Marketing blasfemo oscura la Festa della Mamma – “La mamma non si tocca. O forse sì”.
E questo lo slogan della pubblicità-choc che ha indignato il web
Uno slogan che avrebbe dovuto caratterizzare la nuova campagna pubblicitaria di Control Italia, raffigurante un dildo rosa e una donna in primo piano.
La campagna pubblicitaria choc
Un condizionale che ci sta tutto, visto che i cartelloni pubblicitari “trasgressivi” realizzati in vista del 14 maggio, Festa della Mamma, sono stati censurati perché ritenuti offensivi e inadeguati.
“Volevamo rompere un tabù per la Festa della mamma”. È questa la difesa mossa dalla stessa Control, azienda produttrice di preservativi e sex toys, già nota per le sue campagne controverse e aggressive.
L’azienda, nonostante la censura, ha pubblicato ugualmente la foto sui suoi canali social rivendicando il diritto che “anche le mamme possono provare piacere”.
Lo scopo dell’azienda era quello di attaccare l’immagine “stereotipata” e “anacronistica” della mamma, sostenendo che “il piacere è un diritto di tutti”.
Così si dimenticano i veri problemi delle donne
Infatti, sempre secondo Control, “una società senza pregiudizi è il miglior regalo che possiamo fare a tutte le mamme”.
Davvero la figura materna si tutela garantendole piacere a suon di vibratori per sconfiggere i tabù?
Prendiamo ad esempio diritto della donna di essere madre e lavoratrice come riportato dalla costituzione: “Le condizioni di lavoro devono consentire l’adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione”.
Mettere dei limiti alle iniziative marketing
A proposito di pubblicità indecenti, da ricordare anche la “trovata marketing”, sempre in vista della Festa della Mamma, della tazza con su scritto “Un po’ la Franzoni la capisco”.
Il nodo dell’utero in affitto
E, a proposito di indecenza, da ricordare anche l’abominio dell’utero in affitto dove la madre si trasforma in una macchina sforna bebè e il bambino in un pacco da vendere al miglior acquirente o, nel migliore dei casi, in un semplice pacco regalo, per mero spirito di solidarietà verso chi non può diventare genitore.
E poi c’è chi diventa madre ma non ha la fortuna che, in realtà dovrebbe essere un diritto, di crescere il proprio figlio, ritrovandosi così a lasciarlo nella culla per la vita, come successo col piccolo Enea accompagnato dalla lettera straziante della madre.
Le coppie omogenitoriali
E poi c’è anche chi si ritrova con due mamme, dove non solo viene leso il diritto del minore di dire la parola “papà” ma viene lesa anche la figura materna in quanto trasformata in un doppione.
E mentre la mamma “raddoppia”, la natalità è ai minimi storici, altro segno di come la maternità sia sempre più calpestata.
Stando così le cose, il miglior regalo che si possa offrire alle madri è garantire loro di esserlo, estirpando i problemi su riportati e mettendo le donne nella condizione di poter affrontare l’esperienza che solo una Donna ha il privilegio di vivere: crescere una vita dentro di sé e darle la vita.
Rita Lazzaro