Si è aperta la caccia all’uomo – Cari colleghi maschi state in campana quando uscite di casa, (ma attenti anche in casa non si sa mai) guardatevi intorno se vedete delle donne nelle vicinanze cambiate strada, nascondetevi sotto le auto in sosta, anche i tombini possono essere utili, insomma sottraetevi all’incontro con le donne che ormai ci danno la caccia.
No! Non per quello che state pensando, maiali.
Perché siamo tutti criminali, anche a nostra insaputa, criminali noi e figli di criminali in virtù della famiglia patriarcale che ci ha generato e educato.
Questo il concetto dominante delle donne che parlano in TV o che scrivono sui giornali a seguito dell’orribile omicidio di Giulia Cecchettin.
Il patriarcato questo mostro che genera mostri secondo le femministe, le sinistre e parte di queste destre al governo!
Attacco alla famiglia naturale
La solita idiozia per deresponsabilizzare i singoli, colpevolizzare la società e soprattutto destrutturare la famiglia, se ancora ce ne fosse bisogno.
Secondo questi soloni degli studi sociali nel nostro paese sopravvive ed impera una famiglia patriarcale che condiziona ed influisce sulla educazione e la vita dei figli.
Infatti, basta girare per le nostre città, maschi e femmine già a 12 anni escono di sera abbigliati in maniera improbabile, tatuati e pieni di ferri nei posti più improbabili, si aggregano in pub e discoteche sino al mattino, fanno uso di alcool e stupefacenti con disinvoltura imbarazzante, hanno rapporti sessuali liberi e per così dire diversificati, sono fans di cantanti trap che inneggiano alla violenza ed allo stupro e se bocciati a scuola il feroce patriarca li difende ricorrendo al TAR.
Questi ragazzi, proprio perché, come con meraviglia dicono i genitori a fronte di eventi tragici, “non gli è mai mancato niente”, non hanno mai ricevuto degli educativi NO! da questa famiglia, e sono incapaci di elaborare il dolore, le difficoltà, le competizioni della vita.
Questa è la rigida famiglia patriarcale di cui ci parlano.
I numeri del Viminale
Le valutazioni sulla famiglia, meglio su quello che avanza della stessa sarebbero più ampie e dolorose ma fermiamoci qui per stare ai femminicidi per i quali è necessario valutarne i numeri per valutare la reale dimensione del fenomeno, per farlo la fonte più attendibile è certamente il Ministero dell’Interno.
In breve:
- 285 gli omicidi registrati tra il 1° gennaio e il 12 novembre 2023;
di questi:
- 102 genericamente sono donne;
di questi quelli maturati in un contesto familiare o affettivo:
- 82;
di questi, se si considerano gli omicidi in cui l’assassino è il partner o l’ex partner:
- 53 donne.
L’incidenza dei femminicidi in senso stretto in Italia è il più basso d’Europa, e in diminuzione rispetto al passato, questo è un fatto incontestabile, e la maggior parte di questi avvengono al nord.
Certo vorremmo vedere un bello 0 al posto degli 82 o 53, come altrettanti 0 sostituiti al totale degli omicidi ma questo è solo un desiderio che tutti vorremmo si realizzasse ma credo sia un po’ difficile.
Certe differenze non tornano
E vorrei chiedere perché l’omicidio per rapina di una donna, magari moglie e mamma vale meno dell’omicidio di una donna assassinata dall’ex fidanzato? perché l’omicidio di una donna è più grave di quello in cui la vittima è un maschio?
Tutti gli omicidi sono orrendi e meriterebbero sanzioni durissime, persino la morte dell’assassino, ma è altrettanto orrendo strumentalizzare la morte di una ragazza incolpevole per processare e condannare l’elemento fondamentale di qualsiasi società, la famiglia, usare la morte per riproporre surrettiziamente una rieducazione gender anche nelle scuole elementari, e un governo che si connota eticamente assecondando questi tentativi non merita rispetto e nemmeno il voto.
Se la destra non fa la destra
Si sono visti uomini o presunti tali, persino ministri fare il mea culpa di genere e invitare al pentimento, si son viste donne, femministe e no, affermare incredibilmente e senza sostanziale contrasto, che la responsabilità della morte di Giulia è di tutti i maschi, tutti criminali dalla nascita e dello stato che incarna e sostiene la famiglia patriarcale.
Verrebbe da dire che un virus della demenza abbia colpito donne e narrazione dei media? Non è così, non è un virus è solo l’ultimo attacco della cultura woke alla tradizione, alla identità della famiglia e di tutto quello che ne consegue.
Ed è incredibile poi che la presidente del consiglio, in pieno accordo con la segretaria del PD si proponga di sostituirsi alle famiglie e di sottoporre a ricondizionamento a rieducazione etica, sessuale, gender tutti gli scolari e studenti della nazione. Il nostro diventa uno stato etico, come l’Iran per capirci, e la Meloni forse in preda ad un delirio di onnipotenza, già si crede un Ayatollah.
Giovanni Preziosa
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