Sei licenziata! Così la CGIL liquida una madre sola con due familiari disabili – “Siamo dalla parte dei lavoratori”, “difenderemo i diritti dei lavoratori”, “siamo l’ultimo baluardo contro l’aumento delle diseguaglianze sociali e la precarietà dei contratti”.
Quante volte abbiamo sentito dalla bocca di Landini e co. Questi slogan? Ma quando è poi, proprio il sindacato di Landini, a licenziare in tronco i lavoratori ricorrendo, addirittura, il Job Act?
La dipendente licenziata in tronco dalla CIGL
Questa è la storia di una dipendente CIGL Licenziata in tronco, mascherato con la formula “per giustificato motivo oggettivo” per la diminuzione degli iscritti che fa seguito alla cacciata di Massimo Gibelli, lo storico portavoce della Cgil messo alla porta dopo quarant’anni nel sindacato.
La Signora, madre sola con un figlio di vent’anni e due familiari disabili a cui badare, è stata licenziata in piena emergenza Covid, il sindacato che parlava a favore di quelle persone in difficoltà economica, a causa degli esercizi commerciali chiusi o delle aziende fallite ha fatto il contrario di ciò che, propandisticamente, diceva, quando il 7 maggio 2019 ha convocato la signora nella sede Fillea-Cgil di Taranto per congedarla senza troppe spiegazioni.
“Mi hanno detto che la motivazione del licenziamento era legata alla diminuzione degli iscritti al sindacato, mi hanno chiesto di consegnare immediatamente le chiavi e di non presentarmi il giorno dopo al lavoro” – racconta ai giornali la signora che da allora ha avviato una battaglia legale per la difesa dei suoi diritti – “Per due giorni mi sono recata ugualmente in ufficio, senza poter entrare, perché era stata cambiata la serratura. Solo poi ho ricevuto la lettera di licenziamento. Ho scritto a Landini, non mi ha mai risposto”.
A casa con due figli a carico
Per me è stata una tragedia, perché all’improvviso mi sono trovata senza stipendio, 1.500 euro, e sono finita in strada, non riuscendo a pagare l’affitto. Io e mio figlio ci siano dovuti trasferire a casa di mia madre e mio fratello, che hanno già tanti problemi, e nessuno si è mai preoccupato della mia situazione. Sono l’unica donna licenziata in tronco dalla Cgil.
“Se mi avessero pagato almeno i sei anni di contributi che mi mancano per la pensione io avrei chiuso la faccenda, ma non hanno voluto”, ha aggiunto amareggiata la signora, sottolineando quanto triste per lei, che durante tutta la sua vita lavorativa, ha sempre creduto ciecamente nel sindacato ed in particolar modo nella CGIL, “vedere l’avvocato dei paladini del lavoro che andava contro una lavoratrice in modo così pesante”.
Capolarato rosso
Ma la cosa che ha fatto più male alla signora, è stata la reazione dei compagni di lavoro:” ho ricevuto tanti messaggi di solidarietà in privato dei compagni, i quali mi chiedevano però di non far sapere a nessuno che stavano dalla mia parte. Li ho eliminati tutti dalle mie amicizie, perché le battaglie si fanno insieme mettendoci la faccia”.
Intanto la questione legale tra CGIL e la Signora prosegue, ma la cosa che ci chiediamo è quanti di questi dipendenti il sindacato di Landini ha dato il benservito in questo modo senza che se ne sappia notizia?
Meditate lavoratori…meditate…
Valerio Arenare