Un mese di febbraio decisamente lungo per il Presidente della Repubblica, quello del 2025, anche se non siamo in un anno bisestile.
Delle tensioni con la Russia, seguite al paragone con il Terzo Reich abbiamo scritto ( qui ). Alle dure parole della portavoce del ministro degli Esteri russo, Marija Zacharova, qualche giorno dopo, il 18 febbraio scorso, il Capo dello Stato replicava con toni apparentemente più concilianti.” L’auspicio è che la Russia torni a svolgere un ruolo di rilievo nel rispetto della sovranità di ogni stato; è un auspicio che ho sempre fatto nel rispetto del diritto e della carta delle Nazioni Unite.”.
Rispetto per l’ONU, dunque. Peccato che appena un giorno dopo, il 19 febbraio, Mattarella riceveva al Quirinale il presidente israeliano Isaac Herzog. Questo il benvenuto riservatogli: “Signor presidente, è un vero piacere dare il benvenuto a lei e alla delegazione che la accompagna. La sua presenza a Roma è un onore per la Repubblica italiana…è per me un gran piacere accoglierla nuovamente al Quirinale a distanza di pochi mesi dal nostro ultimo incontro ed è una testimonianza delle eccellenti relazioni che vi sono tra Israele e Italia, anche attestate dalla frequenza degli incontri“.
L’ONU delle beffe
Quindi, nell’arco di poche ore, si è passati da un’invocazione del rispetto delle Nazioni Unite da parte della Russia, all’accoglienza con tutti gli onori al Presidente di uno Stato che, fin dalla sua fondazione, si fa beffe dell’ONU e delle sue risoluzioni.
Il Presidente italiano ha continuato parlando di: “…un impegno rinnovato contro l’antisemitismo che ha ripreso a circolare e contro il quale l’Italia è fortemente impegnata…”. È il caso di ricordare, però, che il capo del governo israeliano Netanyahu lo scorso settembre ha definito proprio l’ONU una “palude antisemita”. Insomma, un po’ difficile far stare insieme l’ossequio a Israele, peraltro senza un minimo accenno di critica per il genocidio ancora in atto, e il rispetto alle Nazioni Unite richiesto alla Russia poche ore prima…
Ma il febbraio del Capo dello Stato, oltre che sul piano internazionale, qualche contraddizione la riserva anche su quello storico. Era il 2018, in occasione della Giornata della Memoria, quando Mattarella affermò: ”Il Fascismo fu un regime che non ebbe alcun merito…” . Ci permettiamo di dissentire profondamente da questa dichiarazione, non fosse altro che per quello che, ogni febbraio, proprio il Presidente celebra.
Le ricorrenze di Mattarella
Come ogni anno, anche nel 2025, Mattarella, insieme alle alte cariche istituzionali dello Stato italiano e della Santa Sede, ha partecipato, a Palazzo Borromeo, sede dell’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, ai colloqui con le delegazioni vaticana e italiana, in occasione della ricorrenza della firma dei Patti Lateranensi.
Quei Patti Lateranensi che sancirono la vera Unità degli italiani, che furono una delle più grandi realizzazioni del Fascismo, al punto da sopravvivergli e da essere inseriti nella Costituzione del 1948. Il “regime che non ebbe alcun merito” riuscì laddove i precedenti governi masso-liberali non seppero – e in parte neppure vollero – riuscire.
E non basta. Perché quest’anno, fatalità in febbraio, cade anche il centenario dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani, un’opera dall’immenso valore culturale, nata e sviluppatasi grazie al contributo di studiosi di altissimo livello, riferimento per intellettuali di ogni parte del mondo, un’eccellenza simbolo dell’identità italiana e del suo apporto alla cultura e al sapere mondiali.
Le creature del fascismo
Anche questa è una creatura fascista che, per di più, insieme ad altre innumerevoli realizzazioni quali l’Accademia d’Italia, il Maggio Musicale Fiorentino, la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia ed altre che sarebbe troppo lungo elencare, ribalta completamente la narrazione falsa, faziosa e propagandistica che vorrebbe il Fascismo quale rozzo nemico della cultura.
Anche le celebrazioni per il centenario della Treccani, così come quelle per l’anniversario dei Patti Lateranensi, hanno visto la partecipazione del Capo dello Stato. Non abbiamo avuto il piacere di presenziare, ma abbiamo la ragionevole certezza che la fatale parola “Fascismo”, tante volte pronunciata per associarla a tutto ciò che di male esiste a questo mondo, troppe volte abusata per esprimere esecrazione e condanna, non sia stata citata nei discorsi di Mattarella in queste commemorazioni. Il Presidente si è così trovato nella paradossale situazione di celebrare qualcosa creato da chi “non ebbe alcun merito”.
E questo lungo febbraio, carico di contraddizioni, non è ancora finito…
Raffaele Amato
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