Morto in carcere Unabomber – 10 giugno 2023, carcere federale di massima sicurezza di Butner – North Carolina: Ted Kaczynski lascia questa terra, che manterrà indelebile l’impronta del suo passaggio.
Chiunque abbia letto il suo manifesto “La società industriale ed il suo futuro” o abbia guardato la serie Tv “Manhunt – Unabomber” o il documentario “Unabomber – In His Own Words” – chi non lo ha fatto lo faccia al più presto – può capire la portata di un personaggio che nel bene e nel male è stato capace di formulare ed esporre gli estremi per una rivoluzione di portata mondiale.
Bavaglio USA
Ai più, Ted Kaczynski potrà apparire soltanto uno squilibrato, un terrorista, ma l’invito è a riflettere su come e quanto il governo degli Stati Uniti d’America si sia affannato, impegnato, adoperato per rendere “inoffensivo” un uomo, ma soprattutto l’idea di cui è stato promotore, che suggerisce quanto sia doveroso andare oltre lo stereotipo dell’etichetta, del numero e della tuta arancione che gli sono stati affibbiati.
Unabomber si è assunto la responsabilità di morti e feriti sacrificati per la sua causa – forse la causa di tutti noi – e per questo ha pagato, ma ha scontato una pena di portata eccezionale, non tanto per il fatto criminoso, quanto per l’idea che ha saputo esporre e tramandare, idea che doveva essere annientata.
Un rivoluzionario a suo modo
Ad uno sguardo superficiale si potrebbe pensare che il governo americano abbia dato la caccia al terrorista, al geniale confezionatore di ordigni esplosivi, all’introvabile attentatore che viveva in un capanno nei boschi del Montana occidentale; in realtà, ad un occhio attento, la caccia spietata è stata condotta contro l’ideologo di una teoria anti sistema, contro la cui validità nessuno, seppur scettico, può controbattere e la prova sta proprio nella pena che Kaczynski ha scontato fino a sopraggiunta morte.
Poteva – doveva – per la legge americana – essere una condanna alla pena capitale in funzione della gravità del reato ascrittogli, poi tramutata in quattro ergastoli e poi in uno, di cui 25 anni trascorsi in isolamento, ma con tutta probabilità ciò avrebbe fatto di lui un martire, un simbolo.
L’icona del XX Secolo
Ted Kaczynski è stata ed è un’icona del XX secolo, un giovane prodigio della matematica vittima delle sperimentazioni della CIA su soggetti particolarmente dotati, che ha maturato durante la sua vita da uomo libero una concezione del mondo che va approfondita. Si facciano da parte i giustizialisti, soprattutto coloro che ancora si rifanno alla Rivoluzione più famosa di tutte, la Révolution française del 1789, poiché i principi tanto decantati figli di quell’idea furono anch’essi postulati ed espressi nel sangue…
Cristian Borghetti