Motori endotermici 2035: Stop allo Stop? – La Presidenza dell’Unione Europea ha rimandato a data da destinarsi il voto finale previsto in Consiglio, che era previsto per 7 marzo, circa il bando alla vendita dei veicoli con motori endotermici nel 2035.
La decisione è conseguenza del rischio di bocciatura per una potenziale minoranza di blocco composta da Italia, Polonia, Bulgaria e, probabilmente, anche dalla Germania.
Stride il silenzio della Francia, che pure conta importantissimi costruttori del settore automotive.
Voto congelato
È stato quindi deciso di congelare il voto in attesa di chiarire meglio le scelte ambientali dell’Unione, tenuto conto anche degli sviluppi del conflitto ucraino.
Ma con molta probabilità, viste anche le imminenti elezioni europee ed eventuali cambi di maggioranza, la misura sarà accantonata o comunque sostanzialmente rivista.
La VDA, associazione che raccoglie le case automobilistiche tedesche, spinge per l’adozione di carburanti sintetici, su cui la ricerca sta facendo notevoli progressi, quale alternativa ai motori elettrici.
Il governo italiano ha vantato questa sospensione come una propria conquista ed in effetti all’Italia va dato atto di essersi spesa in questa direzione praticamente da sempre, seppure in modo molto più tiepido ai tempi del governo Draghi.
La Meloni ha affermato che ogni paese dovrebbe scegliere la propria strada per raggiungere gli obiettivi della famosa, oramai famigerata, transizione ecologica.
Voci fuori dal coro
Ma forse farebbe bene ad ascoltare anche l’appello della fondazione indipendente Clintel Italia, che opera nel campo delle politiche climatiche e che conta al suo interno studiosi di altissimo livello.
Clintel afferma che, anche una riduzione del 100% delle emissioni da parte dell’intera UE, nemmeno scalfirebbe il presunto problema.
Presunto, perché, secondo questi studiosi, non esiste alcuna emergenza climatica e l’attuale riscaldamento globale rientra nelle fisiologiche oscillazioni termiche del pianeta. Pertanto qualche dubbio sulle drastiche misure imposte ideologicamente dalla UE sarebbe sacrosanto farselo venire.
E il Mercato?
C’è poi un’altra considerazione che vale la pena di fare. Sono anni che ci impongono il dogma liberal-liberista in base al quale il mercato sia una sorta di entità quasi demiurgica, che tutto regola, tutto aggiusta e tutto risolve.
Al moloch del libero mercato sono state immolate fior di aziende e relativi posti di lavoro, con la motivazione che non bisogna dare aiuti di Stato per non alterare Sua Maestà il mercato.
Perché, allora, proprio nel caso della mobilità “sostenibile”, non si lascia fare al mercato? Se le macchine elettriche sono davvero così superiori, gli utenti le sceglieranno liberamente. Quando si passò dalle carrozze con cavalli alle automobili nessun paese si sognò di imporre la “transizione” per legge.
Certo, a quei tempi non c’era nessun pianeta da salvare. Ma, secondo molti autorevoli studiosi, nemmeno adesso…