Milano Multietnica, i numeri del fenomeno – Milano è la più grande città d’Italia dopo Roma.
Nel 2023 l’Anagrafe ha registrato 301.149 cittadini stranieri residenti a Milano. Nel capoluogo lombardo vive il 9,5% dei cittadini stranieri residenti in Italia e sono oltre il 21%del totale in una metropoli che complessivamente conta 1.417.597 abitanti entro i confini del Comune.
Numeri considerevoli che certificano anche la crescita demografica della città.
La rappresentazione dei cittadini stranieri
Sugli oltre 300.000 residenti stranieri il gruppo più numeroso è quello dei cittadini egiziani: 45.457 persone.
Seguono i cittadini filippini, con 38.942 unità. Terzi i cittadini cinesi, con 37.041 residenti. Al quarto posto ci sono i cittadini peruviani: 17.799 persone.
A seguire i cittadini dello Sri Lanka: 16.724 unità. È molto rappresentativa anche la popolazione dell’Est Europa. I cittadini romeni residenti a Milano sono 15.673, quelli ucraini sono 9.704, mentre quelli albanesi sono 4.961.
I quartieri multietnici
L’asse di via Padova e la zona di Villapizzone restano i quartieri più multietnici: nel primo i residenti stranieri sono 14.583, nel secondo sono 13.809. Qui è forte la comunità cinese con oltre 3.000 residenti. I cittadini egiziani invece popolano in maggioranza l’area intorno a San siro.
Per non parlare poi di Paolo Sarpi nel Municipio 1, noto in passato come il Borgo degli Ortolani (originariamente, in dialetto milanese, il nome era Borgh di scigulatt cioè borgo dei venditori di cipolle), ove la totalità della cittadinanza è formata da cittadini cinesi , anche, ormai ,di quarta quinta generazione.
Forte nel centro città, invece, la presenza di cittadini filippini e srilankesi, grazie alla grande richiesta di lavoratori e lavoratrici specializzati nell’assistenza alle persone e domestica in una zona con nuclei familiari di italiani con alti redditi.
I cittadini dell’Unione Europea
Milano accoglie anche moltissimi cittadini dell’Unione Europea, circa 12.500. Molti di questi vivono tra la zona del duomo e Brera.
La quota più rappresentativa è quella dei francesi: oltre 4.800 residenti. Seguono gli spagnoli, oltre 3.000. Al terzo posto ci sono i cittadini inglesi, circa 2.300, e infine quelli tedeschi, con 2.100 residenti.
Multiculturalismo e multietnicità
La multietnicità, purtroppo, è un fatto quasi ineluttabile, a cui, ahimè dobbiamo alzare bandiera bianca, visto le politiche degli ultimi decenni atte a favorire, tramite ondate migratorie più o meno incontrollate, l’entrata nel nostro paese di ogni qualsivoglia tipo di individui, ed a scoraggiare politiche a sostegno della famiglia e della procreazione della gens italica; da recenti sondaggi, si evince che, disgraziatamente, l’ultimo italiano verrà al mondo intorno al 2230 e morirà all’inizio del secolo successivo.
Quel che dobbiamo, invece, è innanzitutto, essere fermi, all’idea di multiculturalismo, dobbiamo assolutamente osteggiare e combattere in ogni modo tale archetipo, perché un conto è essere accoglienti e tolleranti verso chi arriva nel nostro paese con usanze (basta che rispettino le nostre leggi), costumi e tradizioni diverse dalle nostre, ma rassegnarsi a che l’Italia si trasformi e diventi, nei prossimi anni un’accozzaglia melting pot, ovvero un crogiolo imbastardito di svariate razze, modificando e cancellando di fatto la millenaria cultura che ha forgiato e accompagnato i nostri avi, ovvero il sapere nato dalla civiltà greco-romana, che continuò per i secoli a venire ad influenzare il vecchio continente e facendo da faro alla costruzione dei moderni stati dell’Europa tutta.
Tutto questo, come ribadito è, ad ogni costo, da evitare, se vogliamo mantenere e trasmette ai nostri figli una cultura ed una identità italiana.
Paolo Ornaghi
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