Se la Repubblica è contro il popolo, che fare? – A corredo del precedente articolo è basilare ribadire un concetto che giova rimarcare: “Dobbiamo svegliarci e prendere atto che i cambiamenti diventano tangibili soltanto quando si è veramente disposti a cambiare”.
Necessita però entrare nell’ottica che il “cambiamento” non riguarda azioni che tentano di sostituire l’attuale situazione politica, cercando di imitare ma limitare un passato glorioso, come taluni auspicano. Ritengo che questo proponimento non sia la strada da percorrere.
Che fare?
Serve la scontata presa di coscienza che in situazioni estreme come quella di oggi, bisogna preservare le certezze (nel caso esistano) ed impacchettarle in vista di un eventuale “trasloco” in nuove istituzioni, dopo un inevitabile e fisiologico periodo di transizione.
Abbiamo sempre detto che la storia è stata scritta dai vincitori, e chi più di coloro che hanno una eredità culturale e di valore, ossia gli sconfitti sul campo in una sanguinosa guerra civile, lo può affermare?
A pieno titolo dobbiamo affermare certi concetti, ed ancora di più siamo chiamati a dire la verità.
Alla ricerca della verità
Nelle Sacre Scritture si narra che Ponzio Pilato, quando tentava di salvare Gesù dal Sinedrio, gli disse “cos’è la verità?”, ovviamente non ci si vuole paragonare al giudizio divino e né tantomeno emulare personaggi biblici, dobbiamo comunque farci la stessa domanda: Cos’è la verità?
La verità è che c’è consapevolezza nell’evitare di svolgere azioni come si è sempre fatto, ma anche la presa di coscienza che le odierne “istituzioni italiane” stanno brancolando nel buio, se non addirittura cadere in un precipizio senza ritorno. C’è qualcosa da salvare?
Certo, anche nelle peggiori istituzioni c’è sempre qualcosa da salvare.
Salviamo la memoria condivisa
Iniziamo col salvare la memoria della tragedia delle Foibe, concetto ormai istituzionalizzato; salviamo lo spirito d’appartenenza politico della prima repubblica, e magari anche la memoria di qualche illustre uomo di stato come Falcone e Borsellino, e ripartiamo da questi capisaldi.
Tutto quello che arriverà dopo questa nefasta seconda repubblica deve inglobare i tre concetti su menzionati, ma sicuramente vi saranno altre situazioni che meritano di essere salvate. Si può trovare tanto altro, basta volerlo, ma non si perda mai di vista l’obiettivo principale: il cambiamento nella sua vera essenza.
Oltre le scontate menzogne storiche sul recente passato, vogliamo davvero prendere per buone le notizie che gli stessi che hanno istituzionalizzato la menzogna in chiave antifascista, vogliono propinare anche sui periodi precedenti? Le persone come noi sanno che non si può.
La Repubblica tace ma il problema resta
Tornando quindi alle dichiarazioni del Professor Cesare Casula, ed accettandole per buone, come può la Repubblica Italiana fingere di nulla?
C’è un problema irrisolto relegato nei cassetti segreti assieme ai libri storici, oppure c’è una questione relativa al diritto internazionale ed il vaso di pandora è stato scoperchiato?
Tutti gli accordi internazionali che ci legano (ONU con le scelte OMS, la NATO, l’UE con l’Euro) sono stati sottoscritti dalle istituzioni correnti, ma queste erano veramente titolate a farlo?
Dato che il volere popolare viene puntualmente calpestato, veramente ci sarebbe la possibilità di doversi sedere ad un tavolo per stabilire se siano regolari l’immigrazione clandestina, le teorie gender, le imposizioni economiche della BCE, la totale sudditanza alla NATO, il circo dell’era covid imposto globalmente; oltre che caro vita, sicurezza, sovranità nazionale ma anche etica, libertà religiosa e libertà di ricerca sia storica che scientifica perché potrebbero NON ESSERE scelte sotto la giurisdizione di chi calpesta il volere popolare?
Gianluca Cocco