“Memorie di un detective privato” – Un romanzo molto reale
Angelo Galluzzi nel suo romanzo “Memorie di un detective privato” scrive nella nota dell’autore che le cinque storie narrate sono frutto della sua immaginazione, nulla di reale, niente di realmente accaduto.
Per pudore e riservatezza non parla in prima persona, ma di un personaggio immaginario, un investigatore privato che lavora a Milano e vive in Brianza.
In realtà questo libro, scritto in un ottimo italiano, cosa rara ai nostri tempi, è il frutto dell’esperienza dell’autore, un vero detective privato, è un’autobiografia romanzata.
Un alter ego
Ferrari il protagonista assomiglia molto a Galluzzi, la stessa visione del mondo, le stesse passioni e una storia comune, entrambi ufficiali della Brigata Folgore, sommozzatori tecnici e pugili.
Uomini d’azione e di riflessione, perché al contrario degli investigatori duri e senz’anima dei gialli americani, i nostri entrano con sensibilità nella psicologia dei personaggi, clienti in ansia e “sorvegliati” molto umani, talvolta troppo.
L’attenzione ai particolari, le attente descrizioni, raccontano di un’interiorità coltivata con le sonate di Bach e le buone letture, lontane dalla cultura dominante asservita al pensiero unico.
Ferrari ed il suo mentore Galluzzi, leggono e citano gli autori eretici che piacciono ai ribelli, solitamente inclini al saggio politico, ma che si ritroveranno in questo romanzo particolarmente vero.
Uomo integrale
Perché parla di un “maschio selvaggio” che non teme di essere un uomo integrale, con difetti e passioni, con dubbi e certezze, ma sicuramente certo della fedeltà a se stesso e alle sue idee.
Non fragile, fluido, inclusivo, come gli uomini nevrotici e spauriti del tempo della dissoluzione, ma risoluto e deciso nella professione e nella vita.
Figura archetipica, modello che non può che piacere a molti di noi che combattono tutti i giorni una battaglia difficile e a volte lontana dai nostri interessi.
Ferrari è rimasto un soldato, un paracadutista e chi lo è stato lo rimane per sempre, anche se non si lancia più conserva uno stile di vita guerriero.
Affronta la vita con stile militare e non si tira mai indietro, ma conserva la capacità di immedesimarsi negli altri, di comprendere e avere pietà dell’umana debolezza.
Non un mitico protagonista dai magici poteri, ma un sbirro privato umano e coraggioso, un vero eroe della nostra sciagurata epoca, fedele a un’Idea che non muore e ad uno stile di vita che tra i flaccidi borghesi non va di moda.
Una storia di fantasia che nasconde un romanzo di formazione, indica la Via dell’azione a chi non si rassegna ad una vita decisa dagli altri.
Più Ferrari e meno menestrelli truccati come odalische al Festival di San Remo.
Roberto Giacomelli