Non solo Gaza: Il tallone sionista sulla Cisgiordania – Hezbollah ha inserito anche l’Italia nella “coalizione del Male”, in seguito alla sua adesione servile all’operazione “anti-pirateria” Atalanta nel Mar Rosso, con l’invio della fregata Virginio Fasan.
Come sempre, gli USA comandano e gli Stati vassalli obbediscono immediatamente, scattando sull’attenti.
I “pirati” sarebbero gli Houthi yemeniti, membri della comunità sciita filoiraniana che, da quando è in atto il genocidio di Gaza, attaccano le navi commerciali da e verso Israele che capitano loro a tiro.
Davanti alla schiacciante disparità di forze e di armamenti, il fronte antisionista usa i mezzi che può.
Sudditanza europea
È veramente imbarazzante l’atteggiamento di sudditanza della UE, e dell’Italia in particolare, di fronte a quello che sta succedendo in Terra Santa.
Non parliamo solo di Gaza, dove ogni genere di crimine di guerra viene giustificato con il mantra del “7 ottobre” e della presunta presenza di terroristi – viene bombardato un ospedale? Eh, ma vi si nascondevano dei terroristi… Vengono sterminati civili compresi donne, bambini e anziani? Eh ma tra loro si trovavano dei terroristi… – .
C’è pure il dramma della Cisgiordania, anch’essa occupata militarmente da Israele dal 1967, che non è sotto il controllo di Hamas ma è governata dell’ANP (Autorità Nazionale Palestinese) di Abu Mazen, successore di Arafat.
La vittoria israeliana del 1967, contro la coalizione panaraba di Egitto, Siria e Giordania, venne vista come l’occasione per realizzare la Eretz israel, la Terra d’Israele, in un’ottica imperiale e messianica, dal movimento Gush Emunim – Blocco dei fedeli – guidato dal rabbino Zvi Yehuda Kook.
Questo movimento diede il via alla pratica degli insediamenti dei cosiddetti “coloni”, che dal 1974 ad oggi espropriano i palestinesi delle loro terre, delle loro case e villaggi, sospingendoli verso i territori più inospitali.
Il sostegno di Stato
I coloni non hanno solo un’ispirazione religiosa, tra di essi vi sono anche fondatori dei Kibbutz, comunità di matrice socialisteggiante e laica.
In entrambi i casi, ricevono cospicui sostegni dello Stato ebraico sia sotto forma di finanziamenti che di erogazione di servizi.
La politica degli insediamenti non è altro che l’attuazione dell’imperialismo sionista più arrogante e violento, attraverso piccoli passi.
Alcuni dati: oggi sono circa 700.000 i coloni ebrei che occupano illegalmente territori palestinesi.
Dallo scorso 7 ottobre in Cisgiordania si sono registrati più di 800 episodi di violenza dei coloni verso la popolazione araba, con oltre 100 morti e 13 villaggi fatti abbandonare con la forza.
Dal 2011 ad oggi i coloni hanno occupato circa il 10% della superficie della Cisgiordania. Sono negati i diritti più elementari, tra cui quello all’istruzione: più di 80 scuole in Cisgiordania subiscono la presenza di militari israeliani, e una sessantina di edifici scolastici sono soggetti a ordini di demolizione. Il tutto in aperta violazione del diritto internazionale.
La Convenzione di Ginevra
L’articolo 49 comma 6 della quarta Convenzione di Ginevra, ratificata anche da Israele, recita: “la potenza occupante non potrà procedere alla deportazione o al trasferimento di una parte della sua popolazione civile nel territorio da essa occupato”.
La risoluzione n° 446 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite del 1979, ha espressamente dichiarato illegali gli insediamenti dei coloni ebrei in Cisgiordania e condanne sono state espresse dall’Alto commissariato per i diritti umani delle Nazioni Unite (Unhcr).
Lo scorso 29 dicembre il Sudafrica si è rivolto alla Corte internazionale di giustizia dell’Aia accusando Israele di genocidio nella Striscia di Gaza, chiedendo un provvedimento urgente del tribunale internazionale per l’interruzione di tutte le operazioni militari dell’esercito israeliano, sostenendo che le sue azioni violino la Convenzione sul genocidio, un trattato internazionale approvato dall’Assemblea generale dell’ONU nel 1948 e ratificato da Israele nel 1950.
Finalmente, dunque, qualcuno a livello internazionale si sforza di mantenere la schiena dritta.
E l’Italia?
Oltre a condannare Hamas – tanto non costa nulla e fa guadagnare pacche sulle spalle dai padroni dell’Occidente – e a disporre con sollecitudine degna di miglior causa l’invio della fregata nel mar Rosso, stupisce con le memorabili parole di Tajani che, in un’intervista a La Stampa dello scorso 31 ottobre, ha affermato che “Anche i coloni israeliani devono essere prudenti”…
Un po’ come dire: i coloni proseguano pure nella loro attività illegale e criminosa ma lo facciano con un po’ di moderazione, visto il momentaccio…
insomma, uccidano qualche palestinese in meno, facciano sgomberare meno villaggi, tolgano il futuro a meno bambini, se non è troppo disturbo per lor signori!
Questo è il nostro Ministro degli Esteri!!
Ma l’opposizione non è meglio, visto che sta avvallando completamente la nostra politica nel Vicino Oriente con il suo silenzio omertoso.
Il silenzio rende complici. La sudditanza verso gli Stati Uniti, principale sponsor delle politiche genocide di Israele, ha superato ogni limite di decenza.
Ora più che mai è necessario ripensare i rapporti dell’Italia con gli USA e valutare l’uscita dalla NATO, recuperando quella sovranità che è diritto di ogni popolo libero.
Raffaele Amato
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