Marchetti (Lega) denuncia maestra per diffamazione, ma non aveva capito il post. – Quando per due lire si perde anche la faccia
Succede anche questo in Italia, che i politici, denuncino persone comuni per offese ricevute tramite social. Per alcuni diventa addirittura una procedura comune ed addirittura un’opportunità di guadagno. Spesso, di queste notizie non si sa nulla, perché le denunce finiscono spesso in un accordo tra le parti dove il cittadino, onde evitare di pagare avvocati e passare ad essere giudicato da un giudice, paga e zitto. Eppure, visto l’andamento del nostro paese, i cittadini dovrebbero essere immuni da denunce se, per la disperazione in cui ci hanno portato, trova sfogo nel dire ciò che pensa all’onorevole di turno. Anzi, dovrebbero essere premiati gli insulti più originali.
Tutta l’arroganza dei politici
Ma i politici, che di ammettere di essere incapaci ed incompetenti e tenersi le offese dei cittadini esasperati, cercano di trovare guadagno anche in questo dimostrando che di “facce di bronzo” (per non usare altre espressioni volgari) il parlamento ed il senato ne sono pieni.
Lega in prima fila
Uno dei partiti che ha meglio capito questo stratagemma è la Lega che, tramite il suo ufficio legale, invia richieste di risarcimento per diffamazione a go go, comprensibile che per loro passare da movimento osannato a movimento oggetto di offese sia frustrante, ma più che prendersela con i cittadini dovrebbero prendersela con il loro leader e i loro principali esponenti che motivi per essere offesi, vedi altalena sulla questione Russia-Ucraina, ne hanno forniti a iosa.
Riccardo Augusto Marchetti e la denuncia maldestra
E dopo Pillon, Lucidi e Golinelli, anche l’onorevole Riccardo Augusto Marchetti si rivolge agli avvocati per chiedere soldi ad una cittadina italiana per una presunta diffamazione, il problema non è tanto la richiesta, ma il fatto che l’On Marchetti non aveva capito il commento della signora. Tutto nasce da un post di Marchetti, vicecommissario della Lega nelle Marche, che si riferiva alla morte di un ragazzo nigeriano ucciso a Civitanova Marche. Nel post Marchetti aveva scritto: “Quando saremo al governo queste cose non accadranno più”.
Una maestra marchigiana ha commentato il post con un: “Chissà chi avrà votato questo criminale!” Chi legge la frase capisce subito che, la maestra, si riferisce all’assassino, ma sappiamo bene, che i nostri politici, oltre a mancare di capacità nella mansione che il popolo gli ha affidato, non sempre sono ferratissimi sulla nostra lingua madre e succede, quindi, che Marchetti pensi che il commento si riferisca a lui e, lo scorso 31 ottobre, fa recapitare alla malcapitata maestra una richiesta di rimborso per “diffamazione aggravata” di 7.000 euro.
La signora non è una sprovveduta e non si spaventa per la lettera e parla direttamente con lo studio legale della Lega, nella persona dell’avvocato Virgili, il quale resosi conto dell’errore fa ritirare subito la denuncia al suo cliente.
Ebbene, oltre la figura barbina, di aver chiesto soldi ad un cittadino per un commento sui social, anche la figura oltremodo barbina per non aver capito il commento e pensare che, proprio Marchetti, e delegato a presiedere la commissione parlamentare sulla giustizia. A questo punto verrebbe da proporre l’approvazione di una legge che prevede il pagamento di una multa per chi non offende un politico, perché sarebbe cosa buona e giusta.