Oltre 7 milioni di immigrati, in Italia c’è un’emergenza ma nessuno lo dice
Attraverso quali mezzi la sostituzione etnica e la società multirazziale hanno raggiunto queste dimensioni nel nostro paese?
Alcuni dati ci riportano come in comparazione a vent’anni fa, il nostro paese oggi versa in condizioni disastrose, più di quanto già non lo fosse un tempo.
Proprio così, in quanto tra nuovi italiani e immigrati clandestini che ormai giorno per giorno calcano il nostro suolo, ci stiamo dirigendo senza forza d’attrito verso il più profondo dei burroni, meglio noto come “sostituzione etnica”.
Il peso delle grandi città
La sostituzione etnica implica una condizione di vita sempre meno vivibile per noi autoctoni, e grandi piazze come Milano e Roma, per esempio, ne sono un buon esempio, non a caso proprio nei grandi centri urbani crescono di frequente le problematiche riguardanti la sicurezza e il degrado.
Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige hanno rispettivamente 7.2 milioni di abitanti, che in forma pratica, equivalgono a livello numerico alla stessa quantità di immigrati presenti nei nostri confini.
Numeri impressionanti
Sono numeri da emergenza ma oramai la popolazione italiana è totalmente assuefatta e prona a questa situazione anche perché nessun governo ha la volontà di mettere mano seriamente al problema immigratorio.
La politica italiana versa difatti in condizioni disastrose, non a caso l’affluenza ai seggi elettorali è sempre minore segno forse che gli italiani si sono stancati di non vedere mai promesse mantenute.
Nel frattempo, la peste di questa selvaggia invasione serpeggia, e noi, non possiamo astenerci dal continuare a batterci per una causa che riteniamo importante.
Attenti alla trappola liberale
Ci sentiamo spesso dire “se un immigrato si trova regolarmente in Italia, manda i figli a scuola, paga le tasse, lavora, rispetta le nostre credenze, gli usi e i costumi ed è ben integrato, per noi è ben accetto, altrimenti fuori”, è questa la classica teoria di qualche politicante che evitiamo di citare e sulla quale chiaramente non concordiamo.
Perché non concordiamo? Beh, è semplice: gli immigrati regolarmente stabiliti in Italia e integrati nel paese non rappresentano la civiltà, ma solo l’ennesima maschera di ciò che è la sostituzione etnica, quella che vuole far passare per buono, chi pur avendo una parvenza di vivere civile, rientra ad ogni modo, sempre e comunque, in un progetto di estinzione dei popoli europei, dell’abbattimento delle radici (non a caso possiamo notare i disastri creato dal processo di islamizzazione), pertanto, non crediamo alle false e buoniste teorie dell’integrazione e della dicotomia dell’immigrato integrato contro quello clandestino, teorie espresse al solo fine di accumulare voti sulle schede elettorali evitando lo stigma del razzismo.
Remigrazione
A parole come integrazione che lasciano intendere che sia possibile la pacifica convivenza tra popoli diversi sulla stessa terra e al concetto di migrante, che ha soppiantato i termini di clandestino e immigrato – con l’accezione di un tipo umano in costante migrazione e non stanziale in un territorio – vorremmo vedere una forza politica fare propaganda attorno al tema della remigrazione cioè l’innesco di circoli virtuosi (e forzosi in ultima istanza) volti a far tornare nella propria terra tutti gli allogeni presenti in Italia.
Manuel Zavaglia
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