Sfruttamento lavorativo per la casa di moda Alviero Martini – Terminata da una manciata di giorni nel capoluogo lombardo la “Milano fashion week” dedicata alle collezioni uomo per l’autunno-inverno.
Manifestazione che ha prodotto nei suoi cinque giorni di attività un totale di 74 appuntamenti tra sfilate, presentazioni e quant’altro, ecco arrivare le sanzioni per la società di moda Alviero Martini, che per il tribunale di Milano sfruttava lavoratori cinesi.
Lo sfruttamento della manodopera cinese
I carabinieri hanno notificato il decreto di amministrazione giudiziaria in quanto sarebbe ritenuta incapace di prevenire e arginare fenomeni di sfruttamento lavorativo nell’ambito del ciclo produttivo.
La casa di moda non avrebbe mai effettuato ispezioni sulla filiera produttiva favorendo di fatto forme gravi di caporalato, tramite un sistema di appalti e subappalti, ha affidato l’intera produzione a società terze, con completa esternalizzazione dei processi produttivi.
Le aziende appaltatrici dal canto loro hanno provveduto ad esternalizzare le commesse a opifici cinesi, che dai controlli e dall’attività investigativa che riuscivano ad abbattere a loro volta i costi grazie all’impiego di manodopera irregolare e clandestina in condizioni di sfruttamento facendo ricorso a manovalanza “in nero” e clandestina, non osservando le norme relative alla salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, senza rispetto dei Contratti collettivi nazionali del lavoro di settore riguardo retribuzioni della manodopera, orari di lavoro, pause e ferie.
Condizioni indecorose
Nella loro attività investigativa gli inquirenti hanno verificato e controllato alcuni opifici sotto la gestione di cittadini cinesi nelle province di Milano, Monza e Brianza e Pavia, scoprendo che tali laboratori ospitavano, manodopera irregolare in condizione di sfruttamento ed in presenza di gravi violazioni in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro.
In alcuni di essi son stati, anche, trovati alcuni dormitori, a beneficio della manovalanza, realizzati abusivamente e in condizioni igienico sanitarie sotto la soglia minima di sicurezza e di decoro.
Le ombre di Milano
Questa è la Milano che il sindaco Sala vuole “propinarci”, una città tutta lustrini e pailettes, con uno spirito ecologista ed inclusivo, insomma una città all’avanguardia secondo i dettami di un certo pensiero dominante.
La realtà è tutt’altra cosa, appena giriamo l’angolo da piazza Duomo ci imbattiamo in una città caotica, insicura, piena di problemi, specialmente nelle sue periferie, abbandonate colpevolmente da questa giunta, dove troviamo degrado e miseria.
Paolo Ornaghi
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