MESSAGGERO DI MENZOGNA – Il primissimo pezzo di cronaca dedicato alla commemorazione dei tre ragazzi di Acca Larentia, avvenuto come tutti gli anni davanti alla vecchia sede del MSI dove il 7 gennaio 1978 si consumò la tragedia che costò la vita a Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni, è stato pubblicato dal Messaggero.
“Morti durante gli scontri nel quartiere Tuscolano” così si leggeva nel breve commento che accompagnava le immagini diffuse dal quotidiano romano.
La strage di Acca Larentia
Franco e Francesco furono assassinati in un agguato, poi rivendicato da un’organizzazione marxista-leninista, mentre stavano uscendo dal portone della sede. Stefano, poche ore dopo mentre si trovava insieme a tanti altri missini radunatisi sul posto, fu centrato in fronte da un colpo di pistola. Di cui non si stabilì mai con certezza la provenienza, attribuita inizialmente a un ufficiale dei Carabinieri poi prosciolto.
Nessuno scontro precedette la morte di quei tre ragazzi, uccisi in modo vigliacco, e il commento comparso sul Messaggero, di fatto, finisce per coprire la matrice ideologica di marca comunista degli assassini di, almeno, Franco e Francesco.
Rimasti impuniti, per colpa di uno svolgimento d’indagini a dir poco approssimativo.
L’abdicazione della c.d. “Destra”
Ma che importa.
La c.d. Destra – quella che si proclama tale e che rivendica con orgoglio questa sua appartenenza – da quando cominciò ad assumere compiti di responsabilità politica, ossia da metà degli anni novanta, finì per sfumare progressivamente le sue posizioni rinunciando a farsi interprete, come le spettava di diritto, di una controffensiva culturale, informativa, storica.
Timorosa com’era – e com’è – di sembrare poco democratica e poco aperta al dialogo; timorosa di dissentire da quell’equivoco per fessi chiamato “storia condivisa” che, in realtà, sono le versioni già preconfezionate dal culturame marxista o post-marxista a suo uso e consumo; ma che a lei piace tanto perché così sente di essere diventata grandicella, matura, responsabile.
Riscrivere la storia con le falsità
Totalmente paralizzata, salvo qualche voce isolata sommersa però dalla cagnara di segno opposto, quando si tratta di affrontare con la giusta energia le innumerevoli ingiustizie, falsità, mistificazioni che hanno costellato e ancora costellano la narrazione, storica e processuale, delle grandi vicende per fatti di terrorismo addebitati a una certa parte politica.
Non capendo che la ricostruzione della nazione non può non passare attraverso la ricostruzione della verità sulla storia di quegli anni.
Mentre la Sinistra, su quei fatti ha cucito, continuando a farlo, investimenti di potere che utilizza costantemente nel campo giudiziale, propagandistico e politico.
Ecco perché tutti si permettono di scrivere qualsiasi indecenza che riguardi gente di destra, sia stata essa dalla parte delle vittime o degli accusati.
Perché sanno che non ci sarà reazione.