosa Chemical e Fedez al monologo di principessa vestita da guerriera della Ferragni.
Stando così le cose, la visione di un’Italia omofoba stona, proprio come le melodie politicamente orientate sul palco dell’Ariston.
Rita Lazzaro