Meloni: blocco navale addio, le accise restano e ora arriva anche il MES – Abbiamo capito che quella del blocco navale contro i trafficanti di africani era una bufala, se avessero voluto davvero fare sul serio, avrebbero intrapreso la strada di un accordo col Ruanda come sta facendo la Gran Bretagna (e la Danimarca).
Avevamo anche capito che la storia di cancellare le accise non era stata soppesata bene, sarebbero “cambiati gli scenari”, secondo loro. Però, se la Meloni revocava il pagamento di 9 miliardi stabiliti da Draghi alle aziende dei Benetton per Autostrade, almeno per due anni di soldi per eliminare le accise ce n’erano in abbondanza.
Possiamo capire tutto Giorgia sulle differenze tra le vostre promesse elettorali e il vostro coraggio, ma perché ora devi approvare il MES? Che c’entra dire che “l’Italia è l’ultimo Paese a non approvare” se quella approvazione ci costerebbe quanto resta in Italia come libertà di decidere?
Perché il MES sarebbe una sventura?
Ricordiamolo, il MES è un fondo comune tra gli Stati europei al quale può attingere chi si trova a corto di liquidità, con la particolarità che, se ti trovi in difficoltà sui tempi di restituzione del prestito, arriva la Troika a decidere tutto, a iniziare dalla decisione di come deve essere governata l’Italia.
E’ quanto vorrebbero da tempo Berlusconi, Letta, Bonacina, Speranza, Conte, Renzi, Calenda e tutti i vari satrapi di Bruxelles.
La Meloni si giustifica: “Tanto basta non chiedere mai quei soldi”. Ma sa già che non è vero e vediamo perché.
Il MES sarebbe la terza mazzata all’Italia
L’economia italiana, nonostante l’intelligenza e i formidabili sforzi degli italiani, si trova a dover remare contro le correnti avverse di un mercato non protetto e ingannatore, ovvero quello oggi imposto dalla “nuova” UE, dopo la chiusura del vecchio MEC e l’adesione al viscido WTO.
Altrettanto, come seconda mazzate, ci troviamo imbrigliati negli accordi sull’Euro che impediscono all’Italia una valuta parallela e ora, proprio ora, deve arrivare pure la terza mazzata, probabilmente quella finale del MES.
Perché si sono inventati il MES?
La domanda principale deve essere: “Perché l’Italia non può continuare a prendere i soldi in prestito dalla BCE e deve cambiare l’ente erogante chiedendoli MES?”.
La risposta è semplice: “Una piccola inadempienza con la BCE non prevede negli accordi l’arrivo della Troika, col MES invece è prevista negli accordi e la Troika arriverebbe di corsa”.
Ecco perché si sono inventati il MES.
Lo scenario che potrebbe spingerci nelle fauci del mostro
Il debito è calato a novembre 2022 ma è una finta buona notizia, perché il miglioramento è “dovuto essenzialmente alla riduzione delle disponibilità liquide del Tesoro per 8,53 miliardi”. Per di più In presenza di entrate fiscali per 525 miliardi di euro nei primi undici mesi del 2022, in crescita di 62,14 miliardi (+13,4%). Il drenaggio sugli italiani funziona sempre alla grande.
Il settore metalmeccanico continua a perdere dipendenti e le aziende sopra i 200 dipendenti sono passate dai 70.867 di giugno ai 60.727 di fine 2022 (Blutec, Firema, Jsw Piombino ex-Lucchini, Jabil ex-Ilva, ecc.)
E’ in arrivo la tempesta perfetta con la restrizione al credito, con l’aumento degli interessi passivi sui BTP e, soprattutto, con la fine degli acquisti di titoli invenduti alle aste da parte della BCE. Ovvero Soros e soci si staranno già sfregando le mani. In proposito, perché la BCE vuole insistere sull’aumento dei tassi nonostante tutti dicano che il picco dei prezzi sia già passato? Una risposta ci sarebbe, ma poi sembri un complottista.
Tutte queste considerazioni sono conosciutissime e pure lamentate da Crosetto, vogliamo credere che la Meloni non ne sappia niente?
I media muti sul MES
Fa strano vedere come tutti i media attaccano la Meloni sulle promesse vane per i migranti e quelle altrettanto vane sulle accise, ma se ne stanno zitti sul MES. Nessuno le rinfaccia i proclami passati su questo argomento, strano, vero?
I due disastri che potrebbero accadere
Il primo disastro riguarderebbe direttamente il governo attuale. Nel 2023 ci saranno 320 miliardi di titoli in scadenza da rinnovare e basterebbe che durante qualcuno dei rinnovi la BCE non si presenti alle aste a protezione dello spread. A quel punto lo spread volerebbe verso le stelle, i BTP diventerebbero invendibili e i funzionari del MES si presenterebbero alla porta. In quel frangente, la Meloni avrebbe il coraggio di andare in default e di sfidare la Von der Leyen, o si prenderebbe i soldi del MES, magari spinta da Berlusconi, Renzi e Calenda?
Il secondo disastro vedrebbe un accordo tra la Meloni e la Von der Leyen, le viene concesso di governare (oddio, governare sarebbe una parola grossa) ancora per un po’ per poi passare il governo con una discesa morbida a un tecnico. La Meloni farebbe la sceneggiata di non aver mai preso i soldi del MES e il tecnico direbbe: “Il MES è stato approvato dal governo precedente, io sto solo utilizzando lo strumento da loro predisposto”.
E l’Italia finirebbe in balia della Troika che, per la gioia di tedeschi e olandesi, finalmente si approprierebbe dei risparmi degli italiani e ne disintegrerebbe le pensioni.
Poi cambi Paese, vero Meloni?