Trama nera 2024: Il pericolo si cela tra ravioli alla zucca e cori goliardici – Limitandosi a una sommaria lettura dei quotidiani e riservata ogni più ampia e profonda valutazione all’esito finale dell’istruttoria, un lettore privo di pregiudizi liquiderebbe la notizia con una alzata di spalle, se non con una fragorosa risata.
Aihnoi, la questione è molto più seria, attentando alla vita delle persone e, più in generale , al rispetto dello Stato di diritto.
Ecco come titola il Quotidiano Nazionale: “Apologia del fascismo e istigazione all’odio razziale, 24 indagati”.
Apriti, cielo! Una pericolosa banda segreta di eversori dell’ordine democratico si aggira per la bassa ferrarese aggirandosi tra i tavoli dei ristoranti di Ferrara, tra un raviolo alla zucca e una salama da sugo!
E così s’apprende che due dozzine di ragazzi – riunitisi per festeggiare insieme le festività di Natale e il fine anno – sono state indagate per qualche coro, magari sopra le righe, scattato al culmine di un evento conviviale e privato, cui avrebbero fatto seguito, a fronte della eclatante notizia criminis, perquisizioni personali e domiciliari a distanza di mesi.
Trama nera per far carriera
Qualcuno ricorderà forse la strofa di una canzone di un celebre gruppo di musica alternativa degli “Anni di piombo”, un cui si canzonavano le fandonie dei “giornalisti di regime” e le loro inchieste di assalto: “Trama nera trama nera sol con te si fa carriera…”.
Basterebbe questo a liquidare la notizia come un fake – non va di moda, oggi, definirle così? – artificiosamente gonfiata con propositi allarmistici senza senso: infatti, l’episodio sotto indagine è solo goliardia occasionale, sostanzialmente priva di alcunché di pericoloso e di condotte allarmanti, quindi privo palesemente di qualsiasi priva di rilevanza criminale.
Però, adesso la questione diventa tremendamente seria, per tutti, poiché il diritto di espressione viene ancora una volta elevato strategicamente a fattispecie di reato.
Censure ideologiche
E il clima generale in cui questo avviene è altrettanto poco rassicurante, basti pensare che anche nella “kermesse canora nazionale” si è assistito a interventi censori dell’azienda pubblica televisiva che pretende di elevarsi a filtro del libero pensiero.
Ma il nodo gordiano è appunto l’inammissibilità di censure ideologiche, parziali e faziose da parte di quello che è tutto fuorché servizio pubblico, ovvero connotato da terzietà ed equidistanza rispetto a temi sensibili e delicatissimi.
Servizio pubblico che – dietro i diktat di una classe politica di governo trasformatasi in ambasciatrice delle pretese di un governo straniero – ammette supinamente e condivide inaccettabili interferenze nelle scelte e nelle opinioni espresse in uno stato sovrano.
Adesso, però, il rischio è appunto maggiore, dato che pare non ci si possa più neanche esprimere liberamente e senza timore di repressione, anche giudiziaria, nella sala privata di un ristorante, dove magari ci si è pure rifiutati di mangiare grilli e vermi, ostinandosi a cibarsi d’impuri suini.
Luca Armaroli
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