Milano: Migliaia di richiedenti asilo assediano la questura – Sono giorni che si parla del record degli sbarchi registrato drammaticamente sulle nostre coste e se si pensa che ancora non c’è stato il bel tempo, non osiamo immaginare ciò che potrebbe avvenire tra qualche giorno.
Fonti dell’intelligence italiane, dichiarano che pronti a partire col mare più mite sono migliaia e migliaia di migranti, perlopiù migranti economici ovvero maschi e giovani pronti ad essere assoldati a svolgere i lavori più disparati non esclusi gli affari a delinquere per pochi euro di mancia.
La situazione a Roma e a Milano
La situazione è grave.
In due città come Roma e Milano si assiste ormai da mesi a scene di esodi biblici: davanti agli uffici immigrazione delle questure competenti, si ammassano centinaia di presunti profughi, che vorrebbero accedere all’iter per il riconoscimento dello stato di rifugiato.
Sala non intende occuparsene
I numeri spropositati di tale situazione hanno portato i poliziotti della questura di Milano a chiedere aiuto al sindaco Sala, che si è limitato a concedere uno spazio in più dove far stazionare le centinaia di presunti richiedenti asilo.
I poliziotti addetti agli uffici sono stremati per via della mole di lavoro da seguire e i loro colleghi del reparto mobile si chiedono dove siano tutti gli eroi della solidarietà e dell’accoglienza facile.
Si chiedono anche dove siano tutti gli enti preposti del terzo settore, dove si potrebbero trovare delle competenze in questo senso.
La linea Gualtieri
Nemmeno a dirlo il sindaco di Milano non è pervenuto: Sala segue fedelmente la linea di partito Gualtieri a Roma, pertanto, al momento la soluzione è per i migranti coprirsi e ripararsi dal freddo e dalle lunghe ore di attesa così come ci si può arrangiare, con scene indecenti per un paese civile.
La polizia fa quel che può
Ai celerini non rimane che passare con bevande calde e brioche, per sopperire alla mancanza della Caritas o organizzazioni simili.
La Meloni intanto manda La Russa al muro del pianto, e lei va a parlare con i compagni della CGIL di certo non del blocco navale.