Mi è capitato, quasi per caso, di vedere l’ultimo film di Paolo Sorrentino “Parthenope”. Devo dire che raramente mi capita di sprecare così un paio d’ore. Tant’è. Un film pretenzioso quanto inutile, scarso nel copione e nella trama, immaginata da Sorrentino probabilmente solo nella sua testa ma non messa in scena.
Un film povero nei dialoghi e fondato prevalentemente solo su battute banali e di scarso significato, comprese le gratuite volgarità cui si è prestato anche Silvio Orlando, improbabile professore universitario e padre di una collosa, grassa e viscida mostruosità sperabilmente concepita solo al computer… Un repellente pachiderma che di certo incarna tutta l’anima degenerata del film.
E che dire della scena di sesso davanti ad un pubblico di voyeur di basso calibro, messa in atto da comparse reclutate forse nei bassifondi di Napoli ?
E ancora, come giudicare Stefania Sandrelli, ex stella di antichi film di spessore, ormai ridotta a badante di se stessa nella conclusione di un film veramente sconclusionato ?
Quello che mi è rimasto di queste due ore, ripeto, mal spese, è lo scoramento per la constatazione del basso livello del cinema italiano che appare da tempo avviato verso una ormai auspicabile e veloce eutanasia che almeno porterebbe qualche risparmio all’erario.
Pensavo che la noia della Grande Bellezza, uno dei film più sonnolenti della storia, avrebbe portato a Sorrentino qualche buon consiglio. Evidentemente mi sono sbagliato.
Nicola Cospito
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