Meloni: sostegno incondizionato all’Ucraina – Alla vigilia del Consiglio europeo, la Meloni è intervenuta in Parlamento per affrontare la questione del conflitto ucraino e della gestione dei flussi migratori.
La Meloni non ha dubbi
Sul primo punto, il Presidente del Consiglio non ha dubbi: continuerà incessantemente ad inviare armi e soldi al governo di Kiev. Il pretesto di facciata è quello di tutelare l’integrità territoriale dell’Ucraina e sostenere il diritto degli ucraini a difendersi dell’aggressione russa.
Il gioco USA
Poi, però, si lascia scappare la ragione vera per cui l’Italia non può sottrarsi all’invio di ulteriori armi: il fatto che gli alleati della Nato non lo prenderebbero bene e il governo italiano rischierebbe di passare per inaffidabile. In altre parole, o l’Italia obbedisce incondizionatamente, o USA e UE si metterebbero di traverso. Del resto, la Meloni ammette anche la superfluità dell’aiuto italiano, sostenendo che, anche senza di esso, la guerra continuerebbe ed avrebbe il medesimo esito. Dunque, parteciparvi è solo una questione ideologica e di convenienza politica.
La sovranità dimenticata
Le parole inquietanti della Meloni sono un chiaro ed ulteriore segnale che l’Italia, sotto il suo governo, è ben lungi da una pur minima politica di difesa dell’indipendenza nazionale.
Al contrario, il Belpaese deve saldamente restare sottomesso ai padroni esterni; e la Meloni si premura perché questo assunto non sia neppure messo in discussione durante il suo mandato di Presidente.
In sostanza, quelli di Fratelli d’Italia sono passati da “patrioti” a “traditori della Patria”, senza alcuna soluzione di continuità, per il solo fatto di governare.
L’Italia ha bisogno di ben altro che di avventurieri senza scrupoli, pronti a tutto pur di mantenere il ruolo di ultima ruota del carro d’Europa e dell’alleanza atlantica e di non rischiare, così, la poltrona. Ha bisogno di patrioti veri, pronti a tutto pur di salvare le sorti di un Paese che, al contrario, diverrà presto una neo-colonia povera e disastrata, vittima degli appetiti spartitori di tutte le grandi potenze mondiali.