Ora la Disney ha paura, rinvio per il remake politicamente corretto di Biancaneve – Ha la bocca di rose, e ha d’ebano i capelli, come neve è bianca. È così che nel cartone animato della Disney del 1937, lo specchio rispondeva alla regina Grimilde, che giornalmente gli poneva il noto quesito le cui parole sono rimaste nella mente di intere generazioni: Specchio, servo delle mie brame, chi è la più bella del reame?
Pelle bianca come la neve, era questa la bellezza di Biancaneve, che la Disney aveva voluto lasciare fedele al racconto originale dei fratelli Grimm.
La nuova Disney
Ben altra storia sarà invece il live action del noto cartone animato, visto che a ricoprire il ruolo della protagonista sarà un’attrice ben lontana dal candore della neve.
Si tratta della mulatta Rachel Zegler, classe 2001, di origini colombiane e polacche.
Una storia, tecnicamente un live action, già vista.
Infatti, a precedere la Biancaneve mulatta, ci ha pensato La Sirenetta, il cui live action ha avuto come protagonista un’attrice ben lontana dalla Sirenetta del 1989.
Non per nulla, c’è una differenza abissale tra Alyssa Milano, il cui cognome non lascia dubbi sull’origine italiana del padre, e Halle Bailey di origini afroamericane.
L’assurda battaglia per l’inclusività
Eppure, il colosso Disney ha deciso di abbandonare personaggi, che hanno fatto sognare grandi e piccoli nella loro unicità e nello stesso tempo semplicità, per dar spazio a personaggi fotocopia: rigorosamente non bianchi, ovviamente in nome dell’inclusività.
Entrambe le attrici sono state vittime di attacchi, perché di etnia diversa da quella delle principesse originali.
In quel caso, in difesa della nuova Sirenetta, era intervenuto il regista Rob Marshall:
“Stavamo semplicemente cercando la migliore attrice per il ruolo. Abbiamo visto tutti e ogni etnia. L’obiettivo era quello di trovare qualcuno che potesse essere incredibilmente forte, appassionato, bello, intelligente e con una grande dote di grinta e gioia”.
Il flop della Sirenetta
Ma è stato davvero raggiunto l’obiettivo? La parola ai numeri, anzi agli incassi:
La Sirenetta ha incassato 560 milioni di dollari. Sulla carta potrebbe sembrare un bel risultato, ma non è così se si considera che un film di solito dovrebbe superare di ben 2,5 volte il budget di partenza per ritenersi un effettivo successo e, tenendo conto degli investimenti produttivi, l’epilogo non è roseo.
Infatti, questi ammontano ad un totale di 265,5 milioni, di conseguenza non si può certo dire che gli incassi siano stati stellari.
Da aggiungere anche quanto è successo in Cina, dove La Sirenetta ha incassato solo 3,5 milioni di dollari dal suo debutto nel maggio del 2023.
Anche in Corea del Sud il film ha registrato un consistente flop, incassando 4,4 milioni di dollari.
Pioggia di critiche degli utenti
Il motivo? Ebbene sì, è quello che il regista si è ostinato a non voler vedere: il malcontento di molti spettatori derivato proprio dalla scelta di ingaggiare Halle Bailey, la cui etnia è ben diversa da quella della Milano.
“La Sirenetta che ho in mente è bianca, questa roba non ha niente a che fare con la mia infanzia e con quella storia magica”. Un altro utente ha commentato: “La fiaba con cui sono cresciuto è cambiata troppo e non è più riconoscibile!”.
Queste alcune recensioni sulla piattaforma Maoyan, dove il film ha ottenuto un punteggio di 7,5 su 10.
A quanto pare la Disney deve cambiare modus operandi su come scegliere qualcuno che deve essere incredibilmente forte, appassionato, bello, intelligente e con una grande dote di grinta e gioia.
Per di più è alquanto bizzarro che tutte queste qualità siano sistematicamente riscontrabili solo in personaggi mulatti.
Bocciato il remake di Biancaneve
Pochi giorni fa, la Disney ha annunciato di aver posticipato al 2025 il nuovo live action remake dell’omonimo film del 1937.
Le motivazioni? Da un recente report del Daily Mail, sembrerebbe che il budget messo a disposizione del film (si parla di circa 330 milioni di dollari) potrebbe portare a un flop colossale per la Disney.
Di conseguenza se Biancaneve si rivelasse un disastro finanziario al botteghino, potrebbe paralizzare i futuri remake e i potenziali sequel già pianificati.
Per di più la Disney deve fare fronte anche alle critiche arrivate online, in quanto le sue trovate politicamente corrette si sono scontrate con le aspettative dei telespettatori e di conseguenza coi milioni investiti dalla multinazionale.
Le assurde modifiche alla storia
Ad esempio, sostituire i sette nani con etnie differenti, precisamente “creature magiche” per evitare di rinforzare ogni tipo di stereotipo.
Biancaneve si salva da sola ecco perché è del tutto inutile la figura del principe azzurro.
Queste variazioni alla storia originale hanno suscitato più critiche che altro.
Lo scopo del live action è quello di dar vita ad una Biancaneve più forte che sogna di diventare una leader. Anche Rachel Zegler è stata della stessa idea perché la storia aveva bisogno di essere rinfrescata.
Visto il costante e legittimo malcontento e il forte rischio di un flop, la storia dovrà essere sì rivisitata ma in salsa politicamente scorretta, magari meno inclusiva ma che includerà il plauso di chi, almeno al cinema, vorrebbe staccare la spina da tutto e tutti.
Nemes Sicari
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