Suicidio, la strage silenziosa – Nelle ultime settimane si è parlato molto di femminicidi e di violenza sulle donne.
Un tema, tremendo e assolutamente degno dell’attenzione riservatagli. Tuttavia, vi è problema non meno importante, ma spesso dimenticato: il suicidio.
Problema che con l’avvicinarsi delle feste natalizie si acuisce sempre più.
I numeri
In Italia si registrano ogni anno circa 4000 morti per suicidio.
Il 78,8% dei morti per suicidio sono uomini. I tassi di mortalità per suicidio sono più elevati nel Nord Italia e, in particolare per gli uomini, nelle Regioni del Nord-Est. Sia per gli uomini che per le donne i valori più bassi del tasso di suicidio si registrano nelle Regioni del Sud-Italia
I tassi di mortalità per suicidio sono più elevati tra gli anziani, che risultano molto più fragili.
Le cause
Il filo che lega tutti i fattori di rischio per il suicidio è l’incertezza e la perdita di speranza per il futuro.
Le cause di suicidio sono varie, ma le principali sono in fondo sempre le stesse: difficoltà economiche, solitudine, stress; ma il suicidio si può solo prevenire se si riesce a intervenire sulla sofferenza psicologica e a ridare speranza ai soggetti in crisi.
I parenti che sono stati colpiti da un lutto in seguito ad un suicidio, presentano più frequentemente senso di colpa, e sentimenti di rifiuto e abbandono rispetto a chi ha perso qualcuno per cause naturali.
Nonostante la prevenzione del suicidio sia stata individuata come obiettivo prioritario dai maggiori organismi internazionali, solo pochi Paesi nel mondo hanno sviluppato una strategia nazionale per la prevenzione del suicidio e l’Italia non è ancora tra questi Politiche di prevenzione efficaci devono prevedere un approccio di tipo multisettoriale che tenga conto dei potenziali fattori di rischio a livello di contesto sociale, economico e relazionale del soggetto.
Inoltre, una strategia nazionale di prevenzione risulterà essere più efficace se implementata sulla base dell’individuazione dei principali fattori di rischio a livello locale con interventi mirati anche a livello di comunità.
Ma la politica cosà fa?
Dopo le decine di proclami politici contro la violenza sulle donne che hanno portato all’approvazione di vari ordini del giorno per estirpare questo male, ci si dovrebbe aspettare una risposta dalla pari fermezza su questo tema. Alla politica spetta il compito di intervenire per ridurre il più possibile questa strage silenziosa.
Alla politica spetta il compito di garantire una solida e stabile crescita economica, poiché ove vi è incertezza del futuro vi sarà più inclinazione al suicidio.
Forse il vero punto di contatto dovrebbe essere l’orgoglio nel riconoscersi italiani. Perché in fondo il fatto di essere italiani è parte integrante dell’identità di una persona ed è proprio dal non sapere chi davvero si è che spesso sorge la depressione. Tuttavia, questo aspetto appare molto di rado negli ideali di molte parti politiche.
Paolo Ornaghi
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