Se il PD abbaia, il Governo morde. Morde gli amici però – La ricorrenza del 25 marzo di quest’anno, per gli amici del Campo della Memoria di Nettuno, alle porte di Roma, era particolarmente significativa.
Esattamente 30 anni prima, nel 1993, l’ufficio OnorCaduti del Ministero della Difesa, autorizzando la traslazione in quel luogo delle salme di sei combattenti della X Mas caduti sul fronte di Anzio, trasformava quel semplice luogo di ritrovo di alcuni reduci della Rsi in vero e proprio Sacrario militare. Chi ora scrive ricorda esattamente quello splendido giorno di marzo, inviato per il Secolo d’Italia ad osservare la cerimonia e a scriverne per il giorno dopo, con un ampio servizio per i lettori e gli elettori della Destra italiana.
Capi dello Stato e del governo, Oscar Luigi Scalfaro e Giuliano Amato; ministro della Difesa, il socialista Salvo Andò. Insomma, era l’ultimo anno, ma pur sempre un anno della Prima repubblica, quella dell’Arco costituzionale e della “pregiudiziale antifascista”. Eppure, il Campo della Memoria fu istituito.
Appelli inascoltati
Ciò premesso, l’amarezza per quanto accaduto l’altro giorno è ancora più vasta e profonda.
Non solo perché ha dimostrato quanto sia vano l’appello di Marcello Veneziani al governo, affinché la smetta di farsi imporre l’agenda politica, i temi da trattare e il modo di trattarli dal Pd, ma anche per la vigliaccheria morale che anima l’attuale Ministero della Difesa.
Accade, infatti, che il Pd del Lazio e la solita congrega di fastidiosi ignorantelli dell’Anpi denuncino, con interpellanze e dichiarazioni al calor bianco, che i fascisti vorrebbero commemorare la ricorrenza dei Fasci di combattimento al Campo della memoria, con una cerimonia, appunto, indetta per il 25 marzo.
Ora, con una rapida incursione su Wikipedia – che si leggano libri, ovviamente, non lo si pretende più -, qualcuno avrebbe potuto verificare come i Fasci di combattimento, nel 1919, furono fondati il 23 di marzo e, facendosi cogliere dal dubbio, farsi spiegare dagli organizzatori come quella del 25 a Nettuno fosse ben altro tipo di cerimonia.
Trentennale del Sacrario
Appunto, il trentennale del Sacrario stesso. L’ansia di apparire puri e corretti politicamente, però, negli uffici di Guido Crosetto, è stata tale da obnubilare le menti, al punto che l’ufficio OnorCaduti ha intimato a chi si prende cura del sacro luogo di Nettuno di non organizzare nessuna manifestazione e nessun rito religioso in quella data.
Ovviamente, i reduci e le loro famiglie si sono presentati lo stesso all’appuntamento e un sacerdote ha dispensato comunque la benedizione alle tombe lì raggruppate e adornate da fiori e segni di attenzione che meritano quegli uomini che caddero in battaglia per la Patria.
Però, lo sconforto di aver dovuto ricordare sottotono – e senza quelle rappresentanze militari che non sono mancate nemmeno quando governava, pur con altri uomini, meno beceri e biliosi, lo stesso Pd – un momento così alto e significativo per quel luogo così denso di sentimenti umani, civili e militari, si è addirittura palpato.
Sconforto molto simile alla rabbia, dato che il ministro e il governo, in questo caso, avrebbero dovuto essere “amici”. Una rabbia che non si placherà facilmente, poiché se qualcuno nell’attuale governo ha pensato o pensa di allungare la sua vita pubblica e ministeriale, sputando sulla morte di chi è stato anche e comunque un presupposto proprio di quel successo politico, non ha capito molto di come funzionino le cose dell’esistenza e della politica.
Scrivono patrioti ma si legge pavidi
Ascendere ai vertici del successo politico, in Italia, è facile, specialmente quando, per le tortuose ragioni della politica stessa, gli stessi avversari facilitano e permettono questa corsa in verticale; ma è altrettanto facile precipitare, comportandosi così.
Anche perché in Fratelli d’Italia e nel governo, qualcuno deve piantarla di “vergognarsi” di un passato che non gli appartiene anagraficamente ed evidentemente non gli è mai appartenuto in alcun modo idealmente, perché quel passato non può, in alcun modo, né positivo e men che meno negativo, influire sulle fortune del governo; semmai, così agendo, quei “qualcuno” dovrebbero vergognarsi del loro presente e del loro stesso essere, poiché inconciliabili con la parola “patriota” e, sopra a tutto, con quella dimensione della dignità umana e politica, senza la quale non si è premier, ministri, sottosegretari o quant’altro; bensì piccoli e temporaneamente fortunati profittatori a fini personali delle istituzioni.
Per di più, profittatori pavidi, poiché se il Pd abbaia, invece di bastonare il cane, il governo morde gli amici.
Massimiliano Mazzanti