Mattarella a Bologna: la Costituzione è antifascista ma non l’ho mai letta – Alla Biennale dell’economia cooperativa di Bologna, le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ancora una volta risultano banali e vuote.
E ancora una volta si utilizza un evento per propagandare la retorica antifascista, collegandola alla costituzione.
La clava antifascista
Ormai la parola antifascista è svuotata dal significato originario, ben più semplice, per essere riempita di ideologia progressista, individualista e antinazionale.
E viene usata per attaccare il governo di turno se di destra o, meglio, se non di sinistra.
Questo continuo rimarcare le origini antifasciste della costituzione sanno proprio di provocazione verso il governo in carica, pur non esente da critiche.
Se l’antifascismo un tempo era la sola lotta verso il partito al potere (e nemmeno all’ideologia che rappresentava), non esistendo più tal partito ci si inventa qualsiasi cosa per tenerne in vita l’ombra.
Oggi l’antifascismo è un contenitore di ideologie metticiste, gender, antimilitariste, antinazionali, antisociali.
La costituzione più bella del mondo
Se gli antifascisti leggessero davvero la costituzione, noterebbero che ci sono moltissimi elementi che essi considerano fascisti.
Alcuni esempi?
Articolo 1, la sovranità appartiene al popolo, eppure proprio gli antifascisti considerano il popolo diviso in classi basate sull’istruzione, dividendole in “quelli che la pensano come loro” e gli “analfabeti funzionali” che non devono votare, demonizzando pure un concetto naturale e basico come il sovranismo.
Articolo 3, “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di RAZZA […] Di condizioni personali e sociali”. Ma allora le razze esistono? E come mai le condizioni sociali sono spesso associate, dagli antifascisti, alla cultura e quindi al diritto di voto, come già sottolineato?
Articolo 4, il diritto al lavoro. Quel lavoro che viene considerato subordinato ai mercati e all’Europa, dove i disoccupati sono visti dagli antifascisti come una massa di viziati che non sono in grado di darsi da fare e di investire su sé stessi (il grande mantra del giovane laureato benpensante, abbiamo sentito tutti queste parole).
Articolo 6, le minoranze linguistiche tutelate, quello viene fatto, lo ammettiamo, mentre l’italiano viene via via vilipeso con anglicismi inutili e asterischi.
Articolo 7, i rapporti tra Stato e Chiesa (rimasuglio del Ventennio, guarda un po’), uno degli articoli più abusati e incompresi dall’ignoranza antifascista, che nasconde dietro la laicità, termine come tanti frainteso e rimodellsto, l’ateismo di stato e soprattutto la propaganda anticattolica, in barba anche ai partigiani bianchi.
Articolo 8, le confessioni religiose non cattoliche che possono riunirsi purché non in contrasto con la legge, questo si commenta da solo, visto il pericolo fondamentalismo che l’antifascismo alimenta e favorisce in nome delle mescolanze.
Articolo 11, la guerra ripudiata, un escamotage per nascondere la partecipazione dell’Italia a guerre non sue per difendere interessi non suoi in cambio della protezione simili-mafiosa da parte della Nato, organo venerato dall’ala euro-liberal del panorama antifascista e osteggiata solo da pochi centri sociali.
Articolo 12, la bandiera, oggi considerata come il più fascista dei simboli, più vilipesa dagli antifascisti che dai leghisti della prima ora, le bandiere sono solo quelle dell’Aktion, della UE, degli USA, ogni tanto ancora qualche bandiera rossa o giamaicana.
Articolo 14, il domicilio è inviolabile, ma non si può difendere da un’intrusione a fini di furto, la difesa è fascista.
Articolo 21, la libertà di parola, concessa a meno che non vada contro i principi progressisti; gli ultimi due commi riportano che sono vietate le manifestazioni contrarie al buon costume, questo dovrebbe includere anche le carnevalate del pride?
Articolo 29 “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”, naturale è un termine che non lascia spazio a interpretazioni.
Articolo 32, la tutela della salute, quella stessa salute che in nome dei mercati gli antifascisti vogliono smantellare, convincendo i pazienti che l’unica via d’uscita è il fine vita.
Articolo 36, la retribuzione lavorativa, un concentrato di populismo antieuropeo, in quanto chi fa lavori umili deve rassegnarsi al suo posto nella società affinché l’Europa possa tutelare i mercati.
Articolo 52, la difesa della Patria è sacro dovere di ogni cittadino; forse uno dei passi più “fascisti”‘ della costituzione, dove si propaganda il militarismo e soprattutto il concetto ultra-fascista di Patria.
Articolo 53, la tassazione in rapporto alla disponibilità; questo invece è tra i più comici, considerando che l’antifascista medio strilla contro il barista che si dimentica lo scontrino e non contro le multinazionali con sedi nei paradisi fiscali.
Molto altro si può dire, ma se Mattarella sapesse cos’è l’antifascismo oggi non credo che osannerebbe così tanto quella Carta, di cui ormai si conosce solo qualche disposizione transitoria che per sineddoche è rappresentativa di tutto il documento.
E forse si dovrebbe confrontarla con le due costituzioni italiane precedenti, trovandovi molte più analogie rispetto a quelle che si trovano con l’interpretazione errata e faziosa che ne danno gli antifascisti di oggi.
Lorenzo Gentile
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