Ora l’UE ci impone la farina di grilli – L’Europa mette in tavola l’inizio della fine della dieta Mediterranea. Dopo averne demonizzato gli indiscussi benefici, distribuito patenti DOCG per pseudo eccellenze italiane prodotte all’estero, con il mirino puntato sul vino, screditato alla stregua di un preparato tossico nocivo, l’Unione Europea decide di servire disgustose pietanze a base di farina di grillo.
Farina dai grilli
Al dì là dei gusti culinari o delle esigenze alimentari di talune popolazioni nel mondo, qual è lo scopo finale da raggiungere, inquinando la cucina mediterranea, quella italiana in primis, vanto ed eccellenza nel mondo? Tutti invidiano al bel Paese, prodotti che altri possono solo sognare, ma, evidentemente, qualcuno rosica e parecchio, tanto da voler distruggere uno dei cardini della cultura e dell’economia italiana.
In questa Unione – che di unire non ha interesse – qualsiasi scostamento dalla normalità, spacciato per libertà di scelta si trasforma in un obbligo a solo svantaggio dell’Italia, ostaggio di quell’Unione che mira a fare dello Stivale una misera tacca senza alcun valore.
Obbligo in arrivo?
Lecito porsi il dubbio: quanto passerà prima che questa robaccia venga inserita nelle mense scolastiche, negli ospedali o in altri luoghi pubblici, senza alternative? Prima che i suoi effetti si manifestino sulla salute della popolazione?
Non è una visione distopica a medio termine, ma una realistica possibilità che a breve potrebbe prendere forma.
Teatro dell’assurdo
Teatro dell’assurdo, ecco il termine che calza a pennello per definire una situazione paradossale: un tempo l’ispettorato di Igiene avrebbe chiuso esercizi seduta stante alla vista di un solo insetto vagante nelle cucine dei ristoranti, mentre domani, probabilmente, considererà tale presenza come un pregio per cui premiare l’esercizio pubblico più solerte nell’obbedire ai caporioni di Bruxelles.
Alla luce di quest’ennesima crociata antitaliana, ogni cittadino del Bel Paese deve opporsi, boicottando senza mezze misure i marchi che utilizzeranno – o già utilizzano – queste farine nei loro prodotti. Salvare l’Italia e gli italiani passa anche dai piatti in tavola.