Stati Uniti d’Europa, lo spin-off bocciato dagli elettori
Le elezioni per il Parlamento Europeo hanno nuovamente portato in auge un sogno di molti, la creazione degli Stati Uniti d’Europa.
Già i radicali prima e i boldriniani poi parlavano di questo “super-Stato” ideale, ultima evoluzione della comunità europea nata dopo l’ultima guerra mondiale.
Sempre i radicali hanno creato una lista omonima, tra le cui fila figura persino Matteo Renzi.
Ma cosa sono gli Stati Uniti d’Europa?
Il nome stesso ci dice che vorrebbe essere una federazione che scimmiotta, in maniera peraltro grossolana, gli Stati Uniti d’America.
Bocciati alle urne
Già questo dovrebbe fare riflettere sull’opinione infima che gli europeisti hanno dell’Europa, un continente che per andare avanti deve imitare ciò che è nato dalla sua costola.
Tuttavia, le basi per emulare la patria dello zio Sam non ci sono.
Intanto gli Stati Uniti, veri, non furono la libera unione di singoli stati preesistenti, ma una conquista che partì dalle ex 13 colonie britanniche dalla costa atlantica verso ovest, imponendo il proprio stile di vita e le proprie leggi; secondo, gli USA non hanno una componente etnica storica definita, ma sono nati dalla mescolanza disordinata e casuale di coloni prima e immigrati poi.
Inoltre, salvo alcune manifestazioni a base di carne e birra durante il 4 luglio e poco altro, gli USA non hanno un folclore forte come nella nostra vecchia Europa bensì un caleidoscopio di tradizioni proprie delle varie etnie locali.
La brutta copia
Gli ipotetici USE, volendo imitare in tutto e per tutto i “cugini”, o meglio i nipoti, d’oltreoceano, dovrebbero quindi innanzitutto abolire le varie identità nazionali, forse consentendone la conoscenza per meri scopi turistici.
Dovrebbero imporre una lingua unica, e già sappiamo quale. Dovrebbero infine inventarsi un nuovo “patriottismo”, fondato su retorica come feste della libertà, festa di Schengen e altre baracconate varie.
Da un punto di vista sociale, il progetto USE ricalcherebbe invece in maniera più efficace l’imitazione dello zio Sam.
Sanità e istruzioni private, secondo il modello liberista molto caro a certe frange europeiste, totale assenza dello Stato sociale, strapotere delle assicurazioni.
Avremmo invece divergenze, tra le due coste atlantiche, in materia di sicurezza e di istituti penitenziari, unica cosa che forse gli americani hanno da insegnarci (in parte).
Pericolo scampato, per ora
Ma proprio come in America, anche in Europa troviamo le culture locali sempre poi confinate in “riserve” in nome del progresso e del mercato, troviamo i nuovi schiavi che stavolta arrivano da soli, troviamo le differenze tra Nord e Sud con il primo che vuole imporsi sul secondo, troviamo l’espansione, stavolta verso est, andando a provocare chi già abita quelle terre e troviamo l’arroganza di chi crede di poter dare lezioni al mondo.
Quindi si, gli USE sarebbero una brutta copia di qualcosa che, dall’Europa, è nato già male ma che è ben definito, cosa che invece da noi non potrebbe avversarsi, se non annullando la comunità e riducendoci a meri consumatori da buttare via con la “dolce morte” non appena non serviamo più.
Lorenzo Gentile
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