Nessuna prospettiva di pace in vista in Ucraina – Da parte ucraina Zelensky ha ribadito infatti la linea della ripresa manu militari della Crimea, cosa che esclude ipso facto ad ogni soluzione negoziata. Putin per caso ha d’altra parte detto espressamente rivolgendosi ai vertici delle forze armate, che la guerra sarà ancora lunga. Allo stesso tempo Putin ha ribadito che lo Stato russo è pronto a fornire “qualunque cifra” per sostenere l’industria bellica, che, nonostante la continua propaganda occidentale circa la scarsità di mezzi russi, sembra ben capace a continuare a sfornare armamenti.
Pioggia di missili russi
Controprova le disponibilità missilistiche (in esaurimento secondo i media occidentali fin da aprile), che i russi continuano ad utilizzare copiosamente per distruggere metodicamente l’infrastruttura energetica ucraina. Venerdì 16 si è avuta un’altra grande ondata di attacchi, concentrati per lo più nelle regioni di Kiev, Zaphoryza, Dniepetrovsk, Kharkov e Odessa.
Le pretese ucraine
Sul versante ucraino invece il generale capo di stato maggiore Zaluzny ha suonato un campanello di allarme in un’intervista rilasciata al britannico The Economist, dichiarando che per tornare ai confini del 24 febbraio – ovvero dandosi un obiettivo più modesto rispetto a quanto dichiarato da Zelensky, visto che i confini del 24 febbraio escludono ovviamente la Crimea e le città separatiste di Donetsk e Lughansk (cosa che pare abbia suscitato attriti e malumori a Kiev) – servirebbero dall’Occidente altri 300 carri armati, 700 blindati e 500 pezzi d’artiglieria. Tutte forniture che la NATO non sembra capace di inviare al momento attuale.
Fronte congelato
Sul fronte, intanto, la situazione è globalmente statica, il che non significa che i combattimenti si siano fermati. Sebbene il fronte non abbia oscillazioni territoriali significative, a Bakhmut continua ad infuriare la battaglia, con i russi che avanzano a nord e a sud e che hanno messo un piede nell’area urbana est della città.
Per altro pochi chilometri dietro la linea del fronte i russi stanno raccogliendo i reparti di VDV (le forze d’élite di paracadutisti) ridispiegate da Kherson, segno che ci si avvicina ad un altro grande slancio offensivo.
Altra zona calda del fronte è la cittadina fortificata di Maryinka, nei sobborghi sud-ovest di Donetsk dove si combatte casa per casa da mesi e dove i russi sembrano in avanzamento verso ovest dove avrebbero superato la linea difensiva ucraina predisposta nel centro cittadino.
Per tutta risposta gli ucraini continuano a scatenare sul centro città e sulle aree di Donetsk bombardamenti di razzi e di artiglieria di una ferocia che non si vedeva dal 2014 (ovviamente nel silenzio tombale dei nostri media).
Statica la situazione sui fronti di Lughansk e Zaphoryza dove pure i russi accumulano riserve dietro le linee, senza che veramente chiaro se si preparino in questi settori ad assorbire un nuovo colpo offensivi ucraini o se siano loro che pensino di passare all’attacco