Odio green per i piccoli piaceri della vita
Il fronte euro-ecologista, in tutte le sue sette: ambientalisti, animalisti, vegani, eco-salutisti e così via, è da sempre impegnato in un’azione che ci vuole imporre, in nome di una presunta e indimostrata “crisi climatica” contestata da scienziati seri come Rubbia, Zichichi, Battaglia e molti altri, una società totalitaria, fatta di divieti asfissianti, di privazione della libertà di movimento, ma anche della libertà tout court, di “rieducazione” dei cittadini, di controlli ossessivi e oppressivi, di manipolazione e imposizione ideologica attraverso la scuola e i media, di persecuzione accademica dei ricercatori dissidenti.
Le crociate verdi
Così, ecco la crociata contro le auto, contro la mobilità privata, le imposizioni di divieti, zone speciali a 30 km/h o assurde e liberticide “città a 15 minuti”, il proliferare di piste ciclabili inutili e dannose; ecco la richiesta di limitare se non proibire i voli aerei; ecco le “inique sanzioni” contro la casa con l’obbligo di costosissimi, immotivati “adeguamenti ecologici” volti a impoverire il ceto medio proprietario europeo; ecco la guerra all’agricoltura, all’allevamento e alla pesca con imposizioni vessatorie, limiti e proibizioni di ogni genere; ecco le “compensazioni” imposte alle industrie per l’emissione di CO2 e così via.
Ma il bieco sadismo ambientalista non si limita a imporre strategie produttive e sociali “macro” che producono malessere, aumenti dei costi, limitazioni dello sviluppo non solo economico (in alcuni ambiti siamo già, purtroppo, a una sorta di “decrescita infelice”) e quindi nuove povertà.
Cambia stile di vita!
No, al fanatismo para-religioso della setta dei “gretini” non basta tutto ciò: vogliono entrare anche nel “micro” della società, nelle nostre case, nella nostra vita privata, nelle nostre scelte quotidiane, vogliono (lo ammettono loro) imporci un “cambiamento degli stili di vita”, una “conversione ecologica”, come esige con questa blasfema espressione la neo-chiesa bergogliona idolatra (do you remember Pachamama?), semi-panteista, ridotta a cappellania dei “saggi della montagna” di Davos ed esaltatrice della ragazzotta svedese dall’instabile equilibrio emotivo.
Sì, vogliono pervasivamente introdursi nella nostra vita quotidiana, renderla sempre più difficile, molestarci nei nostri gesti di ogni giorno con divieti, proibirci i piccoli piaceri o le piccole comodità che ci rendono più accettabile il vivere.
Il vecchio aforisma di George Bernard Shaw: “Le cose più belle della vita o sono immorali, o sono illegali, oppure fanno ingrassare” dovrebbe essere aggiornato con l’aggiunta di: “…o sono anti-ecologiche”.
Gli ambientalisti, che già per loro natura sono tristi, cupi, perennemente incazzati, somiglianti sempre di più a quelle turbe medioevali di straccioni flagellanti eretici e semi-eretici – da cui la Chiesa, allora saggia, sempre diffidò – che disturbavano la quiete pubblica dei borghi urlando: “penitenziagite, penitenziagite” (lo narra Umberto Eco, quindi è Verità inoppugnabile), vogliono rovinarci la vita con le loro molestie, i loro predicozzi, i loro divieti.
I nuovi eco-flagellanti in saio verde ci ordinano di pentirci delle nostre colpe tecnologiche ed ecologiche, di cambiare vita, di rinunciare penitenziamene a tutto ciò che è buono e piacevole, al buon cibo, al buon vino, alle case calde d’inverno e fresche d’estate, ai viaggi, al Bello dell’arte e dei paesaggi non sconciati da pale eoliche o “campi” di pannelli solari. Ce lo chiedono in nome dei nuovi idoli: Gaia e/o Pachamama. Facciamo qualche esempio.
Vietato un cognac davanti al caminetto?
E’ inverno. Fuori nevica, anche se gli scienziati pazzi eco-catastrofisti, che odiano e falsificano la realtà, affermano che l’evento è impossibile a causa del presunto “riscaldamento globale”. Sognate una calda, tranquilla, pensosa, sonnacchiosa serata davanti al camino acceso e scoppiettante con in mano un Napoleon di cognac invecchiato?
Beh, innanzi tutto l’Unione Europea vuole apporre indicazioni terroristiche sulle bottiglie degli alcolici simili a quelle presenti sui pacchetti di sigarette. Poi moltiplicare le tasse sugli alcolici. Per il vostro bene, ovviamente. Quindi il sogno è già in parte rovinato.
Ma, soprattutto, cancellate dal sogno il caminetto: in molte regioni d’Italia e d’Europa l’accensione dei caminetti a legna è vietata.
Perché? Ma perché inquina, ovviamente: i caminetti sono colpevoli delle emissioni di polveri sottili, le cosiddette PM10, che sono invisibili.
Ma chi lo dice? Lo dicono le vestali dell’ecologicamente corretto, gli “esperti” che dominano nelle Agenzie regionali per l’Ambiente.
Se dubitate, siete degli sporchi negazionisti, uno di quelli a cui tale professor Gianfranco Pellegrino e più recentemente il deputato della sinistra rosso-verde Angelo Bonelli vorrebbero togliere il diritto di parola con l’introduzione del reato di “negazionismo climatico”.
Potreste ovviare con uno di quei caminetti elettrici, con il fuoco finto così amati dalle signore inglesi della lower/working class, ma sono certo che il vostro livello di sopportazione del kitsch e del cattivo gusto non sia così alto.
La grigliata negata
Torniamo ai sogni: in una stagione più clemente, sognate una bella grigliata di carne con gli amici: costine, puntine, salsicce di vari tipi, spiedini, costate. Vi viene già l’acquolina in bocca? Beh, fermate il sogno e scendete. Non sapete che la carne è cancerogena? E se grigliata ancora di più?
Non sapete che i bovini e i suini scoreggiano e quindi inquinano e producono CO2? In Olanda i precedenti governanti di centro-sinistra, seguendo i soliti diktat ambientalisti della UE, avevano già pianificato la chiusura di migliaia di allevamenti di cui i Paesi Bassi sono da secoli famosi.
Purtroppo per la salute e la salvezza della Terra, il fanatico ultra-ecologista e socialista Frans Timmermans, che come commissario al famigerato Green Deal nella UE infiniti danni addusse agli europei, ha perso le elezioni nei Paesi Bassi.
Ha vinto una coalizione di barbari: il Partito della Libertà dello “xenofobo” (è sempre “xenofobo” chi lotta per l’indipendenza e l’identità del proprio Paese) Wilders, i liberali di destra, i centristi e il BBB, un partito degli agricoltori piuttosto incavolati e pronti a riaccendere i motori dei trattori per assediare di nuovo le “aule sorde e grigie” del potere.
C’è del green in Danimarca
Ma gli eco-folli non demordono: in Danimarca stanno imponendo agli agricoltori una salatissima tassa su ogni bovino o suino posseduto.
E poi non sapete che le griglie, come i caminetti, inquinano? Non sapete che se tutti si mettessero a fare grigliate i sabati e le domeniche d’estate, il sole si oscurerebbe come in una maledizione biblica o in uno di quei film catastrofisti?
Non vi basta il fumo degli africani? Ci affrettiamo a chiarire l’ultima frase, a scanso di rischi con la legge Mancino: LaVerità, in un articolo del 14 maggio di Angela Valle (“La crociata Onu contro le grigliate in Africa”) ci racconta come a un vertice a Parigi organizzato dall’ONU si è detto che uno dei maggiori problemi per la salute del continente viene dalla legna bruciata per cucinare. Testuale.
Quindi, se ci tenete alla salute dei negret.., pardon, degli abitanti del Continente Nero, non fate grigliate, passate al giustamente penitenziale veganesimo o, se proprio non riuscite, agli insetti e alla carne sintetica di Bill Gates.
E dimenticate il favoloso pâté de foie gras: se lo mangiate, siete dei torturatori d’animali in generale e delle povere oche in particolare: alcune catene di supermercati hanno iniziato a non venderlo su pressione degli animalisti. Soluzione: prendetelo nei negozi o nei supermercati non ancora sottomessi ai diktat antiumani. Boicottiamo i boicottatori.
Lo Stato terapeutico
Vi piacciono le bevande gasate, una dolce aranciata, una fresca limonata, una gazzosa del tempo perduto, dal sapore antico, una proustiana madeleine liquida? Anche se è stata posticipata, la tassa sullo zucchero prima o poi vi toglierà questo piacere o comunque lo pagherete più caro. Per fregarci meglio, la chiamano sugar tax. Sconvolgerà intere filiere produttive, creerà disoccupazione, scontenterà i consumatori. Ma che importa questo agli eco-salutisti?
Lo zucchero fa male, dicono, e quindi non osiamo lamentarci. Si chiama tassa etica, è per il nostro bene e quindi se malpensiamo che sia solo per far cassa, come per gli autovelox, vergogniamoci.
Ma noi, bastiancontrari, continueremo a pensare che l’accostamento del nobile aggettivo “etico” al sostantivo “tassa” faccia un po’ schifo: siamo convinti che quando Giovanni Gentile parlava di “Stato etico” non pensasse a uno Stato che, oh, ma per il nostro bene, ci facesse indossare ope legis la maglietta di lana.
Siamo invece a quello che Cristopher Lasch definiva “Stato terapeutico”.
Anche la tassa sulla plastica (plastic tax) è stata posticipata, ma prima o poi arriverà: ce l’ha ordinato la sovietica Unione Europea che con un’ordinanza ha sancito il divieto di alcuni prodotti di plastica monouso tra cui le posate, i piatti, le cannucce, i bastoncini cotonati e così via. Lo Spritz senza cannuccia per molti sarà un’altra cosa, ma forse la sostituiranno con materiale organico, come il bambù, dicono.
La plasticofobia
L’isteria plasticofobica dei legislatori europei, sempre più agli ordini delle onnipotenti lobby verdi, è arrivata alla perversione mentale d’inventarsi la linguetta che impedisce ai tappi di essere staccati dalle bottiglie, obbligandoci a contorsionismi per versare i liquidi o per bere a canna.
Inevitabili le maledizioni per i geniali inventori e decisori artefici di questa cretinata. Siccome sono un pessimo cittadino europeo, spero qualche maledizione, mi basterebbe qualcuna tra le più lievi, vada a segno. Inoltre non è detto che, per alcuni tipi di contenitori, questa trovata non peggiori le cose. Pensiamo a quelli di carta.
Osserva acutamente lo scrittore cattolico Rino Cammilleri: “Prima dell’intervento dei geni dell’UE il tappo lo buttavi nella plastica e il contenitore nella carta. Ora anche il tappo nella carta. Contenti loro…”.
Anche all’intellettuale liberista Carlo Lottieri, docente di filosofia del diritto e co-fondatore dell’Istituto Bruno Leoni, questo piccolo, ma fastidioso sopruso non è sfuggito: “Mai avrei pensato di entrare in un mondo nel quale non puoi più staccare il tappo della bottiglia di plastica. E non siate così ingenui, per favore, da ritenere tutto ciò irrilevante.”
Già: sembra infatti di sentire l’indignazione contro queste critiche da parte dell’Imbecille Verde Collettivo: “Ma è un sacrificio minimo per l’ambiente!”.
E avanti con il lacrimevole racconto delle spiagge ricoperte di oggetti di plastica. Quelle stesse spiagge, però, che gli adepti della sinistra verde, in nome della concorrenza, vogliono togliere alle aziende familiari di balneari che le hanno pulite e curate per anni, espropriandole senza indennizzo, per darle alle multinazionali o, peggio, alle cooperative rosse.
Le isole di plastica
Per poi arrivare all’argomento atomico della frignata verde: le “isole di plastica galleggianti” negli oceani, in tutti gli oceani, nuovi Mar dei Sargassi postmoderni, grandi, enormi come continenti, come nelle leggende di Atlantide e di Lemuria, o forse come “l’isola che non c’è” (appunto…) nel racconto di Peter Pan di J. M. Barrie e nella canzone di Bennato (“Seconda stella a destra questo è il cammino”). Cercate sul web: sono cinque, sei, forse sette enormi continenti. Vi fanno vedere anche qualche confusa foto. Certo che la trovata dei tappi “instaccabili” risolverà il problema e la nuova Atlantide di plastica scomparirà di nuovo nel Grande Mare Oceano come nei Dialoghi di Platone.
Anne Hidalgo ambientalista antifascista
Ancora un esempio della crociata verde contro il confort e il benessere: il sindaco eco-socialista di Parigi Anne Hidalgo, nota per il suo estremismo ambientalista oltre che per il suo fanatismo antifascista e antirazzista, ha promesso che le Olimpiadi di Parigi dal 26 luglio all’11 agosto saranno “le più green della storia”. Coerentemente, nel villaggio olimpico non ci saranno condizionatori d’aria nonostante Parigi, come sa bene chi la frequenta, possa essere una città assai calda nel periodo estivo.
Gli atleti, gli accompagnatori, i giornalisti, i tecnici soffriranno il caldo? Non importa: l’ideologia green ci impone sadicamente di soffrire, se questo serve a ridurre le emissioni di CO2, che secondo gli eco-catastrofisti (ma non secondo molti scienziati) hanno condotto la terra sull’orlo del baratro.
Risultato: molte delegazioni, a cominciare da quelle degli Stati Uniti, si porteranno i condizionatori da casa o li affitteranno in loco.
E potremmo continuare con questo elenco di chiare dimostrazioni di come i nuovi Savonarola verdi vogliano rovinarci la vita.
I piagnoni e gli eco-vandali
Come Savonarola, che bruciava in piazza i quadri sequestrati alle famiglie notabili, e che giustamente la Chiesa condannò al rogo, anche i neo-piagnoni verdi (“piagnoni” erano così chiamati i sostenitori fiorentini di Savonarola) odiano il Bello e la Bellezza e lo dimostrano danneggiando dipinti e palazzi storici.
Tra l’altro notate come le loro aggressioni anti-artistiche si rivolgano quasi sempre contro l’arte figurativa pre-contemporanea. Mai che i maledetti eco-vandali, o, più precisamente, eco-terroristi, gettino vernice contro, ad esempio, una delle copie de L’orinatoio di Marcel Duchamp (l’originale, quale disgrazia, è andato perduto).
Al massimo hanno attaccato un’opera di Andy Warhol esposta nella lontana Australia. L’odio contro il Bello degli ecologisti, di tutti gli ecologisti si manifesta anche, ne abbiamo già accennato, nell’imposizione di impestare i panorami italiani con mostruose pale eoliche e inquietanti campi di pannelli solari.
Odio contro la Vita
E l’odio contro il Bello è anche odio contro la Vita: non per nulla gli ecologisti sono anche sostenitori della decrescita demografica con ogni mezzo.
E non dimentichiamo i sempre più frequenti blocchi stradali, spesso attuati grazie anche ai tardivi interventi delle Forze dell’Ordine e alla pazienza dei cittadini che si limitano a innocui insulti.
Insomma, come fastidiosissime zecche, gli eco-odiatori in nome delle loro menzogne climatiche vogliono rovinarci la vita quotidiana, obbligarci a nuovi, miserabili “stili di vita” privi di Bello e di Buono, imporci rinunce, sacrifici e digiuni “laici” non per la salvezza della nostra anima, ma per quella, presunta, di Gaia/Pachamama.
Dobbiamo denunciare i loro deliri ispirati dagli stregoni della montagna magica di Davos, dobbiamo svelarne le trame infernali contro l’Uomo. Ci rovinano la vita; dobbiamo imporgli di smettere.
Antonio de Felip
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