NOSTRA SIGNORA DI FATIMA – Seconda parte* – A la Cova de Iria, il 13 agosto, s’era già radunata una folla valutata tra le diciottomila e le ventimila persone, venute da tutta la regione con ogni mezzo. E si era sparsa la voce che i bambini erano stati rapiti dall’amministratore.
A un certo punto si udì come un colpo di tuono, seguito da un lampo. E tutti notarono una piccola nuvola che, dopo essere planata poco tempo sulla solita quercia, si alzò verso il cielo scomparendo nell’aria.
Altri fenomeni prodigiosi furono osservati. L’apparizione d’un arcobaleno che colorò con le sue tinte i volti, gli abiti delle persone e, addirittura, il disco solare che apparve, per tutto quel tempo, composto di tanti quadretti iridati; e la visione di migliaia di fiori che avevano preso il posto delle foglie degli alberi.
L’appuntamento con Lucia e i suoi due cugini era però rimandato di qualche giorno.
I bambini erano stati messi in cella con delinquenti comuni. Furono interrogati più volte separatamente, minacciati, terrorizzati.
Assistette agli interrogatori anche un medico affinché potesse testimoniare d’un preteso stato d’isteria dei tre veggenti e dimostrare così l’ “impostura clericale”; ma nessun referto del genere fu mai redatto, evidentemente perché ne fu constatata l’ assoluta lucidità mentale.
E alla fine, l’amministratore fu costretto a rilasciare i tre bambini, anche per le pressioni che stavano montando contro di lui da parte dei parenti e di molte persone che non avevano digerito quell’infame manovra.
La quarta e la quinta apparizione
Il 19 agosto , una domenica, dopo la messa i tre bambini si diressero verso la Cova de Iria, accompagnati da qualche persona, per andarvi a recitare il rosario. Arrivati alla località detta Valinhos, la Signora apparve.
Lucia raccontò quanto le fu detto; di continuare a recarsi lì, pregare per i peccatori e che l’ultimo mese sarebbe avvenuto il miracolo affinché tutti credessero: l’apparizione di San Giuseppe con il bambino Gesù, la Signora del Rosario e la Signora dei Dolori.
L’annuncio del miracolo, gli articoli apparsi sui giornali, forse anche la curiosità spinsero 25-30 mila persone alla Cova de Iria già all’alba del 13 settembre.
Tutti volevano vedere e parlare coi tre bambini, inginocchiarsi davanti a loro e domandare che si facessero portatori d’una richiesta di grazia. Chi non ci riusciva si faceva sentire gridando le proprie richieste, di guarigione, di salvezza, di ritorno a casa d’un figlio partito in guerra.
Tutte le miserie del mondo si ammassavano davanti a tre poveri pastorelli.
Nuovi fenomeni soprannaturali
Anche in questa occasione si rinnovarono fenomeni soprannaturali, testimoniati dalla maggioranza delle persone, tra cui Monsignor Quaresma.
A mezzogiorno in punto, riferì il religioso, si vide distintamente un globo luminoso muoversi da oriente verso occidente e scivolare lentamente nello spazio. Quanto il globo si posò delicatamente sulla piccola quercia, la luminosità del sole diminuì e l’atmosfera si fece color giallo oro.
Ancora una volta Lucia parlò con la Signora la quale esortò alla preghiera e al rosario per ottenere la fine della guerra e ribadì la promessa dell’apparizione annunciata.
Alle richieste di Lucia di ottenere guarigioni e conversioni, la Signora le promise per alcuni ma non per tutti.
Durante tutto il tempo dell’apparizione la maggioranza dei pellegrini aveva goduto d’uno straordinario spettacolo: la caduta dal cielo d’una pioggia di petali bianchi o, secondo la descrizione d’ altri, di fiocchi di neve rotondi e brillanti che scendevano lentamente e sparivano a contatto col suolo.
Fu notata una piccola nuvola sopra l’albero su cui la Signora si era posata. Alzandosi dal suolo s’ingrossò e rimase sospesa nell’aria fino a dissiparsi come il fumo dopo un colpo di vento; e la cosa si ripeté tre volte.
E al termine del colloquio con Lucia, fu visto nuovamente il globo luminoso alzarsi dall’alberello e poi procedere verso oriente fino a scomparire.
Tutti visionari?
Tutti i fenomeni che accompagnarono le apparizioni, furono visti e descritti dalla grande maggioranza dei presenti più o meno nei medesimi termini; non furono però visti da tutti.
Come se una volontà superiore avesse deciso di rivelarsi selettivamente a circa due terzi di coloro che si trovavano sui luoghi.
Ma ciò, anziché sminuire il valore delle testimonianze favorevoli, al contrario le rafforza.
Non solo non appare decentemente sostenibile liquidare come mera bugia un fenomeno attestato dalle dichiarazioni di migliaia di persone, ma il fatto di rilievo fu che moltissimi tra coloro che dichiararono di non essersi accorti di nulla risultarono essere credenti e dispiaciuti di non aver percepito quei fenomeni.
Se si segue allora la tesi, peraltro del tutto priva di fondamenti scientifici, di una sorta di “autosuggestione collettiva” non si spiegherebbe perché proprio tanti che ardentemente speravano di vedere qualcosa e, dunque, più di altri, avrebbero potuto essere vinti da una autosuggestione, fossero proprio tra coloro che non ebbero alcuna visione.
Laddove molti increduli furono beneficiati da quegli straordinari spettacoli e si determinarono alla conversione.
Le testimonianze dei fenomeni soprannaturali, verificatisi il 13 agosto e il 13 settembre, che migliaia di pellegrini avevano diffuso attraverso il Portogallo ebbero l’effetto di zittire gli attacchi dei giornali liberali e anticlericali.
E la data del 13 ottobre, giorno del miracolo annunciato, era sempre più attesa sia tra i credenti e i devoti sia tra coloro che ritenevano (o forse speravano) che nulla sarebbe successo così da poter sbugiardare la “propaganda clericale” e la superstizione popolare.
Gianni Correggiari