Perché abbattere l’orso è inutile – Sulla questione dell’Orso che ha aggredito ed ucciso il Runner si è detto tanto. Sono stati espressi tanti pareri, alcuni motivati altri per partito preso.
Come sempre accade si sono aperti due schieramenti, uno a favore della “Grazia” per l’Orso, l’altro a favore del suo abbattimento.
Io, pur non essendo un animalista estremista ma un semplice amante della natura e degli animali, mi schierò a favore del graziare l’orso assassino senza indugio.
Ora vi andrò a spiegare perché, per me, l’orso che ha aggredito ed ucciso il runner in Trentino deve essere salvato. Intanto, come tutti, sono estremamente dispiaciuto per la morte del runner, ogni vita spezzata è una tragedia che deve colpire ogni uno di noi. Ma allo stesso tempo sono completamente contrario all’abbattimento dell’orso perché non è responsabile dell’accaduto.
Ora qualcuno dirà: “Quindi secondo te non è stato lui ad uccidere il runner?”.
No.
Assolutamente non penso questo, anzi è impossibile pensare il contrario in quanto ci sono i segni assolutamente chiari che ad ucciderlo sia stato l’Orso ma la questione è un’altra.
Chiunque si avventuri per i boschi, soprattutto nelle aree protette, sa che potrebbe avere l’infelice incontro con un orso, un lupo solitario, un serpente velenoso, un cinghiale, un qualsiasi animale selvatico; così come chi va per mare sa che potrebbe incontrare una medusa, uno squalo, un pesce spada…Quindi sa bene a che pericoli potrebbe andare incontro, non a caso, il pericolo della presenza orsi in quella zona era anche segnalato da cartelli segnaletici.
Così come si sa che ci si potrebbe imbattere in un animale selvatico, dovrebbe essere normale capire che un animale selvatico può, se si sente minacciato o per un altro qualsiasi motivo il suo istinto animale lo spinge a farlo, aggredire un ignaro passante.
Per quanto crudele e per molti, incomprensibile, questa è la natura, è il loro istinto, è il loro unico modo di difendersi, ma spesso è solo una casualità tragica.
La gestione della fauna in Trentino
Invece, una questione di cui pochi parlano ma che è fondamentale da prendere in considerazione per analizzare razionalmente l’accaduto è sicuramente la cattiva gestione del ripopolamento degli orsi nella piccola regione del Trentino-Alto Adige e, cosa da non sottovalutare, l’inadeguato monitoraggio degli esemplari inseriti sul territorio e la mappatura dei loro spostamenti.
Problema già accaduto in altre regioni Italiane durante le operazioni di ripopolamento delle vipere, del lupo e, soprattutto, del cinghiale.
Pertanto, esistono delle responsabilità oggettive da parte di chi doveva programmare e monitorare il ripopolamento degli orsi in Trentino-Alto Adige.
Però in Italia, invece di analizzare a fondo la questione per capire chi sono i corresponsabili della tragedia oltre all’orso, specie se sono appartenenti al mondo della politica (l’animale più pericoloso esistente in Italia) si trova la soluzione più facile e di maggiore danno alle istituzioni, ovvero abbattere l’orso.
Ed in un paese dove si liberano dopo pochi anni di carcere assassini e stupratori capaci di intendere e volere quando hanno commesso i loro reati, diventa un controsenso abbattere invece un animale incapace di capire la gravità del suo gesto. Si ritiene che lo stesso animale abbia aggredito già nel 2020 due persone che, fortunatamente, hanno avuto una sorte diversa dal povero Runner, anche in quel caso si era parlato di abbattimento, sentenza poi annullata dal TAR, e allora io mi chiedo, visto che c’era un episodio precedente e che quindi l’orso in questione poteva essere caratterialmente più aggressivo rispetto ad altri esemplari, perché non si è provveduto a spostarlo in un area più vasta dove avesse meno opportunità di incontrare casualmente un uomo?
Pertanto, in un ipotetico processo per verificare le responsabilità della morte del runner, sarebbero in molti gli imputati a rispondere di questo tragico evento e l’unico che dovrebbe essere assolto perché “incapace di capire il reato che stava commettendo” è proprio l’Orso.
Anche perché, se adottiamo questo modus operandi, allora sarebbero da abbattere tutti i serpenti che mordono ignari passanti, tutti i cinghiali che, soprattutto in campagna, attaccano macchine e persone perché le ritengono un pericolo, tutti i cervi, caprioli etc. etc. che in montagna hanno incornato vetture o attaccato scalatori e amanti della natura, tutti i lupi che hanno attaccato persone che inavvertitamente entrano nel loro territorio.
Per chi non lo sapesse ci sono anche casi di cavalli allevati in montagna in libertà che hanno attaccato uomini trovatisi per sbaglio lungo il loro passaggio, ma soprattutto dovremmo abbattere tutti qui cacciatori che per sbaglio hanno sparato, ed in alcuni casi ucciso, il proprio compagno di caccia o un altro cacciatore presente sul posto (per la cronaca, persone uccise per incidenti di caccia sono state, durante la stagione venatoria 2021/2022, sono state 12 e altre 78 ferite, alcuni in modo grave, mentre i morti per aggressione da parte di orsi nessuna – fonte Associazione Vittime della Caccia).
Una provocazione
In sostanza, per essere coerenti, dovremmo, per sicurezza, abbattere tutti gli animali selvatici e tutti i cacciatori. I boschi, le montagne, le valli, sono parte del Creato e sono abitate dalle creature del Creato.
Sono nel loro habitat naturale, l’uomo è solo un ospite, spesso indesiderato perché è colpevole di aver ridotto, distruggendole, le aree verdi dove vivevano queste creature per costruire strade, case, villaggi turistici; hanno cacciato per il solo gusto di uccidere animali indifesi non per necessità; ha ucciso razze di animali portandole ad dell’estinzione per poi errare il loro rinserimento in natura.
Una possibile soluzione
Salvare l’orso, che tra l’altro è una femmina e quindi sarebbe un danno anche per la preservazione futura della specie. Stabilire il giusto numero di orsi che dovrebbero essere presenti nel Trentino e trasferire gli altri, l’orso protagonista dell’aggressione compreso, in aree più vaste e quindi più idonee alla loro sopravvivenza e che limiterebbero i rischi per la popolazione.
Avviare un operazione costante di monitoraggio degli animali selvatici per sorvegliarne gli spostamenti magari ripristinando il Corpo Forestale dello Stato, incomprensibilmente assorbito dall’arma dei carabinieri nel ottobre 2017, e ripristinando le unità di Azienda Silvo Pastorale nei comuni montani e di campagna; creare dei sentieri apposta per gli amanti della natura in area a minor presenza di animali selvatici, posizionare dissuasori sonori e luminosi in prossimità di aree con maggior presenza di persone (cosa che già accade in alcuno paesi europei come l’Austria che in questo modo ha limitato la presenza di cinghiali nei pressi dei centri abitati) e posizionando più cartelli di pericolo in prossimità di aree con maggior presenza di orsi ed altri animali che potrebbero essere pericolosi per l’uomo.
Le soluzioni esistono, il problema aggressioni può essere limitato, ma chi dovrebbe applicare gli strumenti di prevenzione per negligenza, incapacità e poco interesse non lo fa, allora chi dovrebbe essere condannato? Il povero animale incapace di capire il reato che sta commettendo o chi invece dovrebbe applicare gli strumenti affinché la tragedia non si verifichi? Io mi auguro che la decisione di abbattere l’orso venga rivista e che chi doveva controllare il reinserimento ed il monitoraggio degli orsi in Trentino venga condannato perché sono loro i veri ed unici responsabili della tragica morte del povero runner.
Valerio Arenare