Putin è l’uomo più odiato del momento. Tolto di mezzo Trump – con elezioni apparentemente non ortodosse – si può passare dalla repubblicanofobia alla russofobia: cambia il nemico ma non il senso.
La propaganda assillante esercitata tramite televisione, giornali e social network aiutata da personaggi dello spettacolo, musicisti e addirittura fashion blogger sta disegnando un personaggio bieco, despota, dittatore una fake news alla volta.
In buona sostanza, il nemico utile agli USA e di conseguenza alla NATO.
Putin diventa – grazie al pretesto ucraino – peggio di Xi Jinping o Kim Jong-un, per nominare due personaggi indigesti all’Occidente.
Ecco, dunque, servito sul mainstream, per tutti i cervelli anestetizzati, il diavolo bianco eterosessuale e patriota, il nemico pubblico numero uno del Nuovo Ordine Mondiale.
Eppure basta poco per capire come stiano realmente le cose: mettere insieme le notizie artificiosamente costruite, raffazzonate, una propaganda assidua e ipnotizzante per diffondere questa russofobia utile solo a legittimare l’agire della NATO e l’ingerenza degli Stati Uniti d’America negli affari europei invece che spiegare la reale situazione e le ragioni russe.
A questo si aggiunge la recente riunione dei Ministri degli Esteri NATO che conferma l’ipocrisia dell’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord: nonostante le sanzioni senza precedenti nei confronti della Russia, Stoltenberg ha ricordato che l’alleanza è di natura difensiva e non vuole la guerra o il conflitto con la Russia.
Predicare bene e razzolare male: al di là delle sanzioni, della spiccia e risibile quanto falsa propaganda, fornire armi e denaro ad una delle parti ha il solo scopo di protrarre il conflitto, non certo di pacificarlo.
Se la NATO avesse realmente buone intenzioni, potrebbe dimostrarlo seduta stante, avviando in prima persona negoziati e presenziando ai confronti tra le parti.