Meloni sempre più isolata

Meloni sempre più isolata Kiev e la Nato saranno la sua tomba politica?
Meloni sempre più isolata – Kiev e la Nato saranno la sua tomba politica?

Ad urne francesi appena chiuse, la politica europea (e a catena quelle nazionali) potrebbe assumere accelerazioni inaspettate e avere, come protagonisti inattesi, proprio quei personaggi che il fronte benpensante, trasversale e apolide, vorrebbe relegare agli angoli della marginalità.

Ancora alcune brevi chiose alle elezioni, a mente più fredda. Con buona pace dei media – divulgatori seriali e organizzati di menzogne – che continuano, imperterriti e imbarazzanti, a etichettare come flop il risultato della Le Pen è straordinario.

Si tratta di una forza che ha raddoppiato i propri voti, esclusivi, non negoziati o acquisiti fraudolentemente, con alleanze innaturali.

Un partito che, anzi, quasi triplica i 3.589.000 di voti del 2022, fino ad arrivare ai 10.647.00 del 2024.

Oltre 10 milioni di voti

In poco più di due anni, il superamento, in forma stabile e netta, della soglia dei 10 milioni di voti, è un dato incontrovertibile e che non può  essere contestato o negato, se non con una dose indecente di disonestà intellettuale e faziosità politica.

Ma ancora, a ben vedere, il preteso trionfatore finale – il rinominato “nuovo fronte popolare” – tra il 1° ed il 2° turno, ha perso un numero ragguardevole di voti, oltre il 2°%, passando da circa 9 a 7 milioni!  Voti travasati colpevolmente al temporaneo alleato di argilla, ovvero il centro macroniano di Ensemble, che , dopo essere stato principale bersaglio e nemico, oggetto di strali e attacchi feroci per tutta la campagna, è stato vergognosamente resuscitato, con disprezzo della volontà popolare, della coerenza ideologica e della dignità politica.

Tutto questo per ribadire come, a livello europeo, dove si giocheranno le più importanti sfide del futuro dei popoli, chi si sottrae alle sirene del compromesso e della “normalizzazione” (vizi ai quali il Presidente Meloni sembra sempre più affetta), dimostra che (per usare una metafora sportiva), si può vincere anche giocando all’Italiana, ovvero , anche sotto pressione, reagendo ed attaccando in contropiede, per poi segnare laddove le difese avversarie si sono scoperte.

Victor Orban

Nessuno più del primo ministro ungherese, Victor Orban, sta dimostrando lungimiranza e capacità di elaborare politiche non allineate e, in prospettiva, realmente risolutorie.

Una volta isolato, quasi ostracizzato, sfruttando la carica temporanea di presidente della Ue, con un intelligentissimo scatto, ha dato scacco matto in due mosse a chi lo voleva non determinante e fuori dalle decisioni.

Prima di tutto ha compattato le forze identitarie e sovraniste europee, allargando l’ex-gruppo di Identità e democrazia, trasformandolo in Unione dei patrioti e portandolo a diventare la terza forza del Parlamento. La Meloni, con i suoi “conservatori, privati anche del concorso importante degli spagnoli di Vox, è stata scavalcata e lasciata sostanzialmente sola, al rimorchio della Von del Leyen; restando isolata anche in quella sponda, di fatto, essendo emarginata dalla santa alleanza di popolari e socialisti.

Insomma un fragile vaso di coccio tra giganti di ferro, destinato al conformismo ed all’appiattimento supino, o peggio ancora,  alla  irrilevante marginalità. Tutto questo  a causa della propria indecisione, in controtendenza con le palesi aspirazioni e i chiari intendimenti  dei popoli europei. Imputet sibi! Inoltre, Orban ha dimostrato, in seconda battuta, indipendenza dai diktat Nato, quelli imposti dal gerontocrate in declino di oltre oceano, con lodevoli iniziative di pace e mediazione, incontrando i maggiori interlocutori della scena Mondiale, tra cui Putin e Xi Jinping.

La Meloni si barcamena

Tutto questo mentre la Meloni, sulla scia del folle Macron, il quale ha ventilato addirittura l’invio di truppe di terra in Ucraina, si barcamena ambiguamente tra proclami di sostegno incondizionato a Kiev, invio di fantomatiche armi di difesa, e imbarazzanti conflitti di interesse del proprio ministro di riferimento, attore di primo piano nel mercato degli armamenti.

Tutto questo è stato oggetto di rifiuto a 360°, in Italia ed in Europa (lo stesso Melenchon ha assunto posizioni diametralmente opposte a quelle di Macron, sui conflitti in Ucraina e Palestina) e racchiude un grande insegnamento: i cittadini Italiano sono stanchi di ambiguità, marginalità e opportunismi.

Lo hanno dimostrato nell’ultimo decennio, con sempre maggiori quote di astensionismo dissenziente. Potrebbero farlo in un futuro – n futuro nemmeno troppo lontano -, riducendo sensibilmente la fiducia in Giorgia, con la stessa repentinità con cui hanno revocato enormi consensi alla Lega. Come non ricordare, infatti, che Salvini, dopo essersi accreditato come politico del cambiamento, ha tradito le aspettative degli Italiani, perdendo il loro favore con la stessa velocità con cui lo aveva guadagnato?

Luca Armaroli

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