Non solo braccianti immigrati: le fragolare – Partivano all’alba e tornavano il tardo pomeriggio stanche ma ancora sorridenti, avevano passato una giornata chine lungo i campi a raccogliere i prodotti dei campi, la maggior parte di loro avevano problemi di schiena, non a caso molte ex fragolare erano percettrici di assegno ordinario di invalidità a causa dei problemi causati dal lavoro, ma dichiaravano che erano causati da altro, perché uno dei presupposti per l’assegno è che non sia causato da malattia professionale.
Tornavano a casa ma la loro giornata non si concludeva lì, c’era casa da sistemare e fare da mangiare per la cena. Chi aveva la fortuna di avere la “figlia femmina” aveva meno impegni, perché, fin dalla più tenera età, la figlia femmina, se primogenita, si occupava di preparare, vestire, fare mangiare e portare a scuola i fratelli più piccoli e, tornata da scuola, sistemava per quello che poteva casa.
La scuola
La scuola era spesso un impegno secondario tanto, molto probabilmente, da grande sarebbe diventata anche essa una fragolara.
In alcuni casi, laddove non c’era la figlia femmina, era il primo figlio ad occuparsi di tutto. Ricordo che in classe mia alle elementari già molti ragazzini sapevano cucinare perché, per necessità, costretti a preparare il pranzo per i fratelli o magari per il padre. Eh sì! Esisteva naturalmente anche il padre ma cosa faceva mentre la moglie era in campagna?
I mariti
I più fortunati lavoravano come operai alla comunità Montana o alla forestale, altri come muratori o pastori per coltivatori diretti del posto, altri erano contadini e badavano al proprio terreno e agli animali di proprietà della famiglia.
Ma tanti erano invece quelli che non c’erano! Quelli che partivano per la Svizzera o la Germania e tornavano solo qualche giorno d’estate in occasione della festa della Madonna della Neve e a Natale.
Emigrati
A volte, dopo qualche anno, anche le mogli partivano per la Germania o la Svizzera lasciando per anni i propri figli alle cure dei nonni o di qualche zio che non aveva avuto figli.
Sarebbero andati anche loro all’estero ma solo dopo aver finito le scuole medie ed intanto passavano quasi tutto l’anno senza vedere i genitori e potendoli sentire per telefono solo una volta a settimana, allora una telefonata all’estero costava un patrimonio.
I sindacalisti
Ma torniamo alle fragolare, oggi i sindacalisti si impegnano per difendere i diritti dei lavoratori agricoli extracomunitari sfruttati nelle campagne del Salernitano e del Casertano ma quando erano le fragolare ad essere sfruttate se ne infischiavano.
Perché oggi sappiamo che gli extracomunitari sono sfruttati ma pochi dicono che nelle campagne ci sono anche le fragolare, meno di ieri, ma ancora ci sono e sono donne e sono italiane che lavorano nelle stesse condizioni degli stranieri, sottopagate, orari da massacro, lavorano 150 giornate ma gliene riconoscono 101 se non 78 (giornate valide per la disoccupazione agricola divisa in scaglioni, 156 – 101 – 78 – 51 giornate, ma Ve ne parlerò un’altra volta), se una di loro rimane incinta non viene chiamata più a fare le giornate per evitare che vadano in congedo obbligatorio mentre sono assunte, se arriva a l’ispettore del lavoro devono nascondersi a volte dietro cartoni o casette della frutta, e tante altre cose che mi occorrerebbero giorni per raccontarvele tutte, ma allora perché nessuno parla di loro o ne hai mai parlato di loro in passato?
Non fanno notizia
Perché è semplice, sono italiane e non fanno notizia, perché non sono sostenute dalle associazioni no profit, perché i politici se ne fregano di loro, perché spesso i sindacalisti stessi le reclutano per conto delle ditte in cambio di favori, soldi o giornate agricole da destinare ad altre persone (dietro pagamento) per il raggiungimento della quota per andare in disoccupazione, perché i sindacalisti sono spesso loro stessi ad avere funzione di “caporale”, perché non va di moda parlare di persone che non siano extracomunitarie, non puoi vestire l’abito da buonista.
Ma, nonostante questo le donne delle fragole sono ed erano sempre allegre e pronte ogni mattina all’alba per partire e tornare nelle campagne. Paesi interi vivevano grazie a loro e oggi, che sono molte di meno, quasi scomparse, ricordo con nostalgia quelle donne che partivano quando ancora il sole non era alto e tornavano che era già tramontato
Che ridevano e scherzavano nonostante tutto, che vivevano da inconsapevoli protagoniste di un mondo che non esiste più, molto più duro, molto più pieno di sacrifici, ma anche molto più semplice, molto più concreto e che, nonostante tutto, ci faceva vivere più serenamente.