Se l’Italia tifa Vannacci – Generale dietro la collina non ci sta la notte buia ed assassina ma gli assassini del pensiero diverso dal loro.
Luca Ricolfi, scrittore culturalmente vicino alla sinistra ha scritto che “la neolingua politicamente corretta, fabbricata da una minoranza che si auto-attribuisce compiti di educazione e censura, sta uccidendo la libertà di pensiero e rischia di trasformarsi in razzismo al contrario”.
Il CV di Vannacci
Come dargli torto con tutti i maestrini da libro Cuore appartenenti al mainstream culturalmente strisciante del pensiero dominante.
Prima di poter giudicare bisognerebbe che i detrattori del generale conoscessero la sua storia: comandante della task Force 45 durante la guerra in Afghanistan; comandante del Nono reggimento d’ assalto paracadutisti col. Moschin (unità di élite); comandante della brigata Folgore e comandante del contingente italiano nella guerra civile in Iraq.
Sti cazzi, non come qualche politico che viene eletto perché’ portato avanti dal suo partito che potrebbe candidare anche gatto Silvestro che paradossalmente, oltre ad essere simpatico, farebbe meno danni dello stuolo incommensurabile di imbecilli che sono approdati in parlamento e stanno attaccati allo scranno come le patelle agli scogli durante l’alta marea.
L’ira della Schlein
Ho sentito dire alla Schlein (vedi curriculum meritocratico) che la costituzione non mette le opinioni sullo stesso piano.
E chi lo dice tu e il tuo partito? E chi sei una dei padr(A) costituenti?
La perniciosa volontà di annichilire il pensiero diverso dal loro persiste in queste menti marce.
Cara Schlein, come dice un mio amico, devi lavorare (parola desueta e sconosciuta per lei) almeno 3 vite per avvicinarti a quello che ha fatto il generale Vannacci.
Attenzione perché se questi ritornano al governo la nord Corea sembrerà un’oasi di democrazia.
Preciso di aver acquistato ma non ancora letto il libro ma sicuramente condivido l’essenza del suo contenuto senza dovermi sentire fascista come piace indicare a Schlein e ciurma chi dissente dal loro mantra.
Cercare ordine e sicurezza non è fascismo ma uno dei compiti essenziali dello stato che mi pare claudicante come i governi precedenti.
Stiamo assistendo ad un imbarbarimento dei principi educativi, ad una voglia di disgregazione della Famiglia, alla cancellazione della storia, il tutto in nome della miserrima moralità.
Attenzione però perché il generale Vannacci, in procinto di entrare nello stato maggiore era già stato, come si dice, spostato ad altro incarico diventando il responsabile dell’Istituto Geografico Militare.
Praticamente uno sempre stato in prima linea diventato un archivista.
Il caso dell’uranio impoverito
Motivo? Il generale aveva presentato due esposti, uno alla procura militare di Roma e l’altro alla procura ordinaria per i troppi militari morti per l’esposizione alla radioattività prodotta dai proiettili all’uranio impoverito.
Queste munizioni hanno causato il decesso di decine di militari italiani impiegati nelle operazioni di peace keeping in Jugoslavia durante la guerra degli anni Novanta.
Gli esportatori di democrazia americana hanno imbottito il suolo e i blindati serbi di questi proiettili usati precedentemente nella prima guerra del golfo quando devastarono le colonne corazzate della guardia nazionale repubblicana irachena.
Ovviamente in questo paese cercare la verità è proibito e poi che vogliono questi soldati?
Lo sapevano che potevano anche morire facendo quel mestiere.
Il generale, ritenuto scomodo, venne assegnato ad altro incarico.
Teniamoci stretti i Vannacci
Detto questo preferisco mille Vannacci a questi progressisti pronti, come la sabbia, a prendere la forma del contenitore che li ospita.
Caro generale su due cose sia certo: la prima è che molti italiani stanno con lei affettivamente e la seconda che il suo libro ha sicuramente venduto in pochi giorni più copie degli sgangherati volumi scritti da Saviano, Rula Jebreal e da altri fini pensatori della sinistra fucsia.
Forza generale uno come lei è una luce nel buio dove ci vogliono far sprofondare.
Un caro abbraccio generale.
Maurice Garin