Roma: in piazza le associazioni Prolife – Oggi a Roma in piazza il mondo Prolife con la manifestazione “Scegliamo la Vita”.
Il corteo partirà intorno alle 14.00 in piazza della Repubblica, seguito dal gruppo musicale “The Sun Music e da una serie di testimonianze.
“Vogliamo lanciare una Sfida all’Italia: la Speranza. Scommettere e investire sulla Vita, anche quella più fragile, è a vincita certa: una scelta di felicità. Vogliamo celebrare la bellezza di ogni vita: non vogliamo rinunciare a nessuno. Ti aspetto!”
Questo è quanto scritto da Maria Rachele Ruiu, membro del consiglio direttivo presso Pro Vita & Famiglia Onlus, sulla sua pagina Facebook.
La situazione è grave
Secondo quanto riportato l’11 maggio, agli Stati Generali della Natalità, dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara “La denatalità avrà conseguenze nell’immediato” in quanto “nei prossimi dieci anni si rischia di avere tra i 120mila e i 130 mila ragazzi in meno ogni anno, e se il trend sarà questo fra 30 anni saremo cinque milioni in meno”.
Dati allucinanti che travolgono la nostra Nazione.
Contro cosa combattiamo
L’anno scorso in Olanda hanno sdoganato l’eutanasia per tutti i bambini affetti da malattie incurabili.
Una misura considerata come un traguardo che sana un buco normativo e fa giustizia.
Infatti, per il ministro della salute Ernst Kuipers, vietare l’eutanasia solo agli under dodici creava disparità.
Ma non è finita qui, a proposito di eutanasia, c’è anche la “dolce morte” per chi è depresso.
Come successo in Belgio, sempre l’anno scorso, a Shanti De Corte morta d’eutanasia a 23 anni proprio perché depressa. Una depressione che la accompagnava dal 2016 ossia da quando era sopravvissuta alla strage di Bruxelles, dove aveva visto morire alcuni compagni di scuola, uccisi da una bomba dell’Isis in aeroporto a pochi metri da lei. Da ricordare anche l’avanzamento di tecniche sempre più sofisticate per ricorrere all’eutanasia come la presenza della Kill Pill proposta in Olanda dalla potente associazione per il diritto di morire (Nvve) affinché l’eutanasia fosse estesa d’ufficio a tutti coloro che hanno compiuto i 70 anni.
A proposito di tecniche di eutanasia avanzata da ricordare una delle ultime trovate.
Questa volta siamo in Svizzera dove, nel 2021, il medico australiano Philip Nitschke, fondatore di Exit International per la promozione del suicidio assistito, ha presentato «Sarco», una capsula a chiusura ermetica, montata su un supporto che, azionato dall’interno, sprigiona azoto liquido con la conseguente rapida erosione dell’ossigeno, portando alla morte in 5-10 minuti per ipossia e ipocapnia, cioè mancanza di ossigeno e anidride carbonica.
L’importanza di marciare per la vita
Una marcia per la vita e quindi diretta anche per sbugiardare l’ipocrisia che ci circonda in difesa della stessa.
Viviamo in una società che decanta l’inclusività con la prima Barbie down ma che, contemporaneamente, non si mobilita contro le vergognose dichiarazioni come il titolone di Berlingske nel 2012 che annunciava la nascita dell’ultimo bambino Down nel 2030, assicurando che entro tale date la Danimarca sarebbe diventato uno stato “Down Syndrome free”. Non per nulla in Danimarca secondo il rapporto del Danish Central Cytogenetic Registry (Dccr) nel 2019 erano nati solo 18 bambini con sindrome di Down, il numero più basso che la storia del paese abbia mai registrato.
Sulla base di questi dati allarmanti e vicende macabre, la marcia per la vita rappresenta un lume di speranza in un tunnel che semina morti su morti in nome dell’eutanasia e dell’eugenetica.
Rita Lazzaro