Mattarella , Europa, Costituzione, Indecenza ???
Non ci si può esimere dal ritornare, con una prospettiva differente e non allineata, seppur molto lineare ed incontestabile, alla polemica (e contro polemica) scatenate dalle dichiarazioni del Presidente della Repubblica in occasione delle celebrazioni del 2 Giugno.
I fatti
Ma veniamo ai fatti, ancor prima che ad una scontata chiosa dettata…. semplicemente dalle evidenze.
La data oggetto della querelle è stata istituita per festeggiare il giorno in cui gli Italiani scelsero nel 1946 di dare all’Italia la forma Repubblicana, seguita poi dalla Carta fondamentale, promulgata a meno di 2 anni di distanza, come legge fondamentale dello Stato.
Orbene, nella nostra fonte primaria dell’ordinamento, gerarchicamente sovraordinata a tutte le altre, ivi comprese Direttive e Regolamenti sovranazionali, non vi è alcun riferimento all’Europa.
L’adesione dell’Italia alla (rectius: alle) Comunità Europee, è di molto posteriore e comunque determinata da semplici norme di legislazione ordinaria: il passo di fondazione / partecipazione alla Comunità europea dell’energia atomica (Euratom), nata contemporaneamente alla Comunità Economica Europea (CEE), ed alla Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA) risale agli anni ’50, pur sempre senza alcuna rinuncia a potestà e sovranità nazionale.
Lo Stato e le Regioni
Si ricordi allo scopo che in base all’ Art. 117, la potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione (nonché nonché dei vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali, ma pur sempre con leggi nazionali di recepimento)
Infine Il processo di partecipazione dell’Italia alla UE (Unione europea) è disciplinato dalla legge 4 febbraio 2005, n. 11, recante «Norme generali sulla partecipazione dell’Italia al processo normativo dell’Unione europea. Punto
Lo zelo di Mattarella
Con zelo ed accelerazione, quantomeno sopra le righe e certamente fuori luogo (nel giorno per eccellenza della Italianità) il Presidente Mattarella ha cercato di imprimere alla ricorrenza una svolta “sovranazionale” non richiesta, non dovuta né opportuna, parlando (tanto impropriamente quanto forzatamente) di “consacrazione della sovranità europea”.
A tale affermazione parziale ed impropria ha fatto seguito la legittima eccezione, ahimè molto isolata, del deputato Borghi, il quel si è limitato a ricordare in modo lapalissiano, la vera natura della Festa della Repubblica Italiana.
La sinistra di Pavlov
Apriti cielo: sono pavlovianamente scattate le solite sinistre indignazioni, le adirate reprimende dei difensori del Presidente in servizio permanente effettivo, gli strali censori dei paladini … degli interessi altrui.
Si perché rivendicare la sovranità e l’indipendenza nazionale, dovrebbe essere un dovere di quanti abbiano giurato sulla Costituzione e non il contrario; ma per citare un noto Generale, viviamo in un modo davvero alla rovescia, dove la elementare tutela della Nazione viene fatta passare come attacco e insulto alla figura del Presidente, mentre la svendita e la cessione di delle prerogative e degli interessi del paese, viene elevata a pensiero dominante ed inspiegabilmente incontestabile.
Ci piace pensare che se oggi ci fosse ancora un Politico autenticamente rispettoso e fedele allo Stato di Diritto, come Marco Pannella, a fronte di una simile deriva, verrebbero evocati anche gli articoli 90 e 283 della Costituzione, ovvero le norme che prevedono i reati di “alto tradimento” e “attentato alla Costituzione”.
Di ignobile, in questa ennesima farsa italiota, ci sono solamente gli starnazzi di una indecente classe politica priva di dignità e senso della Nazione
Luca Armaroli
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