Quanto ci costano i migranti? – Difficile fare un conto preciso, la prima spesa, quando riceviamo una nave di migranti è quella di dare ad ognuno un corredo di primo ingresso, del valore di circa 150 euro a persona. Calcolate che in Italia sono arrivate 133 mila persone quest’anno, il doppio rispetto all’anno scorso. Abbiamo subito una spesa quasi 20 milioni.
Uno scontrino insostenibile
Inoltre, il costo medio giornaliero per ogni migrante accolto è di 35 € al giorno, che si dovrebbe moltiplicare per questi 133 mila, conto difficilissimo, perché bisogna calcolare quanti sono rimasti in Italia e per quanti giorni.
Poi vi è il costo dei CPR, i centri di permanenza. Nel 2022 abbiamo speso 26 milioni, nel 2023 ben 32 milioni e la previsione di spesa per il prossimo anno è di 46 milioni di euro.
Anche i rimpatri costano
Poi c’è il costo dei rimpatri. Che si aggira mediamente sui 2350 euro a persona, anche se di veri e propri rimpatri non si può parlare visto la difficolta di espellere, in Italia.
Son stati espulsi 44mila migranti espulsi tra il 2013 e il 2022, a fronte di circa 900.000 persone sbarcate sulle nostre coste, mentre per altri 186mila l’ordine di espulsione non è stato eseguito.
Nel 2020, ultimo dato certo, secondo il Viminale, in Italia abbia speso in totale 2 miliardi per i migranti a seguito di meno di 35 mila arrivi.
Chiaro che per il biennio 2021/22 il costo andrà settuplicato.
Cronistoria degli sbarchi dal 2000 ad oggi
Nel 2000 gli sbarchi furono 26.817, nel 2001 20.143, nel 2002 23.719; nel 2003, quando in Italia sbarcano 14.331 persone. Nel 2004 si contano 13.635 sbarchi.
Nel 2005 le cifre salgono, sono 22.939 i migranti ad arrivare in Italia via mare. L’anno successivo scendono a 22.016, quello dopo ancora a 20.445, per poi toccare quota 36.951 nel 2008 e crollare a 9.573 nel 2009
Il 2010 si apre con numeri molto bassi: 4.406 sbarchi. Solo l’anno dopo però gli arrivi toccano quota 62.692; è l’anno delle Primavere arabe, orchestrate dal governo USA, che portano ad insurrezioni popolari scoppiate in molti Paesi arabi, Egitto, Tunisia e Libia su tutti, che danno il via a massicci fenomeni migratori di massa.
Nel 2012 le cifre si ridimensionano con 13.267 sbarchi per salire l’anno successivo, il 2013, quando arrivano 42.925 arrivi sulle coste italiane, la maggior parte dei quali in fuga da Africa e Siria.
Il record
Nel 2014 si tocca la cifra record di 170.100 sbarchi, ancora una volta in buona parte partiti dalla Siria e da Stati africani come l’Eritrea
Nel 2015 in Italia arrivano via mare 153.842 migranti. Nel 2016 181.436 sbarchi, molti dei quali dalla Nigeria. Nel 2017 la cifra scende a 119.369. Quell’anno il governo italiano, nel tentativo di contrastare l’immigrazione irregolare in arrivo soprattutto dalla Libia, approva il decreto Minniti, che prevede regole più severe in tema migratorio. Tra queste la creazione di 20 centri per l’espulsione di stranieri non in regola
Nel 2018 sono 23.370, nel 2019 sono 11.471, per lo più Tunisini, l’anno successivo ovvero il 2020 gli arrivi salgono a 34.154. Gran parte viene dalla Tunisia, dove scoppiano nuove proteste contro la crisi economica. Gli sbarchi raddoppiano nel 2021, quando il Viminale registra 67.040 persone sbarcate, in particolare di nazionalità tunisina, egiziana e bengalese.
Nel 2022 – Secondo i dati del Viminale, sono arrivate 104.061.
2023 – Il sito del Viminale – aggiornato alle ore 8 del 15 settembre – segnala che dal primo gennaio in Italia sono sbarcati 127.207 migranti, ad oggi siamo circa a 135 mila unità.
I numeri esprimono bene il disastro
Va da sé che la situazione è divenuta oramai insostenibile; le politiche deficitarie dei vari governi succedutosi negli ultimi vent’anni e una completa latitanza della UE rispetto al problema ed alle sue soluzioni è sotto gli occhi di tutti.
Senza scomodare teorie complottistiche è chiaro che è in atto una strategia, pianificata oramai da diversi anni, di una sostituzione etnica atta ad una islamizzazione dell’Italia e della Europa intera con l’obiettivo di creare una grande umanità omogeneizzata ed omologata senza radici e senza identità, L’Europa è un continente anziano, non si fanno più figli; costa troppo a livello di servizi sociali, assistenziali e previdenziali, costa troppo sul piano del lavoro, e quindi la sua popolazione, va gradualmente, sostituita con una massa di giovani provenienti la maggior parte da Africa, Asia e Medio Oriente che si accontentano e che hanno costi e richieste molto più spiccioli e ridotte.
Blocco navale?
La soluzione parrebbe quella del blocco navale, anche se di difficile attuazione, di sicuro l’Italia e l’Europa non possono farsi carico di tutti i migranti economici del mondo intero.
Paolo Ornaghi