Slava Italia e avanti coi missili? – Su “Il Foglio” del 15 febbraio si legge un’intervista al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Fazzolari, che, come è noto, è uno degli incarichi più influenti all’interno Governo, costituendo sostanzialmente l’alter ego della premier. Fazzolari è accanto alla Meloni da sempre – si deve a lui il programma di FdI e la stessa Giorgia pare lo abbia definito come “l’uomo più intelligente che conosco” – e anche all’interno del partito è considerato il “Gianni Letta” della destra. Insomma, sarebbe l’ideologo, lo stratega, e colui che, più di ogni altro gode della fiducia della leader e che per la sua carica è il custode di tutte le informazioni e delle strategie del partito.
L’intervista, che parte dal Sanremo, devia incidentalmente sulle esternazioni di Berlusconi sulla guerra in Ucraina e le possibili conseguenze di queste sulla solidità della compagine di governo.
Il sottosegretario minimizza gli effetti negativi delle dichiarazioni di Berlusconi, esponendo la sua tesi: più gli “altri” provano a destabilizzare il governo sull’Ucraina, più la premier Meloni, ne esce rafforzata “agli occhi degli Usa, del deep state, dell’omino della Cia che non hanno altri interlocutori affidabili al di fuori di lei”.
I distinguo sulla guerra
Allora: “il M5s è contrario al sostegno all’Ucraina, così come i movimenti di sinistra, il Pd inizia a fare i primi distinguo. E anche nel centrodestra c’è un dibattito interno sulle armi. Questo quadro rafforza Meloni – afferma ancora Fazzolari -. Il deep state americano e le cancellerie si chiedono spesso se la posizione italiana sull’Ucraina è granitica. Se togliamo Meloni chi ci mettiamo? Se ci mettiamo uno del Pd, uno del M5s o uno di FI la posizione è ugualmente granitica? No. E quindi chi è l’unica che garantisce la posizione italiana sulla guerra, a fronte di un’opinione pubblica ben poco granitica? La Meloni”.
La lettura, anche solo superficiale, di queste dichiarazioni lascia stupiti e tragicamente preoccupati, perché vogliono dire che la nascita di questo governo non solo è stata “tollerata” dagli Usa, ma addirittura propiziata, anche dalla Cia, che sappiamo ben abile da sempre nell’intromettersi condizionando i governi amici o “nemici” nell’ottica del mantenimento o del perseguimento della supremazia americana.
Il deep state apprezza?
Insomma, secondo Fazzolari la Meloni è ritenuta, anche dal “deep state” – dallo “stato profondo”, quello composto dai poteri nascosti che manovrano la politica – la leader più affidabile nel garantire le posizioni americane nella guerra contro la Russia sulla pelle degli ucraini.
Giorgia, quindi, sarebbe una “transizione fluida” ed italiana di Zelensky.
Non crediamo, anzi, non vogliamo credere a questa interpretazione e ci aspettavamo rettifiche, chiarimenti, prese di distanza, diverse interpretazioni di quelle affermazioni così come riportate; così anche sarebbero state lecite indignazioni, proteste e richieste di dimissioni da parte delle opposizioni; ma nulla di ciò è accaduto.
Questa intervista, anzi, è oggi stranamente, quasi pudicamente ignorata da tutto il “mainstream”, fatto inquietante questo che un animo critico potrebbe interpretare come muta, ma consapevole conferma delle tesi contenute.
Che dire allora? Slava Italia e avanti coi missili?
Giovanna Preziosa