Ponte Morandi: i vertici ASPI sapevano tutto – Gianni Mion, ex amministratore delegato di Edizione (la holding che gestisce l’impero finanziario dei Benetton), ascoltato come testimone nel processo per il crollo del ponte Morandi ha detto di essere stato sin da subito a conoscenza di problemi dell’infrastruttura.
Mion, infatti, ha dichiarato che sin dal 2010 i tecnici gli avevano riferito di difetti strutturali del ponte Morandi, eppure – cionondimeno – non aveva fatto nulla per impedire il disastro.
Sapevano tutto
Mion, poi, ha aggiunto che Riccardo Mollo, allora direttore generale di Aspi, avrebbe manifestato la chiara e netta volontà di autocertificare la sicurezza del ponte Morandi; in tal modo occultando il rischio del crollo.
E tutto ciò malgrado il rischio di crolli fosse più che fondato, e addirittura accertato dalla dirigenza tecnica. Ma nessuno ha mosso un dito per evitare la tragedia. E così, 8 anni dopo, il ponte Morandi è crollato davvero, causando oltre 40 vittime ed un dramma di portata storica.
Arriverà mai la giustizia?
Una ferita ancora aperta, per la città di Genova e per il Paese intero.
Ecco perché le parole di Mion sono risuonate in modo veemente, generando tanto scandalo quanto sorpresa.
I vertici di Aspi, dunque, avrebbero saputo tutto anni prima del crollo, con tutto ciò che ne consegue.
Ora la speranza è che il processo non diventi una farsa e non si concluda in un nulla di fatto. Ci sono, evidentemente, responsabilità precise da appurare, per cui si auspica che i colpevoli paghino per quella che è stata una vera e propria strage, causata non da fattori imprevedibili, bensì dalla deliberata imperizia e negligenza di chi – pur potendo intervenire – ha preferito il denaro alla tutela della vita umana e della sicurezza pubblica.
Lorenzo Gentile